E’ questo lo slogan che le #donne nel 1908, a New York, urlavano durante la marcia di protesta per ottenere lavoro e paghe più dignitose, il diritto di voto e l’abolizione del lavoro minorile,
Il pane come simbolo della sicurezza economica, le rose come simbolo della qualità della vita.
E’ passato più di un secolo e, nel mio piccolo, in punta di piedi, vorrei tirare delle somme.
1) Quelle rivendicazioni sono diventate per noi occidentali diritti acquisiti, scontati al punto tale che molto spesso le ultime generazioni ignorano quanto sangue e sudore siano costate e quanto dobbiamo a chi ha lottato allora per se stesso e per noi.
2) In Italia in verità certi diritti sono rimasti zoppi, come la differenza di retribuzione tra uomo e donna, a mio parere incomprensibile, ma non è l’unico caso.
3) Se devo essere sincero, mi rendo conto che l’essere donna in Italia è meno facile che da altre parti. Gli importanti cambiamenti sociali del dopoguerra, derivati dal diritto al lavoro e dal diritto di voto purtroppo non sono stati seguiti dai necessari mutamenti culturali, Questi, infatti, sono stati molto più lenti e questa lentezza l’hanno pagata le donne: il delitto d’onore che è stato abolito soltanto una trentina d’anni fa è un esempio aberrante di ciò. Ma il fenomeno del femminicidio di questi ultimi anni mi sembra uno stretto parente dello stesso, come è della stessa famiglia quello che sembra essere diventato lo sport nazionale ovvero la divulgazione di video privati messi in rete con lo scopo di screditare la ragazza di turno.
4) In quest primi cinquant’anni di Repubblica la politica non è stata granché capace, probabilmente poco interessata, a disegnare uno Stato, una Nazione, che tenesse conto delle esigenze delle donne-madri-lavoratrici-mogli ignorandone spesso volutamente gli enormi sacrifici.
A nome degli uomini mi scuso per tutto questo.
Credo, e ne sono convinto, che un maggiore apporto delle donne alla politica non possa che fare bene alla nostra Nazione, ma sono da sempre contrario alle quote rosa, alle riserve indiane, alla ghettizzazione di un genere, che proprio perché uguale, ugualmente deve essere trattato.
Abbiamo bisogno della vostra passione, della vostra forza, del vostro pragmatismo per risollevare questo Paese e condurlo fuori da una crisi che rischia a lungo andare di riportarci indietro di cento anni, a quell’otto marzo di “pane e rose”.
Venendo alla nostra #guidoniamontecelio la situazione non è dissimile e ritengo ugualmente attenzionabile. Auspico che la mia città investa sempre più in persone di valore uomini o donne che essi siano.
Un consiglio mi sento di darlo alle bambine. Studiate ed impegnatevi nella vita come solo voi (donne) sapete fare poiché è certo che solo la consapevolezza di Voi può mettervi al riparo da qualsivoglia terrore.
Colgo l’occasione per ringraziarVi per tutto quello che fate (tutti i giorni), a volte senza nessun riconoscimento e Vi auguro di poter celebrare felicemente e serenamente questa giornata consapevoli della vostra fondamentale importanza.
Buon otto marzo a TUTTE!!!
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