Interrogazione presentata da gruppo API a sostegno dei dipendenti Anagrafe

Riporto di seguito un’interrogazione su problemi segnalatici dai dipendenti dell’Anagrafe del Comune di Guidonia Montecelio

OGGETTO: Direttiva 2004/38/CE del 29.04.2004 e D. Lgs nr. 30 del 06.02.2007. Interrogazione con richiesta di risposta scritta

Premesso che:

–           il parlamento europeo ed il consiglio europeo hanno emanato la direttiva 2004/38 CE, relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri;

–           lo Stato italiano ha recepito la citata direttiva con il D. Lgs nr. 30 del 06 febbraio 2007, che disciplina le modalità di esercizio del diritto di libera circolazione, ingresso e soggiorno nel territorio italiano;

–           l’art. 2, comma 11, della legge nr. 244 del 2007 ha assegnato un contributo in favore delle amministrazioni comunali per l’attuazione della già citata direttiva;

–           il DM 28 aprile 2008 disciplina le modalità di riparto ed erogazione del contributo, in particolare:

  • una quota del 40% dello stanziamento al fabbisogno formativo, rapportando l’importo alle unità di personale effettivamente impiegato per l’attuazione della più volte citata direttiva;
  • la restante parte (60%) tra i comuni interessati, in relazione al numero dei cittadini dell’Unione europea per i quali è stata fatta richiesta di iscrizione anagrafica di cui a D. Lgs 30/2007 ed al numero di richieste di attestazioni di soggiorno permanente presentate;

–           le somme erogate in relazione all’attività svolta, destinate agli operatori dei servizi demografici che hanno effettivamente svolto le nuove funzioni attribuite ai comuni dal D. Lgs nr. 30/2007, sono ferme da dicembre 2009 presso il servizio finanziario di codesta amministrazione (cap. 550/46, reversale 3294 del 21 dicembre 2009),

Rilevato che il personale dei servizi demografici ha ottemperato, con ampia disponibilità e puntualità, a quanto stabilito dalla normativa di legge,

Considerato che dette risorse sono specificamente destinate e vincolate ai fini indicati dal Ministero dell’Interno e che pertanto l’erogazione del contributo spetta esclusivamente agli operatori che effettivamente hanno lavorato le pratiche di cui al D. Lgs 30/2007,

SI CHIEDE

a)        di conoscere le motivazioni che hanno indotto codesta amministrazione a non corrispondere ai dipendenti in parola le somme dovute;

b)        quali provvedimenti codesta amministrazione intende adottare affinchè siano scrupolosamente rispettate le procedure e, soprattutto, se dovuta, la puntualità dell’erogazione delle somme attribuite a ciascun operatore realmente impegnato;

c)        al Sindaco di vigilare sul corretto adempimento delle istruzioni contenute nelle disposizioni ministeriali e laddove ravvisasse elementi fondati di superficialità e/o svogliatezza da parte di taluni addetti nel ritardare ad arte la predisposizione della documentazione di rito quali azioni intende assumere.


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Comunicato stampa contro l’istituzione del divieto di accesso su Via Garibaldi a Villanova

Via Garibaldi – Villanova di Guidonia: Cerroni “annullare l’ordinanza che istituisce il divieto di accesso ai veicoli da Via Campolimpido”

“Il divieto di accesso su Via Garibaldi a Villanova per i veicoli che provengono da Via Campolimpido è inutile e dannoso. Va annullata l’ordinanza 419 che lo istituisce. Sul tema presenterò una mozione in Consiglio comunale ”lo dichiara in un comunicato Aldo Cerroni, consigliere del Gruppo API e VicePresidente del Consiglio a Palazzo Matteotti.

“Notizie di stampa confermano – prosegue Cerroni – che i cittadini e i commercianti che sul tratto di strada interessato sono residenti e che lì insistono con la propria attività commerciale sono fermamente contrari e, in proposito, hanno presentato al Sindaco Rubeis una petizione con circa 1000 sottoscrizioni per far ravvedere nel merito l’Amministrazione comunale”.

“L’ordinanza in parola è stata assunta in via sperimentale ed in via strettamente provvisoria al fine di rendere più fluido il traffico veicolare del comprensorio.

Tale ordinanza – che riguarda la seconda arteria in termini di importanza del territorio della III Circoscrizione – è stata assunta senza il parere preventivo della commissione consiliare competente e senza una pur rapida consultazione del territorio e dei consiglieri comunali eventualmente interessati”.

“La sperimentazione – insiste Cerroni –  è totalmente fallita”.

