Tutti e tre i movimenti politici API, UDC e FLI si sono radunati a Roma, il 18 dicembre c.a., intorno ai loro Leader FRANCESCO RUTELLI, PIERFERDINANDO CASINI e GIANFRANCO FINI, per una convention.
Dal mio punto di osservazione, ho potuto notare sia la grande partecipazione di popolo che l’entusiasmo per essere insieme con l’intento di cercare di dare all’Italia finalmente un progetto credibile e duraturo. Le bandiere dei vari movimenti, più volte sventolate, in particolare durante l’esecuzione dell’inno d’Italia, hanno evidenziato immediatamente che lì c’era gente consapevole della posta in gioco: le sorti economiche, sociali e morali della patria. Forse un presentimento di una futura assunzione di responsabilità per la guida del Paese? A me questo è parso di capire. Sono stato immediatamente confortato, in questa mia ipotesi, dai discorsi dei leader, che, in estrema sintesi, riferisco qui di seguito.
Ha preso la parola per primo Fini, perché impegnato subito dopo al Senato per assistere, insieme al Capo dello Stato, al Concerto di Natale. Ha esordito dicendo che il terzo Polo ha svolto con responsabilità il ruolo di opposizione e che oggi, con identica trasparenza, appoggia il governo Monti come unica alternativa al fallimento dell’Italia e che, pertanto, invocare le elezioni anticipate farebbe pagare al Paese un prezzo altissimo e chi fosse responsabile di ciò finirebbe inevitabilmente sul banco degli imputati. Applausi e sventolio di bandiere.
A seguire, Rutelli , dopo aver paventato che, se crolla il PDL, crolla anche l’esecutivo Monti , ha invitato il Pdl ad avere un atteggiamento responsabile. Parlando poi di legge elettorale, si è schierato contro il premio di maggioranza, che ha definito ” una follia, un viagra artificiale che dura per cinque anni e garantisce l’impotenza totale del governo”. Quanto al bipolarismo, ha sottolineato che ” è fallito, perché non è stato in grado di tenere insieme l’Italia”. Applausi e sventolio di bandiere .
Ha concluso la convention l’intervento di Casini, il quale, confermando la mia modesta sensazione iniziale, ha sottolineato con forza, con l’approvazione dei convenuti, che il Terzo Polo ha l’ambizione di guidare l’Italia, “aprendo una casa nuova in cui vi sia spazio non solo per le nostre sigle, ma anche per la società civile, per l’associazionismo cattolico, per le forze sociale senza le quali l’Italia non si può cambiare”. Tornando poi sul discorso del bipolarismo, già affrontato da Rutelli, il leader dell’UDC, dopo aver dichiarato che il Terzo Polo è nato per pacificare l’Italia, ha sostenuto che “il bipolarismo primitivo di coalizioni grandi, messe insieme per vincere, ma non per governare, non funziona più”. Prova di ciò -continua- sono la Lega e IDV che lo hanno liquefatto e liquidato con la loro “opposizione sbragata”. Applausi e sventolio di bandiere.
La sintesi, che vi ho presentata, non dice tutto sull’atmosfera di grande entusiasmo che ha sottolineato via via l’alternarsi degli interventi.
Io personalmente sono uscito, da questo incontro con il popolo del Terzo Polo, rassicurato e convinto che, se lavoreremo con impegno da qui alle prossime elezioni, potremo veramente arrivare a guidare l’Italia e riportarla ad avere il ruolo, che merita, di protagonista, a livello europeo e internazionale. Non resta che credere fermamente in questo destino e adoprarsi per perseguire i nobili obiettivi che la storia ci impone.
Approfitto per rinnovare a tutti voi i più affettuosi auguri di Buone Feste.