4° GIORNATA MONDIALE DELLA LENTEZZA: 15 MARZO 2010.

 Rallentare per uno sviluppo economico in armonia con l’uomo e con l’ambiente

La 4° Giornata Mondiale della Lentezza, ideata dalla nostra organizzazione onlus per riflettere su ritmi di vita più umani, si celebrerà in Italia e nel mondo lunedì 15 marzo 2010, il tema di quest’anno è Rallentare per uno sviluppo economico in armonia con l’uomo e con l’ambiente.

In questa occasione saremo anche a Shanghai, città sede dell’Expo 2010, ma  tutti potete partecipare, creando il vostro evento nella vostra città o altrove  (va bene anche rientrare presto dal lavoro!) che sia un gesto di gentilezza verso noi stessi o gli altri o l’ambiente.

 

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Concorsi Comune di Roma

 

Come molti di voi già sapranno sono usciti 23 bandi di Concorso  per un totale di 1995 posti messi a bando.

Dato l’obiettivo di modernizzare la macchina comunale, per la prima volta nella storia del Comune di Roma saranno assunti “esperti” come informatici e telematici. Ai concorsi che richiederanno la  laurea potranno partecipare sia chi ha il titolo triennale che i laureati ai corsi di 4-5 anni del vecchio ordinamento. Nessun limite di età previsto, salva l’età pensionabile. Unica eccezione, un massimo di 36 anni per gli aspiranti istruttori di Polizia Municipale.

Oltre ai 1.995 posti da nuovi concorsi, verranno aggiunti 215 unità provenienti dagli uffici di collocamento (in prevalenza per mansioni legate all’ambiente) e 400 idonei all’ingresso nella Polizia Municipale e 712 scorrimenti di diverse graduatorie. Il totale delle nuove assunzioni sale dunque a 3.322 e rispetta le previsioni della pianta organica 2010-2012.

 

Ecco, tratti dal sito del Comune di Roma, tutti i prossimi concorsi:

Esperto gestione delle entrate, 5 posti.
Esperto controllo di gestione, 25 posti.
Esperto normativa in materia di lavori pubblici e finanza di progetto, 7 posti.
Esperto sviluppo servizi informatici e telematici, 197 posti.
Esperto in merceologia delle derrate agroalimentari, 3 posti (per questi profili professionali sono richiesti: laurea e titolo di specializzazione post laurea, attinenti al profilo messo a concorso).
Architetto, 136 posti.
Ingegnere, 87 posti (titoli richiesti: laurea e superamento dell’esame di Stato per l’esercizio della professione).
Funzionario amministrativo, 110 posti.
Funzionario economico-finanziario, 10 posti.
Funzionario biblioteche, 43 posti.
Funzionario processi comunicativi e informativi, 50 posti.
Statistico, 19 posti.
Dietista – 57 posti.
Restauratore conservatore, 3 posti.
Curatore archeologo, 14 posti.
Curatore storico dell’arte, 20 posti.

Geologo, 4 posti (richiesta, per questi profili professionali, la laurea attinente).
Istruttore amministrativo, 300 posti (titolo richiesto: qualunque diploma di scuola secondaria).
Istruttore polizia municipale, 300 posti (titolo richiesto: qualunque diploma di scuola secondaria; età massima per partecipare, 36 anni).
Istruttore economico, 155 posti (titolo richiesto: diploma di maturità tecnico-commerciale – ex ragioneria).
Istruttore servizi culturali, turistici e sportivi, 150 posti (titolo richiesto: diploma di maturità classica, scientifica, artistica, tecnica per il turismo).
Insegnante scuola dell’infanzia, 300 posti (titolo richiesto: laurea in scienze della formazione primaria o titolo abilitante all’insegnamento, per legge conseguito entro l’anno scolastico 2001-2002).

