Riporto dal Sole 24 ore
LABRO – Per capire quale strada attende nei prossimi mesi la creatura di Francesco Rutelli, basterebbe partire da un piccolo ma significativo dettaglio, che segna l’ultimo giorno della kermesse di Api qui sulle montagne, strette tra il reatino e il ternano, nel borgo millenario di Labro. Un piccolo ventaglio bianco distribuito tra la gente per contrastare il caldo e che reca su uno dei lati il messaggio più importante di questa festa: “Sì al nuovo polo”. Perché quando l’ex numero uno della Margherita sale sul palco, per tracciare il bilancio della quattro giorni, che ieri ha visto arrivare anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è già chiaro a tutti dove voglia andare a parare: la nascita di un nuova casa comune per i moderati.
I cui confini sono subito delineati dall’ex vicepremier. «Sarà il terzo a scendere in campo – arringa Rutelli dal palco – ma ha le potenzialità per diventare il primo. In Italia, infatti, raccoglierebbe tra il 20 e il 22 per cento dei voti». Un bacino potenziale di consensi, indicato da un sondaggio, che il partito dell’ex sindaco di Roma aveva commissionato nei giorni scorsi a Ipr Marketing e che rende assai appetibile la prospettiva di un terzo polo. Di cui Rutelli ha già scritto la lista degli invitati. «Lo vogliamo fare – dice – con gli amici dell’Udc, con i quali abbiamo collaborato e continueremo a farlo».
Ma la “chiamata” è rivolta anche all’ex leader di An che oggi pomeriggio parlerà ai 10mila accorsi a Mirabello da ogni parte d’Italia. Ieri Fini ha risalito i ripidi tornanti che conducono a Labro per portare il suo saluto agli amici dell’Api e per gettare le basi di future convergenze su temi di interesse comune (le riforme innanzitutto). «Nelle cose che Fini ha detto ieri – prosegue Rutelli – noi troviamo tanti elementi comuni e crediamo che un bel pezzo di strada si sia fatto proprio qui a Labro ed è stato riconosciuto e salutato dai vostri applausi». Poi allarga lo sguardo a nuovi possibili compagni di viaggio. Parla di «forze civiche» e ancora «dei delusi di Forza Italia, del Partito democratico e del centrosinistra che vogliono voltare pagina». E un possibile terreno di convergenza è già nero su bianco: Le proposte di legge «da sottoscrivere trasversalmente”. A partire da un primo provvedimento che propone l’accorpamento delle province. Il battesimo di questo nuovo terzo polo.
Quindi Rutelli bacchetta il bipolarismo “che non ha funzionato in Italia” e avverte che, se si andasse ora al voto, “il primo partito sarebbe quello degli astenuti”. Poi invia un segnale chiarissimo al segretario del Pd, Pierluigi Bersani e al suo progetto di Nuovo Ulivo. «Il Pd si candida per guidare questa nuova realtà o per mediare tra le diverse forze che ne dovrebbero far parte? – si chiede provocatoriamente l’ex sindaco di Roma -. Il Pd si propone per dire le cose che a volte anche con durezza vanno dette a questi alleati o per mediare ogni volta su ogni tema, come è già successo con l’Unione, che tutti noi vogliamo lasciarci alle spalle perché non è riuscita a guidare il Paese?». E qui scatta la stilettata al leader dell’Idv, Antonio Di Pietro. «A loro bisogna dire che non puoi più insolentire il presidente della Repubblica, perché la prossima volta che lo fai, noi non ci alleeremo mai più con te, perché gli italiani non vogliono seguire una coalizione dove c’è qualcuno che insolentisce il garante della Costituzione».