Riporto, di seguito, un articolo di Avvenire! Si sta concretizzando la vera alternativa.
API + UDC in Piemonte… buon auspicio!
Il sito ufficiale di Aldo Cerroni
Riporto, di seguito, un articolo di Avvenire! Si sta concretizzando la vera alternativa.
API + UDC in Piemonte… buon auspicio!
Francesco Rutelli ha comunicato ai membri del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica le proprie “dimissioni irrevocabili” da Presidente del Copasir. La lettera è stata trasmessa lo scorso venerdi 18 dicembre, al termine degli adempimenti che Rutelli si era impegnato a concludere come Presidente: l’audizione di Gianni Letta e del direttore del DIS De Gennaro; il parere unanime del Comitato, trasmesso nella stessa giornata di venerdi, sulle modifiche al regolamento sugli organici del personale dei Servizi; la rimozione del segreto di Stato su parte dei documenti concernenti la sparizione in Medio Oriente dei giornalisti Italo Toni e Graziella De Palo; le audizioni programmate per il mese di dicembre, tra cui l’avvio della Relazione al Parlamento sul cyber crime, di cui lo stesso Rutelli – che rimarrà membro del Comitato – è relatore.
Nella lettera, Rutelli ricorda che la sua decisione “non è un atto dovuto” poiché non è richiesto né dalle norme né dalla prassi; e, infatti, si tratta di un caso unico di dimissioni per autonoma scelta politica dalla presidenza di una commissione parlamentare: una decisione assunta dopo la nascita dell’Alleanza per l’Italia (di cui Rutelli è presidente) e il suo passaggio nel gruppo Misto del Senato,“perché il Copasir possa proseguire il suo operato con linearità, senza incontrare alcun ostacolo di carattere politico”.
Rutelli rimarrà in carica sino alla convocazione della seduta per l’elezione del successore: la legge stabilisce che il Comitato deve essere presieduto da un esponente dell’opposizione; Rutelli ha informato del suo atto i presidenti dei gruppi del PD al Senato e ala Camera, Finocchiaro e Franceschini, perché promuovano le intese per la proposta del nuovo Presidente, che dev’essere eletto dai 10 membri del Copasir a scrutinio segreto.
Nella lettera, il Presidente del Comitato ricorda “il lavoro senza precedenti” svolto dall’organismo parlamentare: in poco più di un anno e mezzo, 69 sedute, con 44 audizioni, 491 documenti acquisiti (per un totale di quasi 16 mila pagine), tre Relazioni al Parlamento. Infine, apprezzamento per i rapporti con Gianni Letta, Autorità delegata, e i dirigenti dei Servizi; ringraziamento ai funzionari e in particolare “a tutti i componenti del Comitato, per la lealtà, la riservatezza e lo spirito di collaborazione con cui hanno interpretato la loro funzione”.
Ringraziando tutti per il sostegno e la continua vicinanza nelle Nostre battaglie per il bongoverno Vi saluto e Vi auguro delle splendide feste!
Ad maiora
Riporto, di seguito, la lettera che Pier Luigi Celli, attuale Direttore generale della LUISS, ha scritto al figlio utilizzando il veicolo del quotidiano “La Repubblica”.
Certamente evoca un triste e deprimente scenario, non troppo distante dal vero e, conoscendolo, so che lo fa per scuotere questa italietta, paese di Pulcinella!
Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.
Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose e la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, come è avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l’idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai.
Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l’affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.
Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all’attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E’ anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l’Alitalia non si metta in testa di fare l’azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell’orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d’altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l’unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.
Credimi, se ti guardi intorno e se giri un po’, non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato – per ragioni intuibili – con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility. Non varrà nulla avere la fedina immacolata, se ci sono ragioni sufficienti che lavorano su altri terreni, in grado di spingerti a incarichi delicati, magari critici per i destini industriali del Paese. Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico. Potrei continuare all’infinito, annoiandoti e deprimendomi.
Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell’estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni.
Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.
Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, lo prevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui. E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze.
Preparati comunque a soffrire.
Con affetto,
tuo padre
L’autore è stato direttore generale della Rai. Attualmente è direttore generale della Libera Università internazionale degli studi sociali, Luiss Guido Carli.
(30 novembre 2009)
Ieri si è tenuto un lungo Consiglio comunale con molti punti all’o.d.g.
I lavori si sono aperti con la dura e seria critica dell’On.le Messa dai banchi dell’opposizione verso la vicenda triste dei concorsi pubblici.
La vicenda, più volte riportata dai giornali locali, è quella del Concorso pubblico per 3 posti da Vigile Urbano, vinto rispettivamente dalla compagna del Vicesindaco, dalla moglie di un candidato del PDL e dal figlio di un uomo della Destra passato da pochi giorni al PDL.
Vicenda triste, che si unisce a molte storie analoghe degli anni passati e che vedono protagonisti anche uomini di spicco dell’attuale maggioranza di Centro-destra.
A questi duri e lunghi preliminari è seguita una deliberazione afferente le problematiche della subsidenza, votata all’unanimità, e la nomina dei revisori dei conti.