Ad maiora

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Pietrino Vanacore muore suicida

Pietrino Vanacore muore suicida, restano i misteri di via Poma

Oggi autopsia sul corpo dell’ex portiere coinvolto poi prosciolto

Vent’anni dopo, un suicidio che non chiarisce i misteri di via Poma. Sarebbe dovuto tornare in un’aula di giustizia venerdì prossimo, questa volta come testimone, Pietrino Vanacore, l’ex portiere dello stabile in cui il 7 agosto del 90 fu uccisa Simonetta Cesaroni. Ma non varcherà la soglia della della III Corte d’Assise dove viene giudicato l’ex fidanzato di Simonetta, Raniero Busca. Con la sua morte, annegato vicino Taranto dove viveva, non si dirada il mistero. Solo un bigliettino ritrovato nell’auto con scritto: “20 anni di sofferenze e di sospetti ti portano al suicidio”. La Procura di Taranto ha comunque aperto un fascicolo d’inchiesta. Oggi alle 11 ci sarà l’autopsia disposta dalla magistratura. Davanti ai giudici, Vanacore avrebbe potuto avvalersi della facoltà di non rispondere, per essere stato coinvolto per l’accusa di favoreggiamento nel primo processo e poi essere stato completamente prosciolto. Era stato comunque citato, per venerdì prossimo, come testimone nel procedimento a carico di Raniero Busco, ex fidanzato di Simonetta. Nel garage dell’abitazione di Vanacore è stata trovata una bottiglia contenente un residuo di sostanza anticrittogammica, diluita con acqua. Di qui l’ipotesi che l’uomo, prima di compiere il gesto estremo, abbia ingerito il potente veleno per provocarsi uno stato di incoscienza. D’altra parte, Vanacore è stato trovato appeso ad un alberello, con una corda legata alla caviglia sinistra, lunga abbastanza da farlo rimanere immerso nelle acque marine sottostanti. Tutto lascia pensare ad un sistema studiato nei dettagli per soffrire poco, per morire con certezza e per far ritrovare il corpo. Non e stato possibile sentire la moglie di Vanacore. La donna, già in stato di prostrazione, al momento dell’interrogatorio è stata colta da malore. La nipote di Vanacore, invece, ha fornito qualche elemento di conferma all’ipotesi del suicidio riferendo che dal momento in cui lo zio aveva ricevuto l’atto di comparizione al tribunale di Roma, sarebbe diventato particolarmente nervoso ed ansioso, tanto da far ricorso a tranquillanti e sonniferi per dormire. Aqu-Cro.
Ad maiora
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Regionali 2010

Come preannunciato, ho concluso il giro di consultazioni fra i candidati della lista Polverini per scegliere il candidato che più potesse dare al nostro territorio e alla nostra gente.

Ho scelto, pertanto, di sostenere GIANFRANCO BAFUNDI, che, tra l’altro, è già aderente ad Alleanza per l’Italia ed è persona semplice ed onesta!

Venerdì sera organizziamo per lui una cena di conoscenza e di inizio di campagna elettorale. Chi volesse intervenire è pregato di contattarmi all’indirizzo aldo.cerroni@alice.it

Di seguito riporto la lettera, che ho scritto agli amici per invitare a votare e a far votare BAFUNDI.

Carissimo         

a breve, il 28 e 29 marzo prossimi, si svolgeranno le elezioni regionali.

Come sempre, vengo a te per informarti e per invitarti a votare liste e candidati che io ritengo in grado di risolvere problemi reali del nostro territorio.

Come tu sai, dalla lista civica Democratici per Guidonia, movimento di transizione, che ha partecipato alla competizione nelle ultime elezioni comunali, ho aderito al nuovo partito Alleanza per l’Italia (API).

Alle prossime elezioni regionali questo movimento, essendo appena nato, non parteciperà con il suo simbolo alla competizione.

 

Ti invito, pertanto, a dare la tua preferenza, insieme a quella dei tuoi familiari e amici, ad un candidato aderente al nostro neonato  partito,  GIANFRANCO BAFUNDI, inserito nella lista civica Renata Polverini. Tale scelta è stata fatta perché il candidato in questione è persona affidabile e sollecita nei confronti della soluzione delle problematiche, che attengono alla nostra vita reale e ai nostri territori.

Il sostegno, che noi daremo a questo nostro candidato, costituirà, inoltre, una convinta affermazione della discontinuità con il passato.

