Lavori ACEA Villanova… cercasi!

Come voi tutti ricordate, e ne trovate traccia comunque in questo blog su articoli vecchi, l’ACEA,  grazie al lavoro di Giunte precedenti a quella Lippiello,  iniziando dalla Giunta Cerqua nel 1999, aveva stanziato 6 milioni di euro per il rifacimento di parte della rete idrica e di parte, quindi, delle strade della frazione di Villanova. La Giunta Lippiello, grazie anche alla mia personale iniziativa, aveva raddoppiato tale cifra e i denari messi a disposizione erano diventati 12 milioni di Euro.

Nel 2007 tali lavori erano anche partiti con soddisfazione di molti, anche del sottoscritto. Per fare alcuni esempi: nei Lotti Mannaresi, in Via Saffi e in Via D’Acquisto e limitrofe, in  Via Menotti, in Via Gesmundo, in Via Bernardini, in Via Pilo e limitrofe, ecc.

Insomma, quasi metà del territorio di Villanova era stato positivamente investito dai lavori ACEA.

Dico, per inciso, che la solerzia e l’attenzione ACEA fu tutt’altro che spontanea. Infatti fu necessario una continua e pedante sollecitazione,  da parte dell’Amministrazione comunale, dei Dirigenti preposti.

Con la caduta della Giunta Lippiello,  tutto si fermò! Dei lavori ACEA neanche più l’odore! E dal Comune, nè col Commissario nè col Sindaco Rubeis, nessuna sollecitazione.

Ad oggi,  non si sa che fine abbiano fatto i lavori della rete idrica previsti per Villanova e questo ha,  come conseguenza,  che anche il rifacimento delle strade risulta interrotto, poichè – proprio in previsione dei lavori ACEA – la nostra Giunta non aveva inserito le strade di Villanova nel piano delle opere pubbliche (alla loro riasfaltatura doveva provvedere ACEA).

Tutto questo nel silenzio dell’Amministrazione Rubeis di Centro Destra, ma anche del Partito Democratico e del solito Leonetti, che,  nelle scorse campagne elettorali,  si era pure attribuito il merito dei lavori ACEA.

Nei prossimi giorni presenterò un’interrogazione urgente al Sindaco e all’Assessore e vi renderò conto su queste pagine degli esiti di questa triste vicenda.

Ad maiora

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Mobilitazione per la Costituzione

Allarme per lo stato di calamità costituzionale: è quello che parte da Bologna, dai Comitati Dossetti, nati dopo l’appello lanciato nell’Aprile del 1994 da Don Giuseppe Dossetti, a difesa della Costituzione. I Comitati, sorti in tutta Italia, hanno espresso preuccupazione per le ferite cui è sottoposto l’ordinamento democratico e lo Stato di diritto. Fra tutte penso all’avvilimento del Parlamento attraverso la decretazione d’urgenza. I comitati Dossetti hanno deciso di promuovere una serie di iniziative da svolgere soprattutto nelle scuole.

Mi sembra un’ottima iniziativa.

Ad maiora

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“Libertà sul web vitale per la democrazia”

Così l’ambasciatore USA difende Google e critica la sentenza di ieri di un giudice milanese.

Riporto di seguito l’articolo del “corriere.it”

L’ambasciatore Usa difende Google:
“Libertà sul web vitale per la democrazia”

David Thorne: «Siamo colpiti. Gli abusi non sono una scusa per violare il diritto a un Internet libero»

 MILANO – La reazione di Google alla sentenza di Milano era più che attesa. Come quella dei blogger e dei siti specializzati in tecnologie di mezzo mondo, altrettanto negativa. Ma contro la condanna dei tre dirigenti di Google arrivano parole dure dall’ambasciatore americano a Roma, David Thorne. «Siamo negativamente colpiti dall’odierna decisione di condanna di alcuni dirigenti della Google Inc. Per la pubblicazione su Google di un video dai contenuti offensivi – afferma Thorne in un comunicato – . Pur riconoscendo la natura biasimevole del materiale non siamo d’accordo sul fatto che la responsabilità preventiva dei contenuti caricati dagli utenti ricada sugli Internet service provider». Nel suo comunicato, Thorne fa diretto ed esplicito riferimento alla posizione del governo Usa, diventata netta dopo il caso della censura in Cina, che ha coinvolto proprio Google. «Il principio fondamentale della libertà di Internet è vitale per le democrazie che riconoscono il valore della libertà di espressione e viene tutelato da quanti hanno a cuore tale valore- dice Thorne – . Il Segretario di Stato Hillary Clinton lo scorso 21 gennaio ha affermato con chiarezza che Internet libero è un diritto umano inalienabile che va tutelato nelle società libere. In tutte le nazioni è necessario prestare grande attenzione agli abusi. Tuttavia, eventuale materiale offensivo non deve diventare una scusa per violare questo diritto fondamentale».

La questione apre un interrogativo, che sarà sempre più pressante, sulla libertà di informazione sul web: se la rete vada organizzata e forse “censurata”, come ogni altro mass media o, invece, l’atteggiamento debba essere di estrema accondiscendenza.

Ad un prossimo post le mie sensazioni. Per ora dico che è abbastanza evidente il ruolo di supplenza svolto dalla Magistratura rispetto ad una politica inadeguata e sempre “fuori tempo”!!!

Intanto buona giornata e ad maiora

 

   

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Caro Marco, ti scrivo con franchezza

 
Così inizia una lettera aperta che Santoro ha scritto a Travaglio e che segna la fine dell’idillio… almeno speriamo!!!
La riporto integralmente.
 
 
Caro Marco,

risponderò con franchezza alla tua lettera che mi sembra venire da troppo lontano. Siamo diversi e con diverse opinioni su molte cose: legalità, moralità, libertà e televisione. Eppure forse proprio per questo siamo riusciti a diventare amici e, per un pezzo importante della nostra vita, a combattere fianco a fianco contro la censura. E’ questo l’unico vero miracolo compiuto da Silvio Berlusconi, aver intrecciato vicende professionali distanti come quelle di Biagi e Luttazzi, di Montanelli e di Sabina Guzzanti. La tua e la mia. Vivrei una tua decisione di prendere le distanze da Annozero con grande amarezza ma non per ragioni personali: perché sarebbe, in primo luogo, un torto fatto a un pubblico assai grande e, in secondo luogo, un ulteriore arretramento del confine del proibito che ormai comprende quasi tutti i fatti più scottanti riguardanti i potenti in Italia.

Non sarebbe tuttavia una tragedia o una catastrofe irreparabile. Nel corso della mia lunga esperienza televisiva tanti miei amici e collaboratori hanno scelto o dovuto scegliere di percorrere altre strade. E’ stata sempre per tutti un’occasione di rinnovarsi, una sfida per allargare gli orizzonti di quel laboratorio del quale sentiamo comunque di continuare a far parte.

Già oggi il tuo raggio d’azione è enorme: scrivi quotidianamente per il Fatto (e non solo), hai un blog seguitissimo, hai una parte da protagonista nel blog di Grillo e riempi i teatri col tuo spettacolo su Tangentopoli. Potresti quindi fare tranquillamente a meno di Annozero, senza più esporti alla fatica e allo stress del corpo a corpo televisivo dove si ha sempre la sensazione, sbagliando, di doversi giocare tutto in pochi minuti.

Una volta, quando avevi soltanto i tuoi libri, non facevi nessuna fatica ad affrontare quegli stessi “farabutti” che oggi, invece, ti appaiono interlocutori inaccettabili. Non Annozero, con i suoi milioni di ascoltatori, ma una qualunque televisione di provincia ti sembrava una buona occasione da non sprecare. Allora ero io che ti invitavo ad affaticarti di meno, a rendere più preziosa la comunicazione, a mettere un freno alla tua generosità, mentre lavoravo a migliorare le luci, la tua posizione in scena, i tempi del racconto e a inserirti più efficacemente nel contesto del programma.

Certo senza le tue straordinarie qualità di scrittore e narratore tutto questo non sarebbe servito a niente. Ma è servito. Nonostante Belpietro, Ghedini o Lupi. Loro sono sempre gli stessi. Tu sei cambiato. Non so se ti accorgi che, quando a proposito di Annozero dici che è una questione di format, stai parlando come un membro della Commissione parlamentare di vigilanza.