Su questo punto PDL da una parte e PD-IDV dall’altra, in ossequio al più ortodosso cencelli, si sono spartiti i 3 Revisori del Comune due al PDL e uno a PD-IDV, senza riferirsi a minimi criteri di professionalità degli stessi, come se non fosse importante.
La nostra scelta, insieme a quella dell’UDC, ha invece premiato la professionalità dell’individuo e, pertanto, abbiamo votato un noto revisore, professionista apprezzato.
Il Consiglio è proseguito con la votazione di alcuni importanti punti urbanistici, come, fra tutti, il recepimento della Legge statale e regionale sui sottotetti, importantissima per i cittadini del nostro Comune e di cui ho dato conto in un post pubblicato diversi mesi fa.
Abbiamo votato, all’unanimità, tutti questi punti e, dopo la votazione sul primo o.d.g sulla sicurezza stradale, siamo usciti e abbiamo abbandonato i lavori del Consiglio.In Aula,infatti, PD e PDL cercavano di non votare gli altri o.d.g. sulla sicurezza e, insieme, di imbavagliare il Consiglio ed eterodirigere lo stesso, nell’assenza totale di amor proprio dei Consiglieri della maggioranza e nella soddisfatta complicità del PD.
Con un rapporto RUBEIS – DE VINCENZI – BERTUCCI, sempre più coeso e stabilizzato, e la direzione di un Consiglio e di un’Amministrazione piena e riguardante tutti gli aspetti, che tiene fuori il resto della Maggioranza, ahimé ancora inconsapevole e l’opposizione (la nostra) più consapevole, non era utile assecondare i lavori di un Consiglio, magari deciso la sera prima in qualche noto ristorante.
Dato positivo: le prime PROVE TECNICHE DI CENTRO. Risultato: sufficiente!
Ad maiora
Apprendo, con dispiacere ed amarezza, che la nuova amministrazione di Guidonia dopo tanti anni, per la prima volta, non ha celebrato il 4 Novembre Festa delle Forze armate e dell’Unità d’Italia.
Una grave mancanza, specie se prodotta da un’amministrazione di Centro-destra, che dovrebbe essere ontologicamente sensibile a questi anniversari.
Forse si era impegnati in altre cose?!!! magari nella gestione dei pubblici concorsi?!!!
Specie a Villanova, dove tradizionalmente sfilavano Alpini e Associazione Combattenti e Reduci, questa assenza ha destato perplessità, specie fra i molti anziani aderenti alle due associazioni, che hanno servito la Patria in armi durante i conflitti bellici e la cui rappresentanza, a causa dell’età, è sempre più esigua!
Speriamo che questa dimenticanza non avvenga più, io intanto scriverò al Sindaco per segnalare l’errore.
Ad maiora
Ricevo, in questi giorni, commenti positivi sui lavori relativi ai pali di pubblica illuminazione e alla sostituzione degli stessi e verifico che in molti non sanno che tali lavori furono voluti dalla precendente amministrazione.
Riporto, allora, un mio articolo prodotto su queste pagine qualche tempo fa!
Da circa un mese sono iniziati su tutto il territorio comunale, partendo dalle situazioni più critiche, i lavori di sostituzione e razionalizzazione della pubblica illuminazione sul territorio comunale. I lavori furono voluti, finanziati e assegnati dalla precedente amministrazione, ma, come spesso capita, i lavori inziano solo oggi.
Opera urgente, questa, che va a tentare di manutenere gli oltre 6000 punti -luce della nostra Città, che versano in condizioni di assoluto abbandono.
Con questo post ringrazio oggi per ieri l’ex Assessore ai Lavori Pubblici Filippo Silvi, ottimo politico e altrettanto ottimo amministratore, che è stato il realizzatore di questo importante obiettivo.
L’unico rimpianto è che, se i lavori di sostituzione dei pali fatiscenti fossero partiti prima, magari se non si fosse sciolto il Consiglio comunale precedente, si sarebbe evitato il triste incidente, che ha portato via un’ottima persona e un buon amico Alfonso Bernardini.
