Ieri il grido d’allarme del governatore Mario Draghi, che ha ricordato come i giovani siano le prima vittime della crisi. Oggi gli spaventosi dati divulgati dall’Istat sulla disoccupazione giovanile, che ha raggiunto proporzioni drammatiche. Secondo i dati un giovane su tre e’ senza lavoro, addirittura uno su due nelle aree piu’ svantaggiate del Paese. Due voci che confermano il fallimento del governo e della sua disastrosa politica economica”. Cosi’ Luciano Nobili, portavoce romano di Alleanza per l’Italia, che aggiunge: “Non solo questo esecutivo non fa riforme e premia gli evasori, salvo pentirsene quando e’ troppo tardi, non solo – spiega – moltiplica la spesa inutile, correndo ai ripari quando i soldi sono gia’ stati buttati, ma il prezzo piu’ caro della sua incapacita’ e mancanza di coraggio lo fa pagare ai giovani, che, anziche’ essere la risorsa su cui puntare, come accade in tutte le economie in salute, sono tenuti fuori dal mercato del lavoro. Ma un Paese che ragiona cosi’ e’ destinato a implodere”. Nobili continua reputando “desolante” il panorama “pero’ – precisa – la cosa che piu’ sconcerta e’ l’assordante silenzio del ministro delle Politiche giovanili (anzi della Gioventu’, come piace dire a lei) Giorgia Meloni.
Non una parola, non un intervento, non una battaglia sulle scelte del governo, che continua a ipotecare il futuro delle giovani generazioni. Cosa ne pensa di tutto questo il ministro Meloni? Quando tornera’ a far sentire la sua voce?”.
L’esponente di Alleanza per l’Italia ricorda che sull’home page del sito del ministero campeggia il prossimo appuntamento organizzato:”una bella convention sulla salute e il benessere dei giovani europei. Sarebbe piu’ utile – conclude – interessarsi al presente e al futuro di tanti suoi coetanei che non hanno la fortuna, come e’ capitato a lei, di avere qualcuno che li scelga per fare il ministro, e che si domandano come si fa a vivere in un Paese che ignora il merito e premia i garantiti”.
L’exodus rovesciato
Riporto da “Repubblica” il fondo di Gad Lerner
TEL AVIV – Dalla spiaggia di Tel Aviv guardiamo il Mediterraneo incendiato dall’inconfondibile luce del Levante e proviamo un senso di vergogna, come di profanazione per quello che vi è accaduto nell’oscurità. Non si sono certo fatti onore i marinai d’Israele, protagonisti di un arrembaggio dilettantesco e cruento. Una delle pagine più oscure nella storia di Tzahal. Tanto più che spezza inavvertitamente l’equilibrio strategico mediorientale in cui la Turchia rivestiva una preziosa funzione di stabilità, e coalizza una vasta ostilità internazionale contro lo Stato ebraico.
Può anche darsi che stringendo gli occhi a fessura sul riverbero del mare la maggioranza degli israeliani sia trascinata dall’esasperazione a sussurrare tra sé l’indicibile – “ben gli sta, se la sono cercata” – ma ciò non ribalta il bruciore della sconfitta morale. Il paese è sotto choc, soggiogato dal senso di colpa. Vorrebbe giornalisti in grado di spiegare la strage come legittima autodifesa. S’immedesima nei militari feriti, e così la tv giustifica i primi marinai saliti a bordo della “Mavi Marmara”: hanno vissuto attimi di terrore, una situazione analoga a quella dei due soldati linciati dieci anni fa nel municipio di Ramallah. Ma suda vistosamente l’ammiraglio Eliezer Merom, seduto accanto al ministro della Difesa, Ehud Barak, quando tocca a lui giustificare una provocazione cui i suoi uomini, come minimo, non erano preparati. I portavoce governativi balbettano più volte la parola “rammarico”. Rispondono a monosillabi sotto l’incalzare dei reporter. Né giova alla credibilità internazionale d’Israele che il primo incaricato di rilasciare dichiarazioni ufficiali sia stato il viceministro degli Esteri, Danny Ayalon, esponente del partito di estrema destra “Israel Beitenu”: fu proprio Ayalon l’11 gennaio scorso a offendere di fronte alle telecamere l’ambasciatore turco Oguz Celikkol, fatto sedere apposta su una poltrona più bassa della sua e preso a male parole. Rischiando di interrompere già allora le relazioni diplomatiche fra i due più importanti partner degli Usa in Medio Oriente.
