Riporto di seguito le parole che ho scritto ad un giovane e preparato militante che mi interrogava su cosa avrei fatto a seguito dell’abbandono da parte di Rutelli dell’ipotesi Terzo Polo per tornare a fianco del PD in una coalizione di sinistra – centro.
Api era nata nel segno di una tensione consapevole e lucida, sempre ispirata alle convincenti e condivise parole del Presidente Rutelli che “non si devono rincorrere le analisi e le ricette di un passato di sinistra… Occorrono soluzioni nuove, cui dare anche nomi nuovi”.
Nasce e si sviluppa su questa linea, volta al superamento delle stantie e dannose categorie politiche, che hanno contraddistinto gli ultimi venti anni della politica nazionale, nella cosciente e ormai diffusa considerazione che questo bipolarismo muscolare, oltre ad essere dannoso, risulta oggi superato.
Oggi non è più chiaro il progetto politico che è alla base delle recenti scelte e che probabilmente sarà l’orizzonte costitutivo delle prossime. Noi di Guidonia, e non solo noi, non abbiamo condiviso, in seno all’Assemblea nazionale del Partito, il ritorno al passato né tantomeno la nostra adesione alle primarie del centro – sinistra, dovendoci – tra l’altro – scoprire ospiti, nel migliore dei casi tollerati. Noi non possiamo stare su questa linea politica di retroguardia ed opposta a quella che rappresentava la matrice culturale ispirativa di Alleanza per l’Italia.
La rispettiamo, ma non è la nostra. Non si può uscire da un partito, che si ritiene mai nato e poi partecipare ai riti del centro sinistra dimenticandosi che, per tre anni, difficili e per taluni aspetti dolorosi, si è contestato il Bipolarismo e si è lavorato per il Terzo Polo, rectius Nuovo Polo.
Intendiamo, invece, rafforzare il nostro impegno, volto alla costruzione di una terza via, alternativa allo schematismo semplificato ed insufficiente di questa politica italiana ed intendiamo garantire ogni sforzo ed energia all’impegno che insieme abbiamo assunto: assicurare ai democratici, moderati e riformisti italiani una nuova proposta politica “imperniata sul rifiuto di ogni demagogia e populismo, che parli il linguaggio della verità e della serietà”.Un’impresa plurale da condividere con altri, per dare all’Italia una prospettiva di governo stabile e forte, “capace di ascoltare le fasce deboli della nostra popolazione e di modernizzare un Paese” che merita di più di quanto fin qui è stato fatto.
Personalmente, mi spiace non poter condividere il percorso politico con persone stimabili, ma considero il PD un fenomeno da baraccone, una sorta di uomo con 4 gambe o con tre braccia da esibire al circo come si faceva fino a cinquant’anni fa.
Ad maiora