In ogni caso, non presentandoci noi con il nostro simbolo, prego tutti coloro che dovessero nutrire qualche perplessità sulla scelta, che ho prospettato, di contattarmi, affinché io possa suggerire un’alternativa valida.

Sono certo che, come sempre, seguirai la mia politica con convinzione e con giusto spirito critico, attento, come sei, alle scelte che, di volta in volta, vanno fatte, per il bene comune.

 

Approfitto per porgere a Te e ai tuoi cari i più cordiali e affettuosi saluti, mettendomi a disposizione per qualsivoglia chiarimento.

 

Il Consigliere Comunale

Aldo Cerroni

 

 

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Lavori ACEA Villanova… cercasi!

Come voi tutti ricordate, e ne trovate traccia comunque in questo blog su articoli vecchi, l’ACEA,  grazie al lavoro di Giunte precedenti a quella Lippiello,  iniziando dalla Giunta Cerqua nel 1999, aveva stanziato 6 milioni di euro per il rifacimento di parte della rete idrica e di parte, quindi, delle strade della frazione di Villanova. La Giunta Lippiello, grazie anche alla mia personale iniziativa, aveva raddoppiato tale cifra e i denari messi a disposizione erano diventati 12 milioni di Euro.

Nel 2007 tali lavori erano anche partiti con soddisfazione di molti, anche del sottoscritto. Per fare alcuni esempi: nei Lotti Mannaresi, in Via Saffi e in Via D’Acquisto e limitrofe, in  Via Menotti, in Via Gesmundo, in Via Bernardini, in Via Pilo e limitrofe, ecc.

Insomma, quasi metà del territorio di Villanova era stato positivamente investito dai lavori ACEA.

Dico, per inciso, che la solerzia e l’attenzione ACEA fu tutt’altro che spontanea. Infatti fu necessario una continua e pedante sollecitazione,  da parte dell’Amministrazione comunale, dei Dirigenti preposti.

Con la caduta della Giunta Lippiello,  tutto si fermò! Dei lavori ACEA neanche più l’odore! E dal Comune, nè col Commissario nè col Sindaco Rubeis, nessuna sollecitazione.

Ad oggi,  non si sa che fine abbiano fatto i lavori della rete idrica previsti per Villanova e questo ha,  come conseguenza,  che anche il rifacimento delle strade risulta interrotto, poichè – proprio in previsione dei lavori ACEA – la nostra Giunta non aveva inserito le strade di Villanova nel piano delle opere pubbliche (alla loro riasfaltatura doveva provvedere ACEA).

Tutto questo nel silenzio dell’Amministrazione Rubeis di Centro Destra, ma anche del Partito Democratico e del solito Leonetti, che,  nelle scorse campagne elettorali,  si era pure attribuito il merito dei lavori ACEA.

Nei prossimi giorni presenterò un’interrogazione urgente al Sindaco e all’Assessore e vi renderò conto su queste pagine degli esiti di questa triste vicenda.

Ad maiora

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Mobilitazione per la Costituzione

Allarme per lo stato di calamità costituzionale: è quello che parte da Bologna, dai Comitati Dossetti, nati dopo l’appello lanciato nell’Aprile del 1994 da Don Giuseppe Dossetti, a difesa della Costituzione. I Comitati, sorti in tutta Italia, hanno espresso preuccupazione per le ferite cui è sottoposto l’ordinamento democratico e lo Stato di diritto. Fra tutte penso all’avvilimento del Parlamento attraverso la decretazione d’urgenza. I comitati Dossetti hanno deciso di promuovere una serie di iniziative da svolgere soprattutto nelle scuole.

Mi sembra un’ottima iniziativa.

Ad maiora

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“Libertà sul web vitale per la democrazia”

Così l’ambasciatore USA difende Google e critica la sentenza di ieri di un giudice milanese.

