…di ritorno da Stoccolma!

VEDUTA DI GAMLA STAN Ho voluto scrivere questo post al fine di mettere in ordine alcune riflessioni ed alcune notazioni che riporto dopo 5 giorni passati in Svezia.

Non mi dilungo sul fascino di Stoccolma e dei dintorni, che difficilmente riuscirei a rappresntare.

Voglio invece riflettere su quelli che sono i luoghi comuni relativi all’efficienza del sistema statuale in senso lato dei Paesi Scandinavi.

Innanzi tutto proprio sul fatto che siano luoghi comuni.

Questo elemento un po’ mi disturba.

Perchè dobbiamo considerare luogo comune il funzionamento dei servizi pubblici e viceversa ritenere altrettanto “comune” e scontato il non funzionamento degli stessi nella nostra povera Italia?

Perché a Stoccolma, per esemplificare, il trasporto pubblico è utilizzato con soddisfazione e con efficacia e in Italia il solo pensiero di prendere un bus, piuttosto che un treno, fa rabbrividire.

Le cause sono molteplici e non starò qui certo a dissertare sull’efficienza dei popoli nordici rispetto alla sciatteria degli Italiani e della loro Politica. Su questo ben più autorevolmente di me è stato detto.

Ciò che proprio non riesco a digerire, a mente lucida, è la superficialità con cui dalle nostre parti si affrontano, rectius non si affrontano, questi temi e la quasi assuefazione con cui si trattano le questioni. Anche la mia, aggiungo.

Esemplifico. Tornati a Fiumicino, solita attesa di più di quaranta minuti per il ritiro bagaglio. Tutti a limitarsi al rassegnato refrain sull’inefficienza dei servizi italiani. Nulla più! Svedesi attoniti e convinti, per nostra fortuna che l’evenienza sia stata casuale, unica  e non ripetitiva.

Finalmente l’amico, che era in viaggio con me, indignato ha sporto regolare reclamo e ha destato la nostra assopita coscienza civica e la necessaria indignazione,  che è l’unica risposta che possiamo dare rispetto a questo stato di cose.

L’unica possibilità,  che abbiamo a disposizione,  è tentare di riscuotere il nostro amato Paese da questo apatico e fastidioso torpore.

Sveglia… altrimenti l’Italia non ce la farà!!!

Ad maiora

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Fini a Labro!

Riporto il link.

Dedicate 30 minuti a questa scuola di politica e di eleganza!

http://www.alleanzaxitalia.tv/webtv-labro#

Ad maiora

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SCUOLABUS dimezzati. Rivolta delle mamme e sostegno di API Guidonia Montecelio

10 settembre, 2010 Articolo tratto da lavocedelnordestromano.it

GUIDONIA – E’ arrivata fino in Consiglio comunale ieri la protesta delle mamme di Guidonia contro il nuovo piano comunale, che vede praticamente dimezzate le fermate dello scuolabus: da ottanta a circa la metà con il taglio di quattro pulmini e doppia corsa, il primo “turno” di bimbi prende il bus alle 7. “Una cosa è certa – ha risposto il sindaco Eligio Rubeis – per portare 900 bambini a scuola sei milioni di euro in quattro anni non li butto. Non è giusto nei confronti di chi paga le tasse mantenere 75 fermate in pochi chilometri. Se ci sono miglioramenti possibili da fare a questo piano che è comunque sperimentale li faremo, ma non succederà più che si prendano gli alunni sotto casa. Stiamo pensando anche ad una cooperativa sociale incaricata proprio di portarli da casa fino alle fermate che, comunque, non superano mai la distanza di 400 metri. Allora sono disposto a riascoltare chiunque per migliorare nella consapevolezza che accontentare proprio tutti è difficile”. E ancora ha ribadito: “Parla il sindaco. Non ci saranno più gli autobus con 3 bambini a bordo. Li porteranno le mamme”. Un punto di vista difficile da digerire per i genitori che la situazione la descrivono in altri termini: “I punti di sosta sono molto distanti – spiegano – tanto che sarebbe necessario anticipare l’uscita da casa, percorrere a piedi circa 20-30 minuti di strada a passo dei bambini, subendo i disagi delle giornate di pioggia e di freddo, senza contare che i bimbi del turno delle 7 devono così essere pronti al’alba per arrivare a scuola con un’ora di anticipo. Inconcepibile”. Intanto oggi, a mezzogiorno, un coordinamento di mamme incontrerà il sindaco. Ieri in consiglio su questo argomento ha presentato una mozione l’Api in favore delle ragioni delle mamme: “Lunedì partirà un servizio sicuramente deficitario” – ha detto Filippo Lippiello -. Spero che entro quella data si possa migliorare e accolgo con piacere la disponibilità. Vedremo”.  (10 settembre 2010 – www.lavocedelnordestromano.it)

Speriamo che l’amministrazione voglia comprendere le serie ragioni dei genitori e spenda denari per garantire servizi essenziali, piuttosto che inutili cialtronerie.

Rifletto solo sulla lottizzazione ARCIONIA recentemente approvata da questa Amministrazione dissennata e penso che il medesimo problema potrebbe prodursi anche in quel comparto in un futuro non così lontano.

Ad maiora

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Rutelli dice si al terzo polo per superare “il bipolarismo fallimentare”

Riporto dal Sole 24 ore

LABRO – Per capire quale strada attende nei prossimi mesi la creatura di Francesco Rutelli, basterebbe partire da un piccolo ma significativo dettaglio, che segna l’ultimo giorno della kermesse di Api qui sulle montagne, strette tra il reatino e il ternano, nel borgo millenario di Labro. Un piccolo ventaglio bianco distribuito tra la gente per contrastare il caldo e che reca su uno dei lati il messaggio più importante di questa festa: “Sì al nuovo polo”. Perché quando l’ex numero uno della Margherita sale sul palco, per tracciare il bilancio della quattro giorni, che ieri ha visto arrivare anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è già chiaro a tutti dove voglia andare a parare: la nascita di un nuova casa comune per i moderati.

I cui confini sono subito delineati dall’ex vicepremier. «Sarà il terzo a scendere in campo – arringa Rutelli dal palco – ma ha le potenzialità per diventare il primo. In Italia, infatti, raccoglierebbe tra il 20 e il 22 per cento dei voti». Un bacino potenziale di consensi, indicato da un sondaggio, che il partito dell’ex sindaco di Roma aveva commissionato nei giorni scorsi a Ipr Marketing e che rende assai appetibile la prospettiva di un terzo polo. Di cui Rutelli ha già scritto la lista degli invitati. «Lo vogliamo fare – dice – con gli amici dell’Udc, con i quali abbiamo collaborato e continueremo a farlo».

Ma la “chiamata” è rivolta anche all’ex leader di An che oggi pomeriggio parlerà ai 10mila accorsi a Mirabello da ogni parte d’Italia. Ieri Fini ha risalito i ripidi tornanti che conducono a Labro per portare il suo saluto agli amici dell’Api e per gettare le basi di future convergenze su temi di interesse comune (le riforme innanzitutto). «Nelle cose che Fini ha detto ieri – prosegue Rutelli – noi troviamo tanti elementi comuni e crediamo che un bel pezzo di strada si sia fatto proprio qui a Labro ed è stato riconosciuto e salutato dai vostri applausi». Poi allarga lo sguardo a nuovi possibili compagni di viaggio. Parla di «forze civiche»  e ancora «dei delusi di Forza Italia, del Partito democratico e del centrosinistra che vogliono voltare pagina». E un possibile terreno di convergenza è già nero su bianco: Le proposte di legge «da sottoscrivere trasversalmente”. A partire da un primo provvedimento che propone l’accorpamento delle province. Il battesimo di questo nuovo terzo polo.  

Quindi Rutelli bacchetta il bipolarismo “che non ha funzionato in Italia” e avverte che, se si andasse ora al voto, “il primo partito sarebbe quello degli astenuti”. Poi invia un segnale chiarissimo al segretario del Pd, Pierluigi Bersani e al suo progetto di Nuovo Ulivo. «Il Pd si candida per guidare questa nuova realtà o per mediare tra le diverse forze che ne dovrebbero far parte? – si chiede provocatoriamente l’ex sindaco di Roma -. Il Pd si propone per dire le cose che a volte anche con durezza vanno dette a questi alleati o per mediare ogni volta su ogni tema, come è già successo con l’Unione, che tutti noi vogliamo lasciarci alle spalle perché non è riuscita a guidare il Paese?».  E qui scatta la stilettata al leader dell’Idv, Antonio Di Pietro. «A loro bisogna dire che non puoi più insolentire il presidente della Repubblica, perché la prossima volta che lo fai, noi non ci alleeremo mai più con te, perché gli italiani non vogliono seguire una coalizione dove c’è qualcuno che insolentisce il garante della Costituzione».

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Ricomincia il Calvario

Riporto di seguito un articolo di oggi sul Tempo di Antonio Sbraga, che fotografa una realtà desolante per tutti i cittadini del Nord -Est. Vale solo la pena di aggiungere che il quadrante conta più di 200.000 abitanti, ormai,  e la linea ferroviaria è quella del 1950!!! Dove è finito il raddoppio della ferrovia finanziato e inspiegabilmente fermo? Perche i Comuni della Valle dell’Aniene (Guidonia Montecelio compresa) non prendono una posizione forte? Tutto sembrava pronto prima delle elezioni del 2009 e,  dopo più di una anno di Giunta Rubeis,  non se ne sa nulla!!! Non sarà come sulla differenziata: in ritardo rispetto alle previsioni e malgestita?

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Ad maiora

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Interrogazione Bando Biblioteche

Pubblico il testo dell’interrogazione, che ho presentato in relazione al bando per le biblioteche elaborato dall’aministrazione.

…pensate scadenza 18 Agosto 2010 e cottimo fiduciario per invitare 5 Associazioni, magari già in vacanza e senza esperienza… che si sappia già chi gestirà le biblioteche? A pensar male…

Al Sindaco

Comune di Guidonia Montecelio

 

All’Assessore alla Cultura

 

Al Dirigente alla Cultura

 

OGGETTO: Interrogazione urgente a risposta scritta.

 

Il sottoscritto Consigliere comunale, avendo appreso che in data 22 Luglio 2010 con la determinazione n. 97 l’Area VIII si risolveva a contrarre e approvava bando, lettera d’invito e capitolato speciale d’oneri e istanza di partecipazione per l’affidamento del servizio di gestione coordinata delle biblioteche comunali.

Considerando che determinazione in parola è stata pubblicata il 2 di Agosto u.s. negando la possibilità per molta parte dei residenti di poterne prendere visione a causa delle ferie estive, laddove trattasi, invece, di questione di interesse pubblico e di chiara importanza.

Considerato che la lettera di invito risulta allo scrivente sia stata inoltrata il 3 c.m..

Verificato che nel bando si prevede la possibilità di presentare istanza per le associazioni/cooperative a condizione che la stessa pervenga all’Ente entro il 18 Agosto p.v.

Vista la determinazione n. 90 della medesima area con cui era stato prorogato il servizio di gestione delle Biblioteche all’Associazione Guidonia cultura per tutto il mese di Luglio, servizio che altrimenti sarebbe cessato il 30 Giugno c.a.

Considerato che lo scrivente ha potuto prendere visione della documentazione e del capitolato, scarno e di evidente semplicità nella elaborazione;

con la presente interroga le SS.LL., richiedendo risposta scritta e urgente, di cui si chiede anche copia via email all’indirizzo aldocerroni@gmail.com, sui seguenti punti:

  1. I motivi per i quali si è andati in proroga per il mese di Luglio su un servizio rispetto al quale il bando era di semplice redazione e perché si è fatto coincidere il bando con il periodo di ferie agostane a cavallo di Ferragosto compromettendo la possibilità per le associazioni di avere precisa contezza dello stesso e poter lavorare approfonditamente alla stesura ed elaborazione del progetto;
  2. Se non si ritiene tale procedura amministrativa lesiva dei diritti inviolabili di parità sanciti dall’art. 2 e 3 della Costituzione.

In subordine

      3.  Se non ritenga di dover sospendere il bando e riproporlo stante, oltre il detto, il palese errore nel testo rispetto alla durata del servizio (due o tre anni), oltre che l’assoluta assenza, a tutt’oggi, sul sito www.istruzioneguidonia.org (altro rispetto al sito istituzionale dell’Ente) della documentazione relativa, così come invece riportato nel testo dell’avviso;

     

      4.  Se le Associazioni/Cooperative invitate rispondano ai requisiti previsti dall’art. 4 del Bando e specificatamente se l’Amministrazione ha contezza che gli organismi invitati abbiano tutti “attività precedente nella gestione bibliotecaria” e se così non fosse se non ritiene di dover riaprire i termini e invitare altre associazioni, che rispondano a questi requisiti.

      5.  Se questa Amministrazione, come succede in tutte le Amministrazioni nazionali con riferimento alle gestioni bibliotecarie, non ritenga di dover privilegiare il profilo relativo alla catalogazione nella redazione del bando e nella definizione dei criteri per la valutazione dei progetti essendo questo il carattere distintivo di tale attività.

        6.   Perché questa amministrazione ha ritenuto di dover utilizzare la procedura                            negoziata del cottimo fiduciario piuttosto che una procedura di maggior coinvolgimento della Città e di maggiore trasparenza per l’affidamento di un servizio di questa utilità e importanza.

 

In attesa di un sollecito riscontro, ponendosi a disposizione per qualsivoglia chiarimento, porge distinti saluti

 

 

Il Consigliere comunale

Aldo Cerroni

 

 

 

Guidonia, lì 05 agosto 2010

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Rutelli al Sole 24 ore

dall’Intervista che Francesco Rutelli ha rilasciato al Sole 24 Ore di Martedì 3 Agosto 2010

Senatore Rutelli, ora che la crisi politica è conclamata, serve subito una crisi parlamentare?

La sostanza della crisi di oggi risiede nel fatto che questa coalizione ha resistito appena 6 mesi in più dell’Unione guidata da Prodi. Questo è l’evento politico enorme e inaspettato. Ed è anche il grande paradosso di questa maggioranza che si è presentata compatta, con numeri ampi e confortevoli e con un leader sicuro ma che ora si trova nelle stesse condizioni in cui era l’Unione: un’alleanza che andava da Mastella a Diliberto. Nessuno avrebbe detto – all’indomani delle elezioni del 2008 e delle stesse regionali di qualche mese fa – che avremmo letto di nuovo sui giornali di campagne acquisti per garantire i numeri a Berlusconi, come succedeva per impallinare il nostro Governo al Senato. E invece è accaduto. Questo è il vero punto.

La fine del bipolarismo.

Il fatto storico è la certificazione della fine di un ciclo politico durato 16 anni. Questa è più che una crisi di Governo. È l’incapacità di un sistema – nonostante un leader forte e numeri parlamentari rassicuranti – a esprimere maggioranze omogenee. Su questo serve un confronto di verità.

Si esce dall’impasse con un governo del presidente come lei aveva pronosticato nel suo libro “La svolta”? Qual è la difficoltà?

Che un nuovo governo lo si deve fare in accordo con Silvio Berlusconi. È lui che ha vinto le elezioni ma è evidente che il premier non sceglierà questa soluzione. La crisi dell’assetto bipolare più che operazioni di Palazzo – destinate a breve vita – o soluzioni bricolage, ci deve portare oltre. A una nuova stagione in cui si prenda atto della scomposizione del quadro attuale e si inneschi una vasta ricomposizione politica. Occorre premere il tasto reset al sistema.

Quindi la scommessa è nella scomposizione di Pdl e Pd?

Quando Fini, co-fondatore del Pdl ma anche coautore della Bossi-Fini esce dal filone della destra sui temi dell’immigrazione e scavalca parti del centro-sinistra sull’antiberlusconismo, è evidente che c’è una scomposizione irreversibile del centro-destra. Così come la candidatura di Vendola e l’annuncio di Grillo di volersi candidare alle elezioni politiche, ridisegnano già nei fatti la mappa geografica della sinistra. Il partito di Di Pietro sarà ulteriormente trascinato su posizioni estranee alla cultura di governo nella sua rincorsa al grillismo. Per il Pd, già in una condizione minoritaria, la strada del centro-sinistra si fa ancora più stretta.

Appoggerà un governo di transizione?

L’unico vero obiettivo di un governo di transizione sarebbe quello di portare il Paese a elezioni cambiando la legge elettorale. Questo è un passaggio chiave. È il premio di maggioranza introdotto nel nostro sistema ad aver creato la grande illusione di maggioranze stabili. Dunque, l’eliminazione di questo meccanismo è una priorità perchè è stato adottato come stabilizzatore dei governi e invece si è rivelato il più grande de-stabilizzatore. Ha infatti dato un’apparenza di solidità creando numeri rassicuranti in Parlamento che però si rivelano – come si vede oggi – effimeri perchè dietro non ci sono nè coalizioni nè perfino partiti omogenei. Ciascun polo continua ad avere in sè i suoi estremi che impediscono le riforme: il giustizialismo a sinistra, il leghismo secessionista a destra.

Un ritorno al proporzionale è la via?

Il modello elettorale più razionale è quello tedesco che porterebbe al massimo 5, 6 partiti in Parlamento. A quel punto le alleanze si potranno determinare solo tra chi ha cultura e capacità di governo.

È l’approdo del terzo polo con Fini, Casini, Montezemolo?

È presto per dirlo. I cambiamenti e gli assestamenti sono appena iniziati. Ma più che di un terzo polo, penso ci sia bisogno di un nuovo polo che nasca sulla base di quell’agenda delle cose difficili da fare e si candidi a diventare nei prossimi anni il primo polo del Paese, liberale e democratico. Che sia capace di segnare la discontinuità, come avviene con il nuovo governo inglese Cameron-Clegg. Due leader che non somministrano placebo al Paese ma piuttosto soluzioni sorprendenti, in discontinuità con il passato. Quello che a me interessa non è un patchwork di leader e movimenti ma trovare una alleanza che si unisca sulle cose difficili da fare. Dopo il populismo ottimistico di destra e la ricetta decotte di sinistra, immagino una forza che sappia far diventare popolari le riforme impopolari.

Se sulla mozione Caliendo ci sarà un identico comportamento dell’Api, Udc e finiani, sarà di fatto la nascita di un nuovo polo?

Domani (oggi, ndr) si riuniranno i nostri deputati per decidere. Di certo, non dovremo cadere in trappole che possano portare a un precipizio politico.

Si parla anche di un Governo Tremonti.

Non entro nel toto-candidature. Cominciamo, invece, a costruire le condizioni per questa ricomposizione di partiti e progetti politici unendo persone con tradizioni culturali diverse. È già possibile. Ora che Berlusconi è costretto a una navigazione a vista e sa che il voto lo porterebbe a una posizione peggiore – con una Lega dominus di un futuro governo, nell’ipotesi in cui tornasse a vincere – siamo già nelle condizioni di interpretare una nuova stagione. E scrivere l’agenda delle cose difficili che sono indispensabili a un Paese che non può crescere dello 0,3% all’anno. Parlo di riforme della giustizia, attenzione strategia alle Mpi – micro e piccole imprese – di programmi anti-ciclici di opere pubbliche diffuse, di liberalizzazioni.

Dov’è il difficile?

Le riforme vere sono difficili. Lo è il taglio degli aiuti a pioggia alle imprese, l’accantonamento di opere pubbliche inutili, la messa a punto di una piattaforma sulla giustizia in cui si accetta la spersonalizzazione dell’ufficio del Pm e l’abbandono delle leggi ad personam. E lo sono liberalizzazioni che incidano sulle corporazioni o la separazione della rete gas.

Il sì del suo gruppo alla riforma dell’università è una strizzata d’occhio a Berlusconi?

No, è il voto convinto a una buona riforma, che abbiamo migliorato e su cui ora occorrono le risorse per farla funzionare. È l’anticipo di una strategia che svilupperemo: non di partecipare al bricolage politico ma spingere sulla discontinuità e riforme necessarie al Paese.

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