“Con l’inibizione del traffico che da Via Campolimpido si riversava su Via Garibaldi i veicoli che ivi transitano sono costretti ad utilizzare la Via Maremmana ossia l’arteria principale del centro abitato già notevolmente congestionata, andando ad aggravare una situazione già prossima al collasso.

Nella mozione che spero presto verrà discussa in Commissione e Consiglio chiedo l’annullamento dell’ordinanza e che della questione relativa alla fluidità del traffico su Via Garibaldi sia interessato il Comando P.M. e la Commissione LL.PP”.

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Discorso che ho tenuto il 17 Marzo in occasione del 150°

Sig. Presidente,  Sig. Sindaco, colleghi,

nel  celebrare  la festa  dell’unità d’Italia,  la mia riflessione e quella di Alleanza per l’Italia, pur nella spiacevole costatazione della mancata condivisione del percorso organizzativo con l’intero Ufficio di Presidenza, parte dal presupposto che i fatti , accaduti 150 anni or sono, hanno avuto come obiettivo primario la consapevolezza dell’urgenza di riunire sotto un’unica bandiera piccoli regni e stati frammentati, diversi fra loro per tradizioni, ma uniti dall’unica realtà culturale e ideale, che va sotto il nobile concetto di “nazione”. A tale scopo,  provvidenziale è stata l’opera di Giuseppe Garibaldi, che, in breve, è riuscito a fare il primo passo dell’unità territoriale. Successivamente – fatti gli italiani – si è  costituita la Patria, in cui il sangue sparso e i sacrifici dei nostri fratelli hanno avuto il loro naturale e straordinario approdo.

Tale premessa, per chiarire alcuni aspetti dell’attualità. Togliendo alle celebrazioni l’immancabile retorica, si può senz’altro affermare che il Risorgimento, nel suo significato più vero, ha dato inizio ad un processo di democratizzazione della nazione, in cui cultura e conquista delle libertà sono andate di pari passo con l’esigenza di una coesione sempre più forte dei cittadini, pur nel rispetto delle tradizioni di ciascun contesto popolare. E’ qui che si innesta il Federalismo vero, quello cioè che, nel rispetto dell’Italia unita, non ignora le differenze dovute a tradizioni e dialetti. Ciò non ha nulla a che fare con i conati di secessionismo o con i tentativi di ipotizzare nuove terre e nuovi popoli che non siano la nostra Italia, in un continuo atteggiamento di contrapposizioni inconciliabili.

Giuseppe Galasso, uno dei nostri storici più operosamente e puntualmente impegnati nella riflessione sul centocinquantenario, ha ricordato come dopo il 1860 una parte delle stesse forze risorgimentali “andò all’opposizione” e come la critica del Risorgimento abbia conosciuto significative espressioni. Anche oggi d’altronde non si chiede – nelle celebrazioni – una visione acritica del Risorgimento, una rappresentazione idilliaca di un mondo unitario e tantomeno della costruzione dello Stato nazionale. Quel che è giusto sollecitare è un approccio non sterilmente recriminatorio e sostanzialmente distruttivo, un approccio che ponga in piena luce il decisivo avanzamento storico che – al di là di contraddizioni e perfino di storture da non tacere – la nascita dello Stato nazionale unitario  ha consentito all’Italia.

Affermiamo che l’unità d’Italia si è incarnata ben presto nel concetto di democrazia, una grande conquista, che, dopo la parentesi del fascismo, non ha subito più scosse particolari, grazie anche al fatto che lo sforzo dei legislatori privilegiò, nel tempo, oltre alla soluzione dei problemi sociali, l’aspetto culturale. Si ebbe l’intuizione che una democrazia cresce e si consolida soltanto quando il popolo, superato il problema dell’analfabetismo, riesce ad acquisire strumenti culturali più solidi, garanti della libertà: è ovvio, infatti, che l’ignoranza  agevola, se non determina, la nascita della dittatura. Ciò dovrebbe far riflettere chi oggi è incaricato di guidare il paese: non ignorare che la cultura è un formidabile strumento di democrazia!

Alleanza per l’Italia, mentre partecipa con convinzione e consapevolezza a questa celebrazione, augura alla Patria comune un destino di crescita globale, in cui il federalismo non significhi nel modo più assoluto mettere in discussione l’unità senza  rinunciare, per questo, alle  municipalità.

E dunque, sia più che mai questo 17 Marzo 2011, la riflessione e la festa con cui oggi lo celebriamo nel simbolo storico della Nostra municipalità, pegno della nostra determinazione nel riaffermare, tutelare, rinsaldare l’Unità nazionale, che fu la causa cui tanti Italiani dedicarono il loro impegno e la loro vita.

Viva l’Italia.

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Noi siamo gli italiani, la cultura è il nostro petrolio

Riporto un articolo di Paolo Virzì , pubblicato il 11 marzo 2011 e che condivido appieno.

Il destino della attività creativa è stato da sempre quello di destreggiarsi tra gli umori dei Principi, la benevolenza insidiosa dei Mecenati astuti, l’elemosina interessata del ministro e dell’assessore.Ma mai come in questi anni abbiamo assistito a tanta devastante arroganza contro i nostri artisti, specie i migliori e i più liberi, da parte di figure di primissimo piano del potere politico.

Un dileggio divertito, che ha fatto da colonna sonora al più esplicito e rude progetto di ridimensionamento che la nostra storia ricordi. Pensare che invece la bellezza, lo stile, la cultura, sono il petrolio dell’Italia, la sua più grande ricchezza, oltre che la sua inimitabile identità. E non solo perché viviamo in uno sterminato museo a cielo aperto, che purtroppo abbiamo già colpevolmente ferito. Ma perché è evidente che nel tempo, nonostante divisioni, sciagure, guerre, gli italiani sono stati capaci di tramandarsi questo segreto: han custodito generazione dopo generazione una sapienza sopraffina e geniale per l’espressione artistica, per il senso del bello, per concepire il divertente, il commovente, l’affascinante.

Quel poco o tanto di prestigio di cui godiamo nel mondo lo dobbiamo soprattutto (o forse soltanto) a questa risorsa straordinaria e unica: la nostra cultura, la nostra musica, la nostra architettura, la nostra poesia, il nostro cinema, la nostra narrativa, il nostro teatro, le nostre arti figurative. Ma anche ad un certo modo di cucinare, di mangiare, di bere, di vestirsi, di arredare le case. Noi siamo gli italiani. Quella patria giovane dal passato travagliato, ammalata di un’arretratezza gravissima che spesso ci sconforta, ma che pure è ancora capace di offrire al mondo esempi miracolosi di eccellenza intellettuale e artistica.

Se per caso c’è in giro qualcuno che voglia occuparsi di un’Italia futura non potrà che ripartire da questa forza misteriosa e inesauribile che ha attraversato i secoli, liberandone finalmente le potenzialità e le energie, e mettendole saggiamente a profitto, per il bene di tutti.

Paolo Virzì è regista, sceneggiatore e produttore cinematografico. Il suo ultimo film, “La prima cosa bella”, ha ricevuto diciotto candidature al David di Donatello ottenendo tre riconoscimenti: per la miglior sceneggiatura, per la miglior attrice protagonista e il miglior attore protagonista.

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Parentopoli

Ho assistito ieri sera su Rai 3 al programma di Iacona “Presa diretta”, in cui con sobrietà e dando la parola ai protagonisti, pur se con una tesi precostituita si dava conto di una vicenda che interessa l’Italia, Roma e ahinoi anche la Nostra Guidonia Montecelio.

Trattasi dell c.d. “Parentopoli” specie in ATAC ed AMA, che vede entrare prepotentemente nella cronaca nazionale personaggi della politica guidoniana.

Non voglio fare assolutamente dei facili moralismi, ma ciò che sorprende è la dimensione delle vicende in questione e la tranquillità con cui esponenti politici locali ne parlano rivendicando i successi del proprio governo.

Mi riferisco in particolare al “Catone il censore de noantri” – Rubeis, che intervistato insieme ad un paio dei suoi assessori, invece di stigmatizzare le vicende (sempre che vi siano degli illeciti) rivendicava la trasparenza e la correttezza della sua gestione.

Se non fosse che uno dei primi atti dell’Amministrazione Rubeis è stato lo svolgimento di Concorsi in cui furono assunti parenti, affini e amici di turno dei maggiorenti locali, pratica contro la quale lo stesso Sindaco si era scagliato pochi mesi prima.

Il fenomeno descritto dal programma oltre a profilare ipotesi di voto di scambio evidenza profili di cattiva ed inadeguata amministrazione. I conti in rosso delle aziende, ad esempio, come la mancanza di autisti a fronte di chiamate dirette per più di 850 dipendenti in soli due anni.

Un’illegalità o presunta tale, diffusa, che – ed è questo l’elemento di maggiore inquietudine – non indigna e viene letta come una pagina normale della cronaca politica con nessuno che ne prenda seriamente le distanze.

Forse perché non può farlo?

Mala tempora currunt dicevano i saggi Latini, ma puntualmente aggiungevano ad maiora

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San Valentino – Assemblea regionale

Ieri, giorno dedicato agli innamorati, si è tenuta all’Eur,  presso l’Hotel dei Congressi,  la Terza assemblea regionale di API (Alleanza per l’Italia).

In una sala gremita all’inverosimile e in un’atmosfera accogliente e vivace,  era presente anche un nutrito gruppo di Dirigenti di Guidonia Montecelio.

Io ho partecipato e debbo rilevare,  con soddisfazione,  che il livello complessivo degli interventi è stato più che soddisfacente.

Si è parlato della crescita del Partito, di fatto inarrestabile fin dall’inizio di questa difficile avventura, delle elezioni amministrative alle porte, che riguardano numerosi Comuni anche in Provincia di Roma,  in ognuno dei quali ci sarà la presenza qualificata e qualificante (ndr) di API.

Abbiamo ribadito l’esigenza, che fin qui è stata rispettata, di un contatto continuo con i territori e si è deciso, date le richieste e i nuovi autorevoli ingressi, di riaprire il tesseramento.

Si è annunciato l’ingresso,  oltre che di Riccardo Milana,  anche di Enrico Boselli, che di certo sapranno arricchire il dibattito e l’elaborazione concettuale della dirigenza nazionale.

Una sensazione diffusa di compattezza e concretezza,  a cui in API siamo ormai abituati, ma che si è persa in tutte le altre forze politiche.

Grazie e buon lavoro a tutti!

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Il nuovo anno!

Chiedo venia a tutti gli attenti lettori di queste pagine per la prolungata assenza.

Molti di voi mi hanno chiamato, altri addirittura scritto, per sincerarsi che nulla mi fosse successo.

Solo il carico di lavoro e un po’ di pigrizia intellettuale, in effetti, mi ha tenuto lontano dal blog e dalla necessità – insita nello strumento – che lo stesso sia costantemente aggiornato.

In questo mese sono successe molte cose sotto il profilo politico, sia a livello nazionale che locale. Cercherò nei prossimi post di mettervi al corrente di tutto, per quanto possibile!

Mi preme qui far riferimento a poche cose da subito.

Sul livello Partito saluto con soddisfazione l’ingresso in API del senatore Riccardo Milana e con lui del Consigliere regionale Mario Mei, del Consigliere provinciale Caprari, del Presidente del XVI municipio De Giusti, dell’Assessore provinciale Prestipino e del Consigliere comunale Vigna, oltre che di una serie di amministratori locali specie nei Municipi romani, che certamente sapranno rendere l’azione del nostro partito più incisiva sui territori.

Questo gruppo di persone rende più folta la schiera degli amministratori di questo nuovo soggetto politico e ci significa che la strada intrapresa è quella giusta. Accanto a questo le relazioni con UDC e FLI a tutti i livelli istituzionali si vanno rafforzando e anche questo è, a mio avviso, è un segnale più che positivo.

A livello locale segnaliamo una Maggioranza in fibrillazione, che a gran voce chiede al Sindaco Rubeis un rimpasto di Giunta, che sarebbe utile a rilanciare l’azione amministrativa. C’è stata la certificazione anche in Consiglio comunale del giudizio assolutamente negativo che la Città ha nei confronti di questa squadra di governo e la necessità, ci sembra non più eludibile, di cambiare passo così come chiedono i colleghi più consapevoli della Maggioranza consiliare.

Noi siamo vigili in un ruolo di opposizione attenta, ma mai demagocica,  in un’assisse consiliare in cui, purtroppo, il Presidente Sassano mortifica il ruolo dei Consiglieri e dell’Aula nel suo complesso.

Ad maiora

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Ora spunta il terzo polo e RUTELLI sorride di Alberto Di Majo

Il leader di Api, Francesco Rutelli, sorride. Sembra strano nella giornata in cui Berlusconi ha incassato la vittoria su Fini e in cui l’opposizione, Idv in testa, esce piuttosto malconcia. Certo la questione politica resta, tre voti non garantiscono la stabilità al governo. Tuttavia il presidente del Consiglio ha ancora una volta ribaltato il pronostico. E se anche Nichi Vendola, che nel pomeriggio si aggira nei corridoi della Camera con l’ex segretario del Prc Franco Giordano, mostra preoccupazione, Rutelli è ottimista. E sorride.

Sì perché la «morte politica» di Fini come alleato del Pdl fa nascere il terzo polo. Ecco perché sorride Rutelli. Ai fedelissimi ha detto: «Meglio essere arrabbiati per 48 ore e poi avere una prospettiva politica che brindare per 48 ore alla caduta del governo Berlusconi e poi perdere di nuovo». Il ragionamento del numero uno di Api è chiaro: lo strappo di Fini e dei suoi apre una pagina politica nuova. A questo punto il presidente della Camera ha un unico orizzonte di fronte a sé, quello di costruire un’alternativa all’asse Pdl-Lega e alla Sinistra. Cioè un polo in cui possano convergere i moderati che provengono da destra (Fli), dal centro (Udc) e dalla sinistra (Api). Una scommessa che Rutelli è sicuro di vincere. Ne è convinto anche Bruno Tabacci (Api) per cui «il terzo polo esce rafforzato dal voto. Questi 85 voti che si sono espressi con un sì alla mozione di sfiducia ci sono.

Possono essere 84 o 83, ma la sostanza è quella. Se questi voti si muovono come un soggetto politico nuovo trascinano anche il resto dell’opposizione e non c’è dubbio che diventano un ancoraggio fondamentale per gli elettori italiani». I finiani la vedono allo stesso modo: «Oggi di fatto prende forma il nuovo polo dei moderati nel centrodestra, un progetto di lungo respiro» spiega Adolfo Urso. Ma se Futuro e Libertà è «costretta» a guardare al terzo polo, sono diverse le condizioni in cui si trova il movimento guidato da Casini. Del resto Berlusconi sembra pronto a favorire un allargamento della maggioranza: «Lo esamineremo, non lo escludo a priori». Conquistare i deputati centristi, in effetti, sarebbe la svolta per Pdl e Lega a Montecitorio. Non è un caso che il premier non escluda la possibilità di una crisi pilotata e di aperture programmatiche sulla legge elettorale e su interventi in favore delle famiglie. In fondo, ragiona Berlusconi, inizialmente da Casini era arrivata la richiesta di «dichiarare il fallimento dell’attuale governo, ma io non me la sono sentita».

Ora, «esamineremo» le proposte di un allargamento del governo. Non chiude la porta ai centristi neppure il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, che esclude il «veto», anche se, come ha fatto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ricorda che l’Udc non ha votato il federalismo. In effetti Casini potrebbe essere tentato da eventuali offerte del Cavaliere ma perché dovrebbe accettare? Per rischiare di restare (pure lui) ostaggio della Lega? Invece nel terzo polo Casini sarebbe il leader inevitabile. Né Fini né Rutelli sono in grado ormai di contendergli il consenso. Sembra davvero un’ipotesi verosimile, tanto che il numero uno dell’Udc rimanda al mittente le offerte del premier. Casini ricorda che «per dar vita ad un governo di responsabilità più ampio abbiamo chiesto a Berlusconi di dimettersi prima o dopo il voto alla Camera» ma il presidente del Consiglio «ha ritenuto di non ascoltare il nostro consiglio» e «peraltro ha ottenuto la fiducia che voleva, per tre voti». Dunque ora Berlusconi «ha solo il dovere di governare.

Se non sarà in grado di farlo, si è lasciata aperta solo una strada: costringere irresponsabilmente il Paese alle elezioni. Sia chiaro che in quel caso siamo pronti a presentare agli italiani una proposta di governo alternativa al Pdl e al Pd». Un’alternativa «naturalmente, concertata con le altre personalità e forze politiche che hanno condiviso la nostra mozione», ovvero Fli, Api e Mpa. Poteva essere più chiaro? Insomma il terzo polo nasce adesso anche se c’è chi pensa ancora che sia «inesistente» (come Parisi del Pd e Romano del Pid) o morto prima di nascere. Rutelli non ci pensa e sorride.

 Alberto Di Majo

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Guidonia e la campagna adesioni ad API

Con grande orgoglio sottolineo, per Guidonia Montecelio,  un risultato importante e significativo,  con riferimento alla campagna di adesioni, che si è chiusa il 30 Novembre u.s.

Guidonia risulta, dopo Roma, soddisfatta per questo risultato, così come per la manifestazione dello scorso 29 Novembre, che,  fra i tanti aderenti e simpatizzanti,  ha visto la partecipazione del Presidente API Sen. Francesco Rutelli, il quale, con pacatezza e preparazione,  ci ha dimostrato i dati del fallimento del bipolarismo e della politica dell’attuale governo.

Un incontro alto, sobrio e partecipato del quale ringrazio tutti coloro che non ho avuto la possibilità di intercettare la sera stessa.

Ad maiora

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