Oggi il trauma del distacco fra Israele e la Turchia è irrimediabilmente consumato. Non a caso il governo di Ankara aveva appoggiato la Freedom Flotilla dei pacifisti, salpata dalle sue coste con l’intenzione di un’esplicita azione di disturbo ai danni di Netanyahu. Israele è caduto in pieno nella provocazione.
E’ un tale disastro geopolitico, la contrapposizione al più importante paese islamico della Nato, oggi attratto nel gioco delle relazioni spregiudicate con la Siria e con l’Iran, da lasciar intuire che possa esservi stato un calcolo in tale follia: cioè che la destra israeliana al governo, già invisa all’amministrazione Obama, scommetta di sopravvivere praticando il tanto peggio tanto meglio. Netanyahu, ricattato alla sua destra, esercita una leadership fragile, piuttosto spregiudicata che coraggiosa. Ciò che lo assoggetta alle ricorrenti tentazioni d’azione militare dell’alleato laburista, politicamente sprovveduto, Ehud Barak. Il governo d’Israele si comporta come se non fosse mai avvenuto il ritiro dalla striscia di Gaza. Ha lasciato nelle mani di Hamas e dei suoi sostenitori internazionali l’arma propagandistica dell’embargo cui è sottoposta una popolazione di un milione e mezzo di abitanti. Cerca di mobilitare contro Barack Obama e Hillary Clinton la comunità ebraica statunitense, sottovalutando i dilemmi morali e le perplessità che il suo oltranzismo ha generato in quella che non è certo più una lobby compatta.
E’ coltivando il mito della propria autosufficienza, l’illusione di contenere sempre nuovi nemici grazie alla superiorità tecnologica e militare, che Israele è andata a infilarsi nella trappola della Freedom Flotilla. Incapace di trattare con cinismo distaccato un’iniziativa umanitaria sponsorizzata da tutti i suoi peggiori nemici. Non poteva limitarsi a bloccare fuori dalle acque territoriali il convoglio ostile? Perché la Marina è stata chiamata a dare una tale prova di arroganza e inefficienza? Male informata, come minimo, forse beffata nel corso di trattative ufficiose, ha suggellato un disastro politico.
Ma i calcoli strategici restano in secondo piano di fronte al turbamento delle coscienze.
Il blocco militare del Mar di Levante evoca troppi simboli dolorosi nel paese che coltiva la memoria dei sopravvissuti alla Shoah quasi alla stregua di una religione civile. Impossibile sfuggire alla suggestione che in una tiepida notte d’inizio estate le acque del Mediterraneo abbiano vissuto un Exodus all’incontrario. Non certo perché i militanti e i giornalisti a bordo della flotta che intendeva violare l’embargo di Gaza siano paragonabili ai 4500 sopravvissuti dei lager che le cacciatorpediniere britanniche speronarono nel 1947 al largo di Haifa, impedendo loro di approdare nel nuovo focolare nazionale ebraico. Ma perché quell’arrembaggio sconsiderato in acque internazionali, senza che Israele fosse minacciato nella sua sicurezza, discredita uno dei suoi valori fondativi: la superiorità morale preservata da una democrazia anche nelle circostanze drammatiche della guerra.
Per questo nell’opposizione al governo di destra echeggiano parole gravi, accuse di follia: “Chi ha agito con tanta stupidità deve rendersi conto che ha sporcato il nome d’Israele”, scrive per esempio il vecchio pacifista Uri Avnery.