Ad maiora
Di Pierluigi Magnaschi su ITALIA OGGI
L’analisi
In questi giorni è stato inaugurato a Roma il nuovo museo Maxxi, progettato fin dal 1999 dall’architetto iraniana Zaha Aidid e inaugurato adesso, con una certa precipitazione, visto che non sono ancora disponibili le opere d’arte che dovrà contenere. L’inaugurazione vera e propria avverrà non prima dell’estate prossima. L’inaugurazione anticipata ha però consentito di mostrare un’assoluta meraviglia architettonica. L’edificio dell’Aidid, infatti, è, esso stesso, un’opera d’arte a se stante. Al Maxxi, infatti, tutti i grandi quotidiani del mondo hanno dedicato un largo spazio e commenti entusiastici. The Times due pagine, le Monde una pagina intera. Chi c’è dietro questa opera e le altre grandi opere che stanno trasformando Roma, da città cinquecentesca e rinascimentale in una che ha un messaggio estetico e funzionale contemporaneo da lanciare al mondo? Nessuno lo ha rilevato e, non si sa perché, nemmeno l’interessato. Il merito va a Francesco Rutelli, che fu sindaco di Roma tra il 1993 e il 2001 e che passerà alla storia, non certo per essere uscito dal Pd, ma per aver avviato la realizzazioni di grandissime opere architettoniche, lottando contro tutti e, in primo luogo, contro la burocrazia blocca-tutto, che ti prende per sfinimento. Del museo Maxxi si è già detto. Ma bisogna ricordare anche lo stupefacente Auditorium di Renzo Piano, una struttura che, oltre a essere stupenda, produce soldi e non pesa sulla casse del Comune. Il Consiglio superiore dei lavori pubblici voleva bloccarlo, perché sosteneva che non sarebbe stato in piedi. Rutelli minacciò una protesta pubblica. L’opera venne approvata. Ed è ancora in piedi. Che dire poi della Teca dell’Ara Pacis di Richard Mayer, contestatissima ma anche bellissima, sempre voluta da Rutelli? E del Palazzo dei Congressi (la famosa «Nuvola») progettato da Massimiliano Fucksas che è ancora in costruzione, ma che nacque, come idea, negli anni architettonicamente febbrili di Rutelli sindaco? Per non parlare della rigenerazione dell’area dei Mercati generali progettata da Rem Koolhaas e dell’altrettanto stupefacente Museo Macro disegnato da Odile Decq. Insomma, negli anni del sindaco Rutelli è nata la Roma del Terzo millennio, che ha rinverdito i grandi fasti del passato, superando il corsetto del bricolage architettonico nel quale è stata costretta in tutto quest’ultimo dopoguerra, un periodo di caldarrostai schiantato dalle idee di Rutelli. Altro che la Margherita e cose analoghe. Chissà perché Rutelli mena vanto di queste piccole manovre politiche e non della rivoluzione architettonica romana, oggi all’attenzione (stupita) degli esperti di tutto il mondo?
Ritualmente e regolarmente convocato, il Consiglio comunale non si è tenuto per mancanza del numero legale.
Assente tutta la maggioranza di Centro-destra, impegnata in beghe interne e nella risoluzione di contrasti fra le varie anime del PDL e non solo!!!
Ad maiora
Breve, ma intensa lettera di Rutelli, a rutelliani e non solo, di commiato, pubblicata sul II organo di Partito “Europa” (anche questo segno evidente della sconfitta politico culturale dell’idea del PD pensata).
Care amiche e amici, dunque, qualcuno tra voi si chiede dove io vada. Innanzitutto, so bene dove andrà chi resta nel Partito democratico: esattamente nello stesso posto dove si trovano oggi i nostri deputati europei.
Non è servito neppure aspettare qualche mese perché la finzione dell’“Alleanza dei socialisti e dei democratici” rivelasse la sua verità politica e strategica, e perché gli eletti ex Margherita si trovassero nella più radicale marginalità politica.
Cosa per me dolorosissima, dopo che abbiamo speso dieci anni per aprire uno spazio innovativo a livello europeo e internazionale. Laddove è stato travolto Veltroni, dove è stato malamente conteggiato Franceschini (un terzo dei consensi alla coalizione congressuale del segretario uscente), è inutile illudersi che possa riuscire qualcun altro.
Molto di più, è al paese che fa male questo schema politico: il Pd che torna a rassicurare i militanti della sinistra e che si troverà chiuso a ogni prospettiva di credibile alternativa alla destra.
Voi sapete perfettamente, a menadito, che non posso far parte di un partito nell’orbita dei socialisti europei, né posso portare le mie convinzioni in un partito post-Pds.
Lo rispetto; potrò anche allearmi (come ho fatto quasi sempre). Ma non è il mio partito.
Capisco che per alcuni di voi, assuefatti al realismo delle relazioni partitiche, il fatto che Bersani non mi abbia rivolto in cinque mesi neppure una telefonata (neanche quando gli ho inviato il mio libro con una dedica amichevole…) possa rientrare nel business as usual.
Ma è gravemente sbagliato. Chi è stato leale con me e, anche grazie a me, ha partecipato a un cammino importante, dimostra in questo modo una perdita di orientamenti fondamentali.
Per me, in fondo, non aver ricevuto quella telefonata è motivo non di amarezza, ma di sollievo, a conferma di una precisa analisi politica. Per ciascuno di voi, è un problema molto difficile da eliminare.
Dove vado, dunque? A difendere e promuovere le idee che ci hanno a lungo accomunati.
E il profilo democratico, liberale, riformatore che potremo far vivere con molta maggiore libertà in una nuova iniziativa.
Con chi? Con coloro che si uniranno a noi, anche prendendosi una quota del rischio che ho preso io, per convincimento e con determinazione.
Molta è la strada da fare prima di immaginare convergenze con altre forze politiche; grandissimo l’entusiasmo che si manifesta nei territori, tra eletti locali e personalità della società civile, dell’impresa e delle professioni, dell’associazionismo.
C’è moltissimo, di affascinante, da fare.
Un saluto cordiale.
Francesco Rutelli