Riporto di seguito l’articolo del “corriere.it”

L’ambasciatore Usa difende Google:
“Libertà sul web vitale per la democrazia”

David Thorne: «Siamo colpiti. Gli abusi non sono una scusa per violare il diritto a un Internet libero»

 MILANO – La reazione di Google alla sentenza di Milano era più che attesa. Come quella dei blogger e dei siti specializzati in tecnologie di mezzo mondo, altrettanto negativa. Ma contro la condanna dei tre dirigenti di Google arrivano parole dure dall’ambasciatore americano a Roma, David Thorne. «Siamo negativamente colpiti dall’odierna decisione di condanna di alcuni dirigenti della Google Inc. Per la pubblicazione su Google di un video dai contenuti offensivi – afferma Thorne in un comunicato – . Pur riconoscendo la natura biasimevole del materiale non siamo d’accordo sul fatto che la responsabilità preventiva dei contenuti caricati dagli utenti ricada sugli Internet service provider». Nel suo comunicato, Thorne fa diretto ed esplicito riferimento alla posizione del governo Usa, diventata netta dopo il caso della censura in Cina, che ha coinvolto proprio Google. «Il principio fondamentale della libertà di Internet è vitale per le democrazie che riconoscono il valore della libertà di espressione e viene tutelato da quanti hanno a cuore tale valore- dice Thorne – . Il Segretario di Stato Hillary Clinton lo scorso 21 gennaio ha affermato con chiarezza che Internet libero è un diritto umano inalienabile che va tutelato nelle società libere. In tutte le nazioni è necessario prestare grande attenzione agli abusi. Tuttavia, eventuale materiale offensivo non deve diventare una scusa per violare questo diritto fondamentale».

La questione apre un interrogativo, che sarà sempre più pressante, sulla libertà di informazione sul web: se la rete vada organizzata e forse “censurata”, come ogni altro mass media o, invece, l’atteggiamento debba essere di estrema accondiscendenza.

Ad un prossimo post le mie sensazioni. Per ora dico che è abbastanza evidente il ruolo di supplenza svolto dalla Magistratura rispetto ad una politica inadeguata e sempre “fuori tempo”!!!

Intanto buona giornata e ad maiora

 

   

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Caro Marco, ti scrivo con franchezza

 
Così inizia una lettera aperta che Santoro ha scritto a Travaglio e che segna la fine dell’idillio… almeno speriamo!!!
La riporto integralmente.
 
 
Caro Marco,

risponderò con franchezza alla tua lettera che mi sembra venire da troppo lontano. Siamo diversi e con diverse opinioni su molte cose: legalità, moralità, libertà e televisione. Eppure forse proprio per questo siamo riusciti a diventare amici e, per un pezzo importante della nostra vita, a combattere fianco a fianco contro la censura. E’ questo l’unico vero miracolo compiuto da Silvio Berlusconi, aver intrecciato vicende professionali distanti come quelle di Biagi e Luttazzi, di Montanelli e di Sabina Guzzanti. La tua e la mia. Vivrei una tua decisione di prendere le distanze da Annozero con grande amarezza ma non per ragioni personali: perché sarebbe, in primo luogo, un torto fatto a un pubblico assai grande e, in secondo luogo, un ulteriore arretramento del confine del proibito che ormai comprende quasi tutti i fatti più scottanti riguardanti i potenti in Italia.

Non sarebbe tuttavia una tragedia o una catastrofe irreparabile. Nel corso della mia lunga esperienza televisiva tanti miei amici e collaboratori hanno scelto o dovuto scegliere di percorrere altre strade. E’ stata sempre per tutti un’occasione di rinnovarsi, una sfida per allargare gli orizzonti di quel laboratorio del quale sentiamo comunque di continuare a far parte.

Già oggi il tuo raggio d’azione è enorme: scrivi quotidianamente per il Fatto (e non solo), hai un blog seguitissimo, hai una parte da protagonista nel blog di Grillo e riempi i teatri col tuo spettacolo su Tangentopoli. Potresti quindi fare tranquillamente a meno di Annozero, senza più esporti alla fatica e allo stress del corpo a corpo televisivo dove si ha sempre la sensazione, sbagliando, di doversi giocare tutto in pochi minuti.