Con timore mi sono presentato in serata all’incontro organizzato dall’istituto italiano di cultura, cui partecipava un centinaio di ebrei d’origine italiana. Mi avrebbero accusato come altre volte di tradimento, di scarsa lealtà alla causa israeliana? Lo scoramento, inaspettatamente, prevaleva sulla recriminazione. Nessuno dei partecipanti ha speso una parola per difendere l’operato del governo e di Tzahal. Il disastro politico veniva riconosciuto coralmente, chiedendosi semmai chi possa metterci una buona parola per segnalare all’estero l’angoscioso senso d’accerchiamento vissuto dagli israeliani.
E’ giunto ieri a Tel Aviv, per dialogare con la leader dell’opposizione Tzipi Livni, il filosofo francese Bernard Henry Levy. Filoisraeliano convinto, all’inizio del 2009 appoggiò perfino la spedizione punitiva “Piombo fuso” scatenata da Olmert contro Gaza. Ma oggi Henry Levy è tra i primi firmatari di un “Appello alla ragione” di varie personalità ebraiche d’Europa, collegate a un analogo movimento ebraico statunitense, denominato “J call”. Sono esponenti moderati, sionisti, solo in minima parte ascrivibili alla sinistra politica, che ora denunciano l’evidente ostilità del governo Netanyahu ai tentativi diplomatici messi in atto dalla Casa Bianca per costituire in tempi brevi uno Stato palestinese che viva in pace con Israele. Auspicano un ricambio di maggioranza politica a Gerusalemme, e di certo la segreteria di Stato americana condivide tale speranza: ha usato parole molte prudenti nel commentare la strage in mare. Ma il dispetto di Obama è gravido di conseguenze che gli israeliani percepiscono sotto forma di incubo dell’abbandono.
Con sollievo si è constatato che, per ora, il crimine marittimo non pare causa sufficiente a scatenare la prossima Intifada, cioè la rivolta interna degli arabi col passaporto israeliano. Ma non ci sono soltanto gli equilibri dei governi e della geopolitica mediorientale, in bilico. Chi protesta, o anche solo chi si vergogna in silenzio, avverte il pericolo che il paese cui è legato da un vincolo indissolubile di parentele e sentimenti, degradi nel disonore. In quello splendido mare infuocato, l’epopea dell’Exodus sta facendo naufragio.
Comune di Guidonia… e crisi economica!
Mentre tutto il mondo si interroga sui percorsi virtuosi da intraprendere per uscire dalla crisi economica mondiale, mai così violenta e dannosa.
Mentre anche il nostro Governo dopo l’ottimismo profuso a piene mani e contraddetto da una manovra dai contorni ancora vaghi, ma certamente duri, impone sacrifici a 360°.
Mentre le famiglie e ancor più quelle del nostro comprensorio faticano a sopravvire,
il nostro Comune oltre a spendere, come mai prima, per uno staff del Sindaco in cui le voci si sono moltiplicate, con incarichi non necessarii e di difficile configurazione, determinati più per la necessità di rispondere ad istanze politiche che progettuali e programmatiche,
implementa le tariffe, da quelle relative agli scuolabus a quelle della mensa, per finire con la nettezza urbana e non trova di meglio da fare che spendere ingenti somme di denaro in feste, sagre, appuntamenti pseudo – culturali di dubbio valore invece di investire, magari, in un welfare più efficiente e diffuso
Questi sono gli effetti della Giunta del rigore – morale di cui il Sindaco Rubeis si faceva paladino… dall’opposizione!!!
Dal soffitto del container- scuola si stacca la plafoniera, un’alunna di dieci anni e la maestra finiscono al pronto soccorso
Riporto da lavocedelnordestromano.it
COLLE FIORITO DI GUIDONIA – Trauma cranico e cinque giorni di prognosi. Questo il referto del pronto soccorso per Chiara, 10 anni, dopo che una plafoniera “piovuta” dal soffitto della scuola l’ha colpita alla testa. Il pezzo di controsoffitto è caduto alungo il corridoio del container che ospita da sette anni due classi elementari del Quinto Circolo in via Rosata, a Colle Fiorito di Guidonia. L’incidente, avvenuto alle 14 di lunedì scorso, ha determinato la chiusura del prefabbricato e il conseguente spostamento degli alunni all’interno delle aule adibite a laboratori della sede adiacente. Accanto alla bambina, l’insegnate, trasportata anche lei come la piccola in ambulanza al San Giovanni Evangelista dove le hanno dovuto somministrare un antidolorifico prima della diagnosi: contusione alla spalla destra. Ad assistere all’incidente, l’amichetta del cuore della bimba, colpita di striscio. Gli alunni stavano rientrando nelle aule dopo la mensa quando all’improvviso il neon si è staccato ed è venuto giù in un secondo. “Oltre al colpo in testa – racconta Loretta, la mamma – mia figlia ora è spaventata, con lei tutti noi. Una cosa è certa. Nel container mia figlia non ci rientra. Fanno fare lezione ai bimbi in questo prefabbricato che sta marcendo ogni giorno che passa. Senza manutenzione. Che razza di agibilità può avere, tra l’altro col soffitto intriso di acqua? Si poteva temere il peggio – prosegue la signora -. Noi che garanzie abbiamo?” (28 maggio 2010)
Contrarietà di API al ddl Intercettazioni
Adesso discutiamo, troviamo le soluzioni. Credo che l’opposizione non debba dare alla maggioranza pretesti per mettere la fiducia. Discutiamo nel merito, affrontiamo gli emendamenti, miglioriamo radicalmente questa legge”. Secondo il leader di Api “c’è per forza” uno spazio di discussione, perché “una legge illegittima non andrebbe lontano, sarebbe invalidata e darebbe ancor più incertezza a chi vuole contrastare il crimine e tutelare la privacy”.
Ministeriali a fare la spesa
L’INCHIESTA
Le telecamere riprendono le uscite fuori orario dei dipendenti delle Infrastrutture: truffa allo Stato
Il ministro dei Trasporti Matteoli (foto LaPresse)ROMA – Un centinaio di indagati, fra civili e militari, nella sede distaccata del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, in via dell’Arte, all’Eur. A incastrare decine e decine di impiegati le telecamere che da anni non funzionavano, nell’atrio della sede del dicastero, ma sarebbero state messe in uso ai primi sospetti che qualcuno, in orario di lavoro, si dedicasse ad altro: fare spesa, stare con i figli, prendersi un caffè. Ed è già polemica sul «Grande Fratello» al ministero, un occhio indiscreto che nel riprendere i lavoratori della cui lealtà si dubitava si dev’essere per forza soffermato anche sugli altri. Secondo gli avvocati di alcuni indagati, le riprese non erano previste da un accordo sindacale, né c’era una richiesta del pm che giustificasse la loro visione preventiva per ricostruire fotogramma dopo fotogramma l’andirivieni degli impiegati.
Secondo la procura, l’escamotage per uscire in orario di lavoro era duplice: chi per guadagnare l’uscita s’infilava fra i tornelli, del tipo in uso nelle metropolitane, con le due porte scorrevoli trasparenti mai perfettamente allineate. E chi, invece, si faceva prestare il cartellino da altri per andare fuori dall’ufficio quando avrebbe dovuto invece sedere alla scrivania. Unico, invece, il reato contestato: truffa ai danni dello Stato. «Violazione dell’articolo 640 comma secondo del codice penale – si legge nel provvedimento con cui è stata formulata l’accusa – perché con artifizi e raggiri, il dipendente tenuto ad un determinato orario, si allontanava dal luogo di lavoro, senza segnalare l’allontanamento e il rientro in ufficio mediante il badge in dotazione, procurandosi un ingiusto profitto, costituito dalle retribuzioni per attività non svolta, in danno del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti».
La sede del ministero delle Infrastrutture all’Eur (Jpeg)A via dell’Arte sono in corso gli interrogatori. Talmente complesse, le indagini disposte tra gli altri dal pm Mario Ardigò, che si è deciso di dividere gli impiegati in scaglioni, con fasce orarie diverse, perché accanto a chi è già stato iscritto nel registro degli indagati c’è una massa di dipendenti sentiti, per ora, come «persone informate sui fatti». A far deflagrare l’inchiesta – appoggiata, sembra, dal ministro Altero Matteoli, che vuole venga fatta luce su questa storia – la classica soffiata. Alcuni lavoratori avrebbero segnalato i comportamenti anomali dei colleghi a chi si occupa del personale. E sarebbe bastato poco – appunto l’analisi delle immagini delle telecamere sistemate nella sede distaccata del dicastero – per dare conferma ai sospetti. Come riferimento è stata presa la settimana dal 12 al 19 marzo scorso: persone immortalate alle 12.30 all’esterno del tornello, avrebbero dovuto essere, a quell’ora, in ufficio. Non sono serviti approfondimenti particolari.
Mentre le indagini vanno avanti, facendo emergere fra l’altro una compravendita di tagliandi per il parcheggio che si trova nei pressi degli uffici, le difese hanno già pronti argomenti decisivi. Primo fra tutti, quello appunto delle immagini «rubate». «Non è una nostra invenzione – puntualizza l’avvocato Claudio Natale – ma è il Garante della privacy a dire che per riprendere i lavoratori occorre avvertire il responsabile sindacale dell’azienda, e non ci risulta sia accaduto in questo caso. Quindi le riprese sono illegittime». Secondo punto: «Un conto è mancare due ore dal lavoro. Un altro è andare fuori per la pausa pranzo, ad esempio dalle 12.30 alle 13 anziché dalle 14 alle 14.30, visto che a via dell’Arte manca la mensa interna e quelle di altri istituti vicini osservano un determinato orario. Alla fine della giornata, il tempo passato in ufficio è lo stesso. Non c’è nessun ingiusto profitto. Eppoi, non viene contestato un allontanamento sistematico, ma per due, tre volte in quindici giorni». Più o meno le stesse obiezioni da un altro legale, il professor Leonardo Mazza, che solleva anche lui dubbi sulla «conformità delle riprese filmate degli ingressi e delle uscite dei lavoratori. Gli indizi sono labili, le contestazioni minime, come essere usciti un’ora prima del previsto. Inezie». L’inchiesta è ancora agli inizi, tutto ancora da verificare. Dal ministero, la linea che per ora prevale è quella del riserbo. Poco o nulla da via dell’Arte, dove è ormai impossibile far finta di nulla, con tale scompiglio. Viene solo ribadita la «piena fiducia nella magistratura, l’unica che può dare contorni più precisi a questa vicenda».
Laura Martellini
articolo a pagina 3 della Cronaca di Roma del «Corriere» in edicola
24 maggio 2010
Sparatoria in Piazza della Repubblica a Villalba
da “laVocedelnordestromano.it”
22 maggio, 2010
VILLALBA DI GUIDONIA – Ha tirato fuori la pistola e sparato contro un trentottenne con il quale aveva discusso poco prima nel bar. E’ successo stasera, intorno alle 18 e 30, in piazza della Repubblica. M. L. è stato trasportato in gravissime condizioni all’ospedale di Tivoli dove è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico e poi ricoverato in rianimazione. L’aggressore, T. C., trentottenne con precedenti penali, è stato arrestato poco dopo dai carabinieri del nucleo operativo di Tivoli e della Tenenza di Guidonia. Si era rifugiato in casa di un amico a via Trieste, finito in manette anche lui per favoreggiamento. Per entrare nell’appartamento i militari hanno dovuto far sfondare la porta dai vigili del fuoco. “Ero stanco di essere considerato un debole, il ‘soggetto’ e allora gli ho sparato”. E’ questo che ha detto ai carabinieri l’uomo durante l’interrogatorio. “Tanto non avrai mai il coraggio di darmi un cazzotto” gli avrebbe detto la vittima e a quel punto l’uomo ha impugnato la pistola. “Anche se Bruce Lee era il più forte di tutti – ha commentato ancora con i carabinieri – con un solo colpo poi anche lui è stato ammazzato”. T. C., che assume psicofarmaci, ha detto di essere molto depresso perché ha problemi con la moglie.
Comunicato stampa
Riporto di seguito il comunicato stampa, che ieri è stato inviato dall’API di Guidonia Montecelio:
Il giorno 18 Maggio c.a. si è costituito a Guidonia Montecelio il Comitato Promotore di Alleanza per l’Italia.
Al Comitato Promotore hanno aderito: Paolo Ruggeri, Paolo Giammaria, Tiziano Fabi, Corrado Falasca, Filippo Lippiello, Paolo Morelli, Aldo Cerroni, Mauro De Santis, Pasqualino Rossi, Antonio Muratore, Arturo Giura.
Il Comitato ha individuato come coordinatore Paolo Ruggeri.
Il gruppo consiliare di Alleanza per l’Italia in seno al Consiglio comunale di Guidonia Montecelio, si costituisce con l’adesione dei Consiglieri: Filippo Lippiello, Aldo Cerroni e Paolo Giammaria.
Alleanza per l’Italia è un movimento politico che nasce l’11 e il 12 dicembre 2009 a Parma e che si riconosce nel “Manifesto per il cambiamento e il buon governo”.
E’ un’alleanza tra persone, realtà territoriali e associative provenienti da esperienze diverse, che organizzano un nuovo progetto politico.
Vuole rappresentare – anzichè un partito in più – il nucleo promotore di un’ampia e coerente aggregazione: democratica, liberale, popolare, riformatrice.
Si oppone al populismo della destra, imperniato sul patto Berlusconi -Lega, che divide il Paese; critica quelle opposizioni che non riescono a proporsi come alternativa, tra un Pd di sinistra e una corrente giustizialista illiberale.
Vuol mettere fine alla contrapposizione cieca che impedisce di valorizzare i diversi compiti di maggioranza e opposizione, di preservare il senso dello Stato e di ricercare il bene comune.
L’attuale bipolarismo ammalato è indifendibile; una moderna democrazia dell’alternanza deve consentire l’accesso e la partecipazione di chi è escluso o si tiene lontano dalla politica. Per riuscire, è indispensabile una grande forza su cui far convergere dagli attuali schieramenti in guerra, democratici e riformatori; moderati e liberali.
A Guidonia Montecelio, ci prefiggiamo di essere propositivi e protagonisti della scena amministrativa, non omologati nell’antagonismo fra i due poli. Al contempo vogliamo essere fieri oppositori di tutte quelle iniziative portatrici di biechi interessi di parte contrarie all’interesse comune. Siamo convinti di poter essere propositori di un’alternativa politico – amministrativa che si apra al dialogo, privilegiando quegli interlocutori che intendano smarcarsi dagli eccessi della politica strillata priva di contenuti, ormai impresentabile e non più credibile.
Si inizia!
Nasce il Gruppo consiliare API e Coordinamento comunale
Oggi con una conferenza stampa indetta per le ore 11.00 si costituisce a Guidonia ufficialmente Alleanza Per l’Italia.
Verrà, infatti, presentato il comitato promotore e il coordinatore dellostesso.
Il coordinatore è PAOLO RUGGERI, persona capace, ex consigliere comunale con esperienze pregresse di direzione di formazioni politiche.
Lo definirei la persona giusta, al posto giusto… nel momento giusto.
Con la costituzione del comitato promotore viene costituito anche il gruppo consiliare.
Lo stesso composto oltre che dal sottoscritto anche da Paolo Giammaria e dall’ex Sindaco Lippiello sarà formalizzato in Aula nella prossima seduta del Consiglio comunale.
