Lettera aperta

Cari assidui lettori,

il 6 e 7 giugno si tornerà alle urne per rinnovare il Consiglio comunale. Data l’importanza di questa consultazione elettorale, torno ancora una volta da voi per chiederti la fiducia.

Molti progetti sono rimasti in sospeso a causa, come sapete, dello scioglimento anticipato del Consiglio comunale, che stava ben operando per la crescita della città. Affinché questo processo di rinnovamento prosegua e si compia, occorre che le energie finora profuse non vengano rese vane. E’ per questo motivo che ho deciso, ancora una volta, di candidarmi per continuare nel mio personale progetto di servizio al bene comune.

Il tuo voto è indispensabile per risolvere problemi che da anni attendono di essere risolti e che riguardano i singoli cittadini così come la collettività: dalla qualità dell’aria alle infrastrutture, alla scuola, al decoro della città, all’occupazione sempre più precaria soprattutto per i nostri figli.

Occorre che tu, io e la coalizione a cui appartengo lavoriamo insieme per raggiungere obiettivi ambiziosi, ma reali e individuabili nelle esigenze di ognuno di noi. La mia disponibilità in tal senso, e lo sa chi ha avuto modo di conoscermi, è assoluta.

Per contattarmi, riproduco a pié di pagina il  mio numero di telefono.

Certo della Vostra stima Vi ringrazio fin d’ora se vorrete accordarmi la vostra fiducia e darmi , con il vostro voto, la preferenza come consigliere comunale nella lista civica “DEMOCRATICI per GUIDONIA MONTECELIO” Lippiello Sindaco

VI saluto cordialmente e Vi ringrazio.

Tel. 3286755860

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25 APRILE!