Una volta, quando avevi soltanto i tuoi libri, non facevi nessuna fatica ad affrontare quegli stessi “farabutti” che oggi, invece, ti appaiono interlocutori inaccettabili. Non Annozero, con i suoi milioni di ascoltatori, ma una qualunque televisione di provincia ti sembrava una buona occasione da non sprecare. Allora ero io che ti invitavo ad affaticarti di meno, a rendere più preziosa la comunicazione, a mettere un freno alla tua generosità, mentre lavoravo a migliorare le luci, la tua posizione in scena, i tempi del racconto e a inserirti più efficacemente nel contesto del programma.

Certo senza le tue straordinarie qualità di scrittore e narratore tutto questo non sarebbe servito a niente. Ma è servito. Nonostante Belpietro, Ghedini o Lupi. Loro sono sempre gli stessi. Tu sei cambiato. Non so se ti accorgi che, quando a proposito di Annozero dici che è una questione di format, stai parlando come un membro della Commissione parlamentare di vigilanza.

Non so se condividi i suggerimenti di Paolo Flores d’Arcais che pretende di spiegarmi quando spegnere e accendere i microfoni di un ospite. Un membro perfetto dell’Agcom. Un apologeta del Berlusconi-pensiero sul “pollaio”. Proprio come Furio Colombo e le sue invettive contro i talk-show. D’Arcais e Colombo sono convinti che debba regnare l’ordine del discorso (scritto) che, ovviamente, per loro non è quello del telegiornale di Minzolini ma quello di Report , celebratissimo esempio di una trasmissione basata sul principio di identità e non contraddizione.

Ora, sia ben chiaro, Report piace anche a me, e molto: lo ritengo altrettanto incompatile di Annozero con gli equilibri imposti dal conflitto d’interesse al sistema informativo. Ma non è l’unico modo possibile di fare inchiesta, come non lo era un tempo il documentario in stile Bbc. Noi proviamo a forzare la gabbia delle compatibilità, ad uscire dal seminato; per mettere a nudo le contraddizioni illiberali del palinsesto non ci accontentiamo di scavarci una nicchia alternativa. Siamo brutti, sporchi e cattivi. Raccogliamo meno consensi di Ballarò ma creiamo un maggior numero di situazioni critiche, più adrenalina, più polemiche, più brecce nella gelatina.

Perciò ho voluto e continuo a volere che, almeno per un po’ di minuti, tu occupi il centro della scena. Sei il simbolo di ciò che il recinto della televisione generalista non vuole più contenere, di tutti coloro che sono stati espulsi e non possono più rientrare. La prefigurazione di un cambiamento possibile. D’altra parte chi è espulso riesce anche a sopravvivere benissimo. Fuori dalla tv generalista l’industria culturale rende ancora possibili profitti importanti per chi produce contenuti forti; ma chi resta è meno libero e chi va via non entra più in contatto con una sterminata periferia, una enorme banlieue culturale nella quale resta confinata una buona metà della popolazione italiana. In questa periferia, almeno qualche volta, Annozero è entrato prepotentemente. Anche grazie a te, e ne vado fiero. E anche grazie a Maurizio Belpietro.

Tu, invece, pensi che Maurizio Belpietro – o Porro o Ghedini – siano soltanto un prezzo pagato alla par condicio, una legge di cui si parla senza conoscerla e di cui nessuno si occupa seriamente, quando per me rappresentano quel vuoto necessario di scrittura che rende la trasmissione imprevedibile. Perfino ciò che è successo giovedì scorso dimostra che nel nostro studio nessuno può sapere in anticipo come andranno le cose. Noi per primi.

Report ha l’andamento di un film. Annozero assomiglia ad una partita di calcio, mette in gioco non solo nozioni ma emozioni, convinzioni profonde, passioni anche viscerali. Quando il gioco diventa noioso e scontato il pubblico più infedele cambia canale. Ed è questa la ragione per cui siamo costretti a inseguire lo spettatore meno affezionato ai nostri programmi, qualche volta perfino deludendo i fan. Il contrario esatto di quello che avviene a teatro.

In passato godevo nel vederti demolire le argomentazioni aggressive con l’ironia e con una precisione chirurgica: adesso chiedi tempo. Un tempo che la tv, a tuo parere, non sarebbe in grado di concederti. Quanto tempo per rispondere a contestazioni che si ripetono come una litanìa monotona e scontata? Cinque minuti? Mezz’ora? Una serata intera? Nella tua lettera potevi essere più esplicito nel criticare la mia conduzione. Io credo che tu non l’abbia fatto perché avresti dovuto aggiungere l’elenco dei “bellissimi servizi” da tagliare per fare spazio alle tue necessità.

Invece che di Bertolaso avremmo almeno saputo tutto di Travaglio? E la volta successiva cosa avremmo dovuto fare se si fosse ripetuta la stessa situazione? La risposta sembra interessarti poco: prima viene il tuo onore, la faccia, la verità. Dovremmo ripetere il disco della condanna per diffamazione pronunciata solo in primo grado, rivedere alla moviola il tuo certificato penale, per convincere l’universo mondo (compreso Belpietro) delle tue qualità morali che al nostro pubblico non sembrano per niente in discussione. Inoltre un giornalista condannato, si fa per dire, definitivamente per diffamazione smette di essere un buon giornalista? Penso proprio di no; come Schumacher che, se va una volta fuori pista, non smette per questo di essere un buon pilota.

Hai saputo schivare e anche incassare molti colpi bassi ma questa volta è bastata una banalissima insinuazione di Porro (e non un’aggressione squadristica) per farti perdere il lume della ragione. Hai frequentato un sottufficiale dell’Antimafia prima che venisse condannato per favoreggiamento. Scusa, qual è il problema morale? Quali sconvolgimenti ha creato nella percezione che i nostri ascoltatori hanno di te questo genere di insinuazioni? Nessuno.

Le critiche, anche le più assurde, fanno parte del nostro lavoro, così come rispettare chi non la pensa come noi, non insultarlo, non delegittimarlo come interlocutore. E se sono gli altri ad aggredirci, dobbiamo rispondere come tu sai fare meglio di me, rapidamente e con le armi dell’ironia. Quando io non l’ho fatto ho sbagliato.

Siamo diversi ma apparteniamo entrambi al pubblico. Solo dal pubblico deriva la nostra credibilità. Perciò hai il diritto di proporti al pubblico come meglio credi, nella forma teatrale dei tuoi spettacoli (senza disturbatori) o, come mi auguro, nel percorso a ostacoli di Annozero. Sai che mi sono battuto con tutte le mie forze per includerti con un regolare contratto e non come un ospite occasionale nella nostra trasmissione. Sono fiero di poter dire che tu sei parte della Rai e del servizio pubblico. Come dovrebbero esserlo Sabina Guzzanti, Daniele Luttazzi e tanti altri. All’inizio di Annozero ero convinto che col nostro ritorno avremmo portato a casa una vittoria importante contro la censura e che presto il mondo sarebbe cambiato. Non è successo, anche se nel frattempo siamo diventati il primo programma di informazione.

Se la televisione è perfino peggiorata non è solo colpa di Berlusconi e dei suoi “trombettieri” ma di chi avrebbe dovuto contrastarlo e non lo ha contrastato e anche di quelli che scelgono di battersi pensando di essere gli unici a farlo con coerenza. Cavalieri senza macchia e senza paura che vogliono segnare a tutti i costi una differenza dal resto del mondo, che mettono la loro purezza e il senso dell’onore prima della libertà: la legge e le regole prima della libertà, la verità prima della libertà. Mentre leggi e sentenze sono solo lo strumento essenziale per l’ordinato funzionamento della società.

Mi chiedi di mettere riparo agli abusi. Con l’esperienza che ho cercherò di inventare qualcosa per evitare l’uso di argomenti provocatori, le interruzioni ad arte, le offese personali. Quello che non posso prometterti è la verità.

La verità profonda di una persona, che si chiami Travaglio, Berlusconi o Santoro non la stabilisce un programma televisivo, non si raggiunge stilando con attenzione la lista dei buoni e dei cattivi. A quelli che sui vostri blog chiedono di definire una volta per tutte ciò che è vero abbiamo il dovere di rispondere che la verità è sfuggente, contraddittoria. La verità è una conquista faticosa e difficile. Per quanto mi riguarda spesso è un faccia a faccia. Tra me e me.

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