Buone notizie!
A breve la differenziata anche a Villanova/Villalba/La Botte/Bivio/Albuccione/Castell’Arcione!
Come voi tutti ricordate, per avervi io tempestato di post sulla differenziata su tutto il territorio di Guidonia Montecelio è stato avviato con serietà da parte della precedente amministrazione il progetto di raccolta differenziata.
L’attivazione di questo servizio avverrà in tre lotti. Il primo è già partito e sta dando buoni frutti e fra qualche giorno partirà anche il secondo lotto che riguarda le frazioni Villanova/Villalba/La Botte/Bivio/Albuccione/Castell’Arcione.
Tale progetto si spera che consentirà al Comune di raggiungere gli obiettivi fissati dal decreto Ronchi e dal D. lgs. 152/06.
Il passaggio dalla raccolta differenziata stradale alla raccolta porta a porta permetterà anche di razionalizzare efficacemente la gestione dei rifiuti e di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente.
Precedentemente all’attivazione di ciascun lotto verranno consegnati agli utenti i contenitori in
comodato d’uso gratuito (sacchi e bidoncini carrellati).
Insieme ai nuovi contenitori verrà consegnato un calendario che indicherà i giorni e gli orari di
ritiro o svuotamento.
Con il nuovo servizio verranno raccolte e smaltite separatamente quattro frazioni di materiali:
• Nel sacchetto biodegradabile e poi nel contenitore marrone, gli scarti alimentari e organici
• Nei sacchi o bidoncini carrellati gialli, gli imballaggi in plastica e metallo
• Nel contenitore bianco, la carta, il cartone e il cartoncino
• Nel bidoncino carrellato grigio, i materiali non riciclabili
La raccolta del vetro continuerà ad avvenire con le campane stradali per le utenze domestiche.
Le utenze non domestiche che producano questo rifiuto devono consegnarlo col sistema “porta a
porta” nel giorno prestabilito con il bidoncino carrellato verde.
Tutte le informazioni relative all’attivazione del nuovo servizio potranno essere richieste presso i
punti informativi e gli incontri pubblici che saranno organizzati per favorire l’incontro tra
Amministrazione comunale e cittadini e discutere insieme vantaggi e prospettive legate al nuovo
servizio di raccolta differenziata porta a porta.
Le date e i luoghi degli incontri pubblici e dei punti informativi verranno pubblicizzati tramite
locandine che verranno affisse presso esercizi commerciali e uffici pubblici.
Con l’attivazione del nuovo servizio sarà inoltre possibile ai cittadini che possiedono orti o giardini
smaltire in modo autonomo gli scarti alimentari e organici chiedendo in affidamento una
compostiera domestica.
E’ importante informare tutti i residenti del Comune che sono previsti
I SEGUENTI SERVIZI GRATUITI PER LE UTENZE DOMESTICHE
chiamando il numero verde
1. Ritiro a domicilio di scarti vegetali (potature/sfalcio erbe e cespugli)
4 chiamate all’anno
2. Ritiro a domicilio di rifiuti urbani ingombranti.
4 chiamate all’anno
3. Ritiro dei rifiuti inerti di utenze domestiche provenienti da manutenzioni ordinarie e
straordinarie (demolizioni rivestimenti, pavimenti e intonaci) limitatamente a mc. 0,5 a
chiamata.
TUTTI I MATERIALI di rifiuto urbano possono essere
conferiti gratuitamente presso
L’ISOLA ECOLOGICA
appositamente resa disponibile gratuitamente ai residenti del Comune
Via dei Faggi n.61 traversa di via LAGO dei TARTARI Loc. Bivio di Guidonia “Siderurgica Tiburtina”
INGOMBRANTI
POTATURE
RAEE (ELETTRODOMESTICI, HI FI, ecc.)
PNEUMATICI
BATTERIE AL PIOMBO ESAUSTE
PILE AL NICHEL CADMIO
Una buona notizia!
Ad maiora