Un breve ragionamento.
All’indomani della contesa elettorale, pur nella mancanza di interesse locale a questa tornata amministrativa (a Guidonia Montecelio non si votava!), mi sembra necessario fissare alcuni punti.
La considerazione, fin troppo ovvia e lapalissiana, è che il fronte PDL – Lega, al di là dei risultati di Milano, esce ridimensionato. Il progetto politico, alternativo alla Sinistra, sembra perduto, e – forse per la prima volta – la personalizzazione voluta e cercata da Berlusconi non ha premiato, anzi forse ha danneggiato, i candidati del Centro – destra.
Tuttavia, non si può dire che il PD abbia vinto le elezioni. Il fronte antiberlusconiano, infatti, si è diviso e differenziato ancor più di prima ed è oggettivamente difficile, su queste basi, costruire una credibile e salda alternativa di governo. Fra il qualunquismo dei grillini, l’estremismo della sinistra antagonista e il giustizialismo di Di Pietro appare di fatto difficile la compenetrazione di interessi e di disegni politici. Il PD non catalizza ed è ingessato su dati consueti.
Il Nuovo Polo non esplode, ma tanto meno implode. Segna il passo e dà un segnale, più forte nelle realtà locali, di presenza vera nel primo importante test elettorale.
In molte realtà si è determinanti per la vittoria finale, ma ora la valutazione va fatta, a mio modestissimo avviso, sui programmi amministrativi dei differenti candidati, ma anche sulla “vocazione” dei diversi candidati allo scardinamento dell’attuale sistema bipolare.
La mission rimane sempre la stessa: la critica al bipolarismo, la necessità di superarlo e la progressiva fuoriuscita dalla transizione infinita verso la Seconda Repubblica, di cui il “berlusconismo” ad ogni buon conto è CAUSA -EFFETTO.
Bisogna insistere, con tenacia e pazienza, in questa direzione senza se e senza ma.
Ad maiora