Non so se condividi i suggerimenti di Paolo Flores d’Arcais che pretende di spiegarmi quando spegnere e accendere i microfoni di un ospite. Un membro perfetto dell’Agcom. Un apologeta del Berlusconi-pensiero sul “pollaio”. Proprio come Furio Colombo e le sue invettive contro i talk-show. D’Arcais e Colombo sono convinti che debba regnare l’ordine del discorso (scritto) che, ovviamente, per loro non è quello del telegiornale di Minzolini ma quello di Report , celebratissimo esempio di una trasmissione basata sul principio di identità e non contraddizione.

Ora, sia ben chiaro, Report piace anche a me, e molto: lo ritengo altrettanto incompatile di Annozero con gli equilibri imposti dal conflitto d’interesse al sistema informativo. Ma non è l’unico modo possibile di fare inchiesta, come non lo era un tempo il documentario in stile Bbc. Noi proviamo a forzare la gabbia delle compatibilità, ad uscire dal seminato; per mettere a nudo le contraddizioni illiberali del palinsesto non ci accontentiamo di scavarci una nicchia alternativa. Siamo brutti, sporchi e cattivi. Raccogliamo meno consensi di Ballarò ma creiamo un maggior numero di situazioni critiche, più adrenalina, più polemiche, più brecce nella gelatina.

Perciò ho voluto e continuo a volere che, almeno per un po’ di minuti, tu occupi il centro della scena. Sei il simbolo di ciò che il recinto della televisione generalista non vuole più contenere, di tutti coloro che sono stati espulsi e non possono più rientrare. La prefigurazione di un cambiamento possibile. D’altra parte chi è espulso riesce anche a sopravvivere benissimo. Fuori dalla tv generalista l’industria culturale rende ancora possibili profitti importanti per chi produce contenuti forti; ma chi resta è meno libero e chi va via non entra più in contatto con una sterminata periferia, una enorme banlieue culturale nella quale resta confinata una buona metà della popolazione italiana. In questa periferia, almeno qualche volta, Annozero è entrato prepotentemente. Anche grazie a te, e ne vado fiero. E anche grazie a Maurizio Belpietro.

Tu, invece, pensi che Maurizio Belpietro – o Porro o Ghedini – siano soltanto un prezzo pagato alla par condicio, una legge di cui si parla senza conoscerla e di cui nessuno si occupa seriamente, quando per me rappresentano quel vuoto necessario di scrittura che rende la trasmissione imprevedibile. Perfino ciò che è successo giovedì scorso dimostra che nel nostro studio nessuno può sapere in anticipo come andranno le cose. Noi per primi.

Report ha l’andamento di un film. Annozero assomiglia ad una partita di calcio, mette in gioco non solo nozioni ma emozioni, convinzioni profonde, passioni anche viscerali. Quando il gioco diventa noioso e scontato il pubblico più infedele cambia canale. Ed è questa la ragione per cui siamo costretti a inseguire lo spettatore meno affezionato ai nostri programmi, qualche volta perfino deludendo i fan. Il contrario esatto di quello che avviene a teatro.

In passato godevo nel vederti demolire le argomentazioni aggressive con l’ironia e con una precisione chirurgica: adesso chiedi tempo. Un tempo che la tv, a tuo parere, non sarebbe in grado di concederti. Quanto tempo per rispondere a contestazioni che si ripetono come una litanìa monotona e scontata? Cinque minuti? Mezz’ora? Una serata intera? Nella tua lettera potevi essere più esplicito nel criticare la mia conduzione. Io credo che tu non l’abbia fatto perché avresti dovuto aggiungere l’elenco dei “bellissimi servizi” da tagliare per fare spazio alle tue necessità.

Invece che di Bertolaso avremmo almeno saputo tutto di Travaglio? E la volta successiva cosa avremmo dovuto fare se si fosse ripetuta la stessa situazione? La risposta sembra interessarti poco: prima viene il tuo onore, la faccia, la verità. Dovremmo ripetere il disco della condanna per diffamazione pronunciata solo in primo grado, rivedere alla moviola il tuo certificato penale, per convincere l’universo mondo (compreso Belpietro) delle tue qualità morali che al nostro pubblico non sembrano per niente in discussione. Inoltre un giornalista condannato, si fa per dire, definitivamente per diffamazione smette di essere un buon giornalista? Penso proprio di no; come Schumacher che, se va una volta fuori pista, non smette per questo di essere un buon pilota.

Hai saputo schivare e anche incassare molti colpi bassi ma questa volta è bastata una banalissima insinuazione di Porro (e non un’aggressione squadristica) per farti perdere il lume della ragione. Hai frequentato un sottufficiale dell’Antimafia prima che venisse condannato per favoreggiamento. Scusa, qual è il problema morale? Quali sconvolgimenti ha creato nella percezione che i nostri ascoltatori hanno di te questo genere di insinuazioni? Nessuno.

Le critiche, anche le più assurde, fanno parte del nostro lavoro, così come rispettare chi non la pensa come noi, non insultarlo, non delegittimarlo come interlocutore. E se sono gli altri ad aggredirci, dobbiamo rispondere come tu sai fare meglio di me, rapidamente e con le armi dell’ironia. Quando io non l’ho fatto ho sbagliato.

Siamo diversi ma apparteniamo entrambi al pubblico. Solo dal pubblico deriva la nostra credibilità. Perciò hai il diritto di proporti al pubblico come meglio credi, nella forma teatrale dei tuoi spettacoli (senza disturbatori) o, come mi auguro, nel percorso a ostacoli di Annozero. Sai che mi sono battuto con tutte le mie forze per includerti con un regolare contratto e non come un ospite occasionale nella nostra trasmissione. Sono fiero di poter dire che tu sei parte della Rai e del servizio pubblico. Come dovrebbero esserlo Sabina Guzzanti, Daniele Luttazzi e tanti altri. All’inizio di Annozero ero convinto che col nostro ritorno avremmo portato a casa una vittoria importante contro la censura e che presto il mondo sarebbe cambiato. Non è successo, anche se nel frattempo siamo diventati il primo programma di informazione.

Se la televisione è perfino peggiorata non è solo colpa di Berlusconi e dei suoi “trombettieri” ma di chi avrebbe dovuto contrastarlo e non lo ha contrastato e anche di quelli che scelgono di battersi pensando di essere gli unici a farlo con coerenza. Cavalieri senza macchia e senza paura che vogliono segnare a tutti i costi una differenza dal resto del mondo, che mettono la loro purezza e il senso dell’onore prima della libertà: la legge e le regole prima della libertà, la verità prima della libertà. Mentre leggi e sentenze sono solo lo strumento essenziale per l’ordinato funzionamento della società.

Mi chiedi di mettere riparo agli abusi. Con l’esperienza che ho cercherò di inventare qualcosa per evitare l’uso di argomenti provocatori, le interruzioni ad arte, le offese personali. Quello che non posso prometterti è la verità.

La verità profonda di una persona, che si chiami Travaglio, Berlusconi o Santoro non la stabilisce un programma televisivo, non si raggiunge stilando con attenzione la lista dei buoni e dei cattivi. A quelli che sui vostri blog chiedono di definire una volta per tutte ciò che è vero abbiamo il dovere di rispondere che la verità è sfuggente, contraddittoria. La verità è una conquista faticosa e difficile. Per quanto mi riguarda spesso è un faccia a faccia. Tra me e me.

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Rutelli a Barcellona con sindaci che hanno fatto la storia

Lunedì 22 Febbraio 2010 18:27
Francesco Rutelli è oggi a Barcellona per il Summit europeo dei governi locali, organizzato dal governo spagnolo e dalla amministrazione catalana, nell’ambito del semestre europeo della presidenza spagnola. Ai lavori parteciperanno, tra gli altri, il vicepresidente del governo Manuel Chaves, il presidente della Generalitat di Catalogna, Jose Montilla e il sindaco di Barcellona, Jordi Hereu. 
 
Il leader di Api è stato invitato assieme ad una serie di personalità europee per ricevere al Museo Maritimo un premio dedicato ai “sindaci che hanno fatto la storia”: tra gli insigniti, oltre all’ex-primo cittadino di Roma, anche il portoghese Jorge Sampaio (sindaco di Lisbona e presidente del Portogallo), Pierre Mauroy (Lille), Pasqual Maragall (che fu sindaco della Barcellona olimpica), Ritt Bjerregaard (Copenhagen) e Dora Bakoyannis (Atene). 
 
“Le città sono state uno straordinario veicolo per la costruzione dell’identità europea, per la loro storia, la dinamicità e l’integrazione che hanno saputo promuovere”, ha detto Rutelli.
 
“Oggi viviamo cambiamenti profondissimi del tessuto dell’Europa: la crisi economica, l’impasse delle istituzioni dell’Unione, i problemi legati al fallimento dell’ideologia astratta del multiculturalismo. Le città europee – ha proseguito Rutelli – hanno una doppia sfida da vincere: tornare motori e simboli di crescita economica e trasformazione modernizzatrice; sconfiggere i ghetti attraverso integrazione, legalità, partecipazione”.
 

Ad maiora

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Regionali Lazio 2010

(ANSA) – ROMA, 17 FEB – Ne’ Emma Bonino ne’ Renata Polverini hanno dato risposte sul problema della spesa sanitaria fuori controllo nel Lazio. Per questo motivo Francesco Rutelli non si schiera ne’ con l’una ne’ con l’altra alle prossime elezioni e da’ liberta’ di voto agli elettori che si riconoscono nell’Alleanza per l’Italia.
Rutelli, parlando a Radio Anch’io, ha tra l’altro detto che la sua formazione politica (Api) e’ uno ‘start up’,  che dialoga con tante forze politiche. Ad esempio, in Campania sostiene De Luca, in Basilicata ha fatto un accordo con il centrosinistra e in Piemonte con l’Udc.

Condivido completamente il pensiero del Presidente Rutelli.

Ritengo, tuttavia,  che Emma Bonino, donna sempre in prima fila nelle battaglie sui diritti civili e che bene ha fatto a  livello internazionale per il nostro Paese,  sia la scelta meno UTILE e meno GIUSTA per la nostra Regione. Per una serie di motivi, che cerco di sintetizzare.

  • E’ una candidatura radicale e dei Radicali,  subita dal resto della coalizione in assenza completa di qualsiasi proposta politica nel PD.
  • E’ storicamente (coerentemente al filone radicale) una Liberista spinta e pertanto contraria, come spesso negli anni passati ha dichiarato, ai lacci e lacciuoli, che ingabbiano l’economia dei mercati:  fra i tanti lacci,  che vorrebbe rimuovere,  c’è , ad esempio,  la clausola di salvaguardia dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori e molte altre norme “liberticide”,  come le definiscono Lei e Pannella.
  • Allontana il voto cattolico, che è eticamente essenziale e strategicamente irrinunciabile.
  • E’ una politica di lungo corso, ma soprattutto mai si è confrontata su problemi di livello regionale.

Insomma,  ritengo sia veramente una candidatura irricevibile,  più residuale che scelta con convinzione.

Della Polverini non mi convincono molte cose e,  prima fra tutte,  le formazioni politiche, che la sostengono.

Ritengo, tuttavia, che sia una candidatura meditata della nostra Regione e per la nostra Regione e forse la candidatura più lontana  possibile, nello schieramento di centro destra, dalle posizioni di Silvio Berlusconi. Non si fa mistero della sua vicinanza politica a Gianfranco Fini.

Per tutte e non solo queste ragioni ho deciso di sostenere, pur senza “innamorarmene”,  la candidatura “meno peggio” di Renata Polverini.

Per quanto riguarda la preferenza individuale,  mai suggerirò di votare PDL ! E’ per questo che ho avviato, con i candidati della lista civica della Polverini, una serie di consultazioni per il bene del nostro territorio.

Sto, insomma, cercando di capire fra i molti candidati chi più sia disposto a lavorare per favorire il territorio di Guidonia Montecelio, dato che certamente non avremo rappresentanti in Regione del nostro Comune,  essendo le candidature locali del tutto impossibilitate a raggiungere il consenso necessario  per divenire Consiglieri regionali.

A breve relazionerò sugli esiti di questi incontri e deciderò la mia preferenza individuale e mi permetterò, con la discrezione di sempre, di suggerirvela.

Ad maiora

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“I guadagni di Maria Calzetta…!

L’ormai celeberrimo settore Pubblica Istruzione del Comune di Guidonia Montecelio ne ha fatta una delle sue…!

Ecco la vicenda:

Prima del 31 Dicembre 2010 sono state recapitati a cura e spese del Comune circa 1000 avvisi relativi a “ricognizione di tutti coloro che non risultano aver effettuato – o aver effettuato solo parzialmente – i versamenti relativi al servizio scolastico mensa erogati… “ e relativi agli anni scolastici 2003/2004 e 2004/2005.

A parte la tempistica incredibile, dettata solo dall’esigenza di far cassa ed evitare la prescrizioni di tali versamenti, questioni, queste, che interrogano tutti circa l’efficienza della nostra Amministrazione, qualunque sia il colore politico della stessa,  ho voluto approfondire la questione e capire di che cosa stavamo parlando.

Ed ecco la sorpresa! Con Determinazione dirigenziale n. 86 del 30.11.2009 veniva affidato il servizio di recupero crediti ticket mensa scolastica ad una certa Società G centro servizi di Roberto Giovannozzi di Villalba, che aveva (guarda caso!) presentato un’offerta, per la somma di 10.500,00 Euro (iva Inclusa)

La motivazione che viene addotta per spiegare questa scelta è “l’esiguità del personale in servizio in questa area…” e quindi l’impossibilità di esperire le pratiche burocratiche relative.

Questi i fatti, ma dove è il problema, direte voi…?

Il problema, più squisitamente gestionale, è che il costo dell’operazione è di 10.500,00 euro + 5.000,00 euro circa di raccomandate spedite dal Comune (considerando i circa 1000 avvisi) e tutto ciò per riscuotere quanto?

Ma v’è di più. In che cosa consiste l’attività della suddetta Società se le lettere di avviso e le relative raccomandate le fa il Comune con il suo “esiguo personale in servizio”… e quindi  a cosa servono i 10.500,00 Euro?

Mi sembra scarsa attenzione, per essere benevoli e sicuramente l’Amministrazione Rubeis non sembra così efficiente… (sic!)

Ma cercheremo di capire quanto il Comune “intascherà” da questa lodevole iniziativa!

Mala tempora currunt

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Questa è la via giusta!

(ANSA) – ROMA, 29 GEN – ‘Non vogliamo fare un piccolo partito in piu’, non e’ nostra intenzione. Vogliamo dare il via a una formazione che al centro riporti equilibrio nel Paese’.
Lo ha detto il leader dell’Api, Francesco Rutelli, nel suo intervento questa mattina a ‘La telefonata’.
Tornando sul suo addio al Pd l’ex sindaco di Roma ha sottolineato che ‘in Italia avere passione politica significa battersi per le cose importanti: lavoro, imprese, famiglia. Ma non bisogna farlo ne’ con toni gridati da una parte, ne’ su posizioni condizionate dagli estremismi dall’altra’.
‘Sia a sinistra che a destra – ha detto – c’e’ un impatto eccessivo delle forze massimaliste. Ci vuole piu’ equilibrio; per questo critico il bipolarismo e soprattutto il fatto che a sinistra il Pd, nato per creare un nuovo pensiero di fronte ai problemi del Paese, e’ tornato ad essere quello che era prima il Pds’.
Infine un passaggio sul ‘grande centro’. ‘Vorremmo farlo – dice Rutelli – con tutte le persone di buona volonta’, per riportare al centro la politica oggi dominata a destra da leghismo e a sinistra dal dipietrismo giustizialista’.

Ad maiora

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API Lazio

Domenica scorsa è stato presentato a Roma  il Comitato promotore regionale del Lazio di Alleanza per l’Italia.

Ne do conto in queste pagine, augurando ai nostri coordinatori un buon lavoro.

Comitato Promotore Regionale Lazio

 
Luca Danese – coordinatore
 
Sandro Battisti – portavoce
 
Mino Dinoi – responsabile organizzativo ed elettorale
 
Componenti: Francesco Rutelli, Linda Lanzillotta, Massimo Andolfi, Mariano Angioletti, Rapisardi Antinucci, Gianfranco Bafundi, Federico Bertucci, Wanda Ciaraldi, Cristina De Luca, Francesca Elia, Gian Maria Fara, Bianco Fazio, Caterina Flick, Alberto Gambino, Roberto Guida, Guido Improta, Filippo Lippiello, Fulvio Lucisano, Mariapia Marchetti, Mauro Mattucci, Claudio Minelli, Luciano Nobili, Bruno Ovoli, Pierpaolo Pinacoli, Massimiliano Pronio
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27 Gennaio 2000 – 27 Gennaio 2010… 10 anni di istituzione del giorno della memoria

Torno a scrivere dopo molto tempo, a causa di un brutto incidente, occorsomi in scooter mentre andavo a Roma a lavoro… torno riallacciando il mio dialogo con voi, assidui lettori,  facendo riferimento al Decennale della felice intuizione, che portò, nel 2000, all’istituzione del “Giorno della memoria” della più triste abiezione umana rappresentata dall’Olocausto degli Ebrei, la Shoah.

Evito considerazioni personali, sempre inadeguate rispetto all’immane tragedia e rimetto a voi un brano, tratto da un libro di ricordi e testimonianze del 1998 di Mario Tagliacozzo Metà della vita. Ricordi della campagna razziale 1938-1944
Milano  Baldini & Castoldi 

 “Carlo, che aveva visto giusto sin dal principio, continuava a farci i suoi discorsi profetici, mentre Renzo veniva di lì a poco colpito da una prima disposizione. Non uscì alcun decreto, ma una semplice circolare che proibì l’esecuzione alla radio delle musiche degli ebrei. Renzo aveva vinto pochi giorni prima un concorso per delle cantiche militari: ebbe appena la soddisfazione di vedersi dichiarato vincitore e subito vide spezzata la sua carriera perché successivamente lo stesso provvedimento fu esteso anche ai concerti.

In aprile, quando ancora perduravano le malattie familiari, avemmo finalmente il piacere di vedere sistemata a giardino la piazza davanti alla nostra casa che, quando eravamo venuti nel quartiere, era ancora un informe cumulo di macerie e di polvere, che diveniva fango nelle giornate di pioggia. Fu finalmente livellata la piazza, furono costruiti i marciapiedi, mentre una vasta rotonda centrale veniva adattata a giardino con alberi, aiuole e panchine.

In maggio poi tutta Roma era festante per il prossimo arrivo di Hitler; si ripuliva e si abbelliva, mentre le strade si arricchivano di festoni, di bandiere, di luminarie, di fontane luminose, si montavano impalcature, si imbiancavano facciate. Tutta la città era in festa e si preparava al grande avvenimento. Furono giornate di confusione, di riviste, di spettacoli all’aperto e di movimento continuo, mentre il lavoro si arrestava.

L’amicizia tra Italia e Germania si cementava sempre più e noi non potevamo gioirne, perché prevedevamo che da questa situazione a noi non poteva venire del bene.

In luglio una prima pubblica manifestazione apparve sui giornali ad opera di un gruppo di professori universitari e di intellettuali e fu poi ricordato come “il manifesto della razza”. Era un primo segno dei tempi e ne restammo sbalorditi. In quello stesso periodo fu pubblicato il primo numero di una rivista che affrontò il problema razziale, mentre Interlandi sul “Tevere” cominciava più violenta la sua campagna contro gli ebrei. A mezzogiorno il marciapiedi davanti al caffè Aragno e la piazza San Silvestro erano invasi da strilloni che offrivano il giornale con il velenoso articolo della giornata. Ricordo benissimo quel mese di luglio 1938: i miei erano in campagna in Ancona e così pure era fuori la famiglia Massarani. Ci incontrammo con Renzo ogni giorno per far colazione insieme alla Campana o alla Barchetta e spesso finivamo per mandar giù dei bocconi assai amari, quando, mentre ci sedevamo a tavola, ci venivano a porre sotto il naso l’articolo di Telesio Interlandi.

Passava il tempo. Virgola insisteva perché mi occupassi della villeggiatura, ma ero quanto mai perplesso e non sapevo cosa fare, sembrandomi inopportuno il muoversi da Roma. Si temeva che qualcosa potesse succedere da un momento all’altro, come molti dicevano, ed allora non sarebbe stato bene il trovarsi lontani da casa, in un paese sconosciuto e in un ambiente forse ostile. Altri consigliavano invece di muoversi per godere di una villeggiatura che non avrebbe potuto farci che bene, specie in un momento in cui il futuro ci era quanto mai ignoto e oscuro.

Vito, proprio in quel periodo, per l’impresa per la quale lavorava, aveva vinto il concorso per un ponte sul Tevere. Ebbe appena la gioia di vedersi dichiarato vincitore pubblicamente perché in seguito non ebbe nessun beneficio dal suo brillante risultato. L’impresa trasse profitto dalla situazione che si era creata in seguito alla campagna razziale e Vito non ebbe alcuna possibilità di farsi sentire e non figurò in modo alcuno come progettista.”

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