Riporto dal web!
OGGI 25 APRILE, FESTA DELLA LIBERAZIONE

Oggi, 25 Aprile, è la Festa della Liberazione, è la festa di tutti, di destra e di sinistra, è la Festa di un popolo che si è liberato. La data del 25 aprile rappresenta un giorno fondamentale per la storia della giovane repubblica italiana. Il riconoscimento di Gianfranco Fini, leader del principale partito di destra, ma anche figura istituzionale, è importante. Oggi distinguere destra da sinistra non ha più senso, non solo perchè in continuazione i politici cambiano schieramento e le ideologie ormai sono relitti del passato, ma anche perchè il senso di questa ricorrenza è altro. Positanonews cerca di spiegare, cosa che non fa nessuno, di cosa parliamo. E´ l´anniversario della rivolta armata partigiana e popolare contro le truppe di occupazione naziste tedesche e contro i loro fiancheggiatori fascisti della Repubblica Sociale Italiana. Il 25 aprile 1945 segna il culmine del risveglio della coscienza nazionale e civile italiana impegnata nella riscossa contro gli invasori e come momento di riscatto morale di una importante parte della popolazione italiana dopo il ventennio di dittatura fascista. Alla liberazione dell´Italia dalla dittatura si poté arrivare grazie al sacrificio di tanti giovani ragazzi e ragazze che, pur appartenendo ad un ampio ed eterogeneo schieramento politico (dai comunisti ai militari monarchici, passando per i gruppi cattolici, socialisti ed azionisti), si chiamavano con un solo nome: partigiani; combatterono al fianco di molti soldati provenienti da paesi diversi e lontani (dagli Stati Uniti all´Australia, senza dimenticare Inglesi e Francesi), ma tutti accolti come alleati. La stessa storia dell´Italia repubblicana fonda interamente le proprie basi nell´esperienza dell´antifascismo che Piero Calamandrei definì “quel monumento che si chiama ora e sempre Resistenza”, elemento base di una nuova religione civile della nascitura giovane democrazia repubblicana. Si è parlato più volte e da più parti della Resistenza come di “un secondo Risorgimento i cui protagonisti furono le masse popolari” (S. Pertini). Non è intenzione di chi scrive fornire una ricostruzione storica dei fatti e dei protagonisti, ma semplicemente sfatare una teoria storiografica revisionista che, negli ultimi anni, è molto di moda: la Resistenza come “guerra civile”. Benché la Resistenza non sia stato un fatto coinvolgente la maggioranza degli italiani, ma solo quella relativa degli abitanti delle aree centro-settentrionali, essa non è stata affatto una guerra di italiani contro italiani, come, in Spagna nel 1936, si era avuto uno scontro di spagnoli contro spagnoli. Infatti vi fu lo scontro tra soldati e combattenti italiani contro gli invasori tedeschi ed i collaboratori repubblichini, i primi, nel rispetto della pluralità politica, combattevano in nome della democrazia liberale o socialista che fosse, i secondi combattevano a fianco delle SS hitleriane sostenitrici della necessità di conquistare uno “spazio vitale” per la Germania nazista. Chi scrive non vuole assolutamente cadere nella retorica resistenziale, ma è fortemente concorde col fatto che la Resistenza fu un momento edificante in cui si affrontarono i sostenitori della libertà, della democrazia e della giustizia sociale contro gli adulatori della tirannide di cui furono essi stessi le prime vittime, se di “guerra civile” si vuole parlare la si deve intendere come “per la civiltà” (Dante Livio Bianco), come “una guerra politica, popolare ….. .Una guerra democratica, in duplice senso, in quanto democratico è il suo metodo ed è democratico il suo ultimo, l´abbattimento di una dittatura e l´instaurazione di un regime fondato sulla partecipazione popolare al potere” (Norberto Bobbio, ora in D. L. Bianco, Guerra partigiana, Einaudi, Torino 1973, p. VIII). Con ciò non si vuole fare un discorso relativo alle singole persone che combatterono su entrambi i fronti in buona fede, che vanno sempre e comunque rispettate, se non altro per i dolori e le sofferenze che furono costretti a subire. Premesso tale rispetto per tutti i morti, mi sembra lecito oppormi a quanto proposto da più parti (politiche e non) di trasformare il 25 aprile nel giorno della pacificazione nazionale per ricordare i morti: i morti, tutti i morti, si commemorano il 2 novembre e la questione della pacificazione nazionale è già stata risolta, in chiave politica dall´amnistia promossa dall´allora Guardasigilli Palmiro Togliatti e, in chiave storiografica e letteraria, da uno dei capi del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, il compianto senatore Leo Valiani, che, nel pubblicare il suo diario del periodo clandestino, nella dedica iniziale scrive “A Duccio Galimberti, per tutti i caduti,/ della nostra parte e dell´altra”, volendo così separare gli aspetti personali ed umani ( e umanitari?) della questione da quelli politici e storici. Ciò che più rammarica è che la Resistenza, lungi dall´essere un momento corale di unità popolare e nazionale, sia divenuta “la resistenza incompiuta o interrotta destinata, come tutti i conati, a indicare una meta ideale più che non a prescrivere un risultato”(Norberto Bobbio, ora in D. L. Bianco, Guerra partigiana, op. cit., p. XI). La Resistenza doveva divenire il “mito fondatore” su cui basare la Repubblica democratica scaturita dalle scelte dell´Assemblea costituente figlia della stessa esperienza partigiana, purtroppo ciò non è avvenuto completamente, ma quei valori di uguaglianza, democrazia e giustizia sociale, contenuti nella Prima Parte della nostra Costituzione sono sempre validi, attuabili ed a essi ogni democratico deve fare riferimento nella propria azione quotidiana.  La Repubblica italiana nasce dal libero e democratico voto del popolo il 2 giugno 1946. Insieme alla scelta relativa alla nuova forma di governo da dare al Paese il corpo elettorale fu chiamato a votare per l´elezione di un´Assemblea Costituente il cui compito fu la stesura e l´approvazione di una nuova Costituzione che vide la confluenza delle principali forze e delle maggiori idee dell´antifascismo e della cultura democratica laica, cattolica e marxista. Questa prima fase della storia repubblicana fu caratterizzata dalla collaborazione al governo dei maggiori partiti politici di massa (DC, PSI, PCI) e dei partiti laici minori. Fu compito di questa generazione politica traghettare sulle sicure rive della democrazia e della libertà un Paese in cui erano ancora bene evidenti i segni della dittatura fascista ed i danni della guerra. Per dirla con le parole dell´illustre giurista Piero Calamandrei, La Repubblica italiana fu un “patto fra uomini liberi e forti” e la Costituzione divenne la più nobile ed alta espressione dei valori democratici ed antifascisti e del rifiuto fermo e perpetuo della violenza e della prevaricazione delle libertà civili e politiche che avevano caratterizzato tutto il ventennio mussoliniano. Fu la Resistenza partigiana antifascista a riscattare l´onore e la dignità del nostro Paese aprendo una nuova e più proficua era di Pace e di sviluppo. La classe politica dell´immediato dopoguerra aveva, però, ben chiaro in testa che le prime vittime del fascismo erano stai tutti coloro (soprattutto le donne) che in buona fede e senza macchiarsi di gravi colpe, avevano appoggiato Mussolini: in quest´ottica va vista la famosa amnistia voluta dal Guardasigilli Palmiro Togliatti (PCI)

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Illuminazione Via Pantano

Finalmente, dopo un iter burocratico piuttosto lungo, è stata predisposta l’illuminazione pubblica, che presto verrà attivata, su Via Pantano all’altezza dell’incrocio con Via Campolimpido e Via Maremmana e sulla rotatoria della stessa Via Pantano all’intersezione con Via Trento.

Plaudo all’iniziativa dell’Assessorato ai Lavori Pubblici della Provincia, che ha finalmente completatato un iter avviato dal sottoscritto molti anni fa.

E’ vero che chi si loda si sbroda, ma voglio ricordare i fatti.

Quando ero ancora Presidente di Circoscrizione, nel lontano 2003, richiesi, vista la pericolosità, la messa in sicurezza e l’illuminazione dell’incrocio fra Via Pantano, Via Maremmana e Via Campolimpido. Dopo reticenze varie della Provincia di Roma e insistenza continua mia, finalmente nel 2008 l’incrocio menzionato viene messo in sicurezza e oggi finalmente, dopo ulteriori lettere e molteplici viaggi nella sede della Provincia, viene realizzato l’impianto di illuminazione.

Lo sento come un obiettivo raggiunto e un ottima cosa per la sicurezza stradale dei cittadini.

Ringrazio il Sindaco Filippo LIPPIELLO per aver sostenuto e aiutato in prima  persona il raggiungimento di questo semplice, ma importante obiettivo.

Grazie a tutti per l’importante sostegno che mi date nelle varie battaglie per migliorare la vita nella nostra cittadina e…

ad maiora

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65° ANNIVERSARIO RASTRELLAMENTO DEL QUADRARO

Riporto da Wikipedia

Il rastrellamento del Quadraro fu un’operazione militare tedesca effettuata il 17 aprile del 1944 ai danni della popolazione romana dell’omonimo quartiere situato alla periferia sud di Roma, durante la seconda guerra mondiale. Le truppe tedesche dapprima assediarono il quartiere e dopo un rastrellamento deportarono 947 uomini nei campi di concentramento in Germania. L’episodio in quanto a dimensioni ed efferatezza fu secondo solo alla tragedia delle fosse Ardeatine.

Antefatto

Ciò che fece crescere la tensione nel rapporto tra la popolazione romana e gli occupanti fu, oltre che all’inasprimento dei metodi repressivi da parte delle truppe tedesche, la sempre più forte paura di una escalation della guerra con l’imminente arrivo degli alleati e la carenza di viveri, visto che i bombardamenti degli alleati avevano obbligato i tedeschi ad usare principalmente il trasporto su gomma per il trasporto delle merci. Il 31 marzo fu presa una misura drastica per indebolire tutte quelle frange ribelli disseminate nelle periferie romane. Il comando tedesco anticipava l’ora del coprifuoco alle 16,00 agli abitanti dei quartieri Quadraro, Torpignattara, Centocelle e Quarticciolo. In effetti proprio in quel periodo il susseguirsi di sommosse e ribellioni da parte della popolazione romana, esasperata dalla propria condizione di vita, si verificò quasi all’ordine del giorno. Ma molto probabilmente la goccia che fece traboccare il vaso fu un clamoroso episodio avvenuto il 10 aprile in una trattoria di Cinecittà (la trattoria di Gigietto in via Calpurnio Fiamma). Nel pomeriggio del lunedì di Pasqua, Giuseppe Albano detto il “gobbo del Quarticciolo” assalì con la sua banda alcuni soldati tedeschi. Tre di questi vennero freddati a bruciapelo, provocando l’ira del comando tedesco a Roma.

L’operazione Balena

Kappler, deciso nel voler dare un’altra lezione al popolo romano, dopo quella delle fosse Ardeatine del 24 marzo, organizza, in tutta segretezza il piano Unternehmen Walfisch (Operazione Balena). Un piano che prevedeva, il rastrellamento e la deportazione in Germania di circa un migliaio di persone e che verrà eseguito la mattina del 17 aprile ai danni della popolazione del Quadraro, il popoloso quartiere alle porte di Roma. Per portare a compimento l’operazione, Kappler impiegò un imponente schieramento di uomini e mezzi. Questo fu dovuto al fatto che le strade del Quadraro erano sicure per i suoi abitanti, al punto che vi si poteva circolare liberamente senza il timore di incontrare dei soldati tedeschi o qualche fascista, ma nessuno poteva essere sprovveduto da addentrarsi per quelle vie, che ad ogni angolo potevano nascondere un partigiano. Lo stesso console tedesco Eitel Friedrich Moellhausen, affermò un giorno: “chi vuole sfuggirci ha due strade: o va in Vaticano, o al Quadraro”

Il rastrellamento

Il 17 aprile, verso le 4 del mattino, le truppe tedesche circondarono l’intero quartiere, bloccando ogni via di accesso e di uscita. Successivamente i soldati, guidati da Kappler, coadiuvati dalla Gestapo, dalle SS e dalla Banda Koch, iniziarono le perquisizioni, passando al setaccio il quartiere casa per casa. L’operazione venne giustificata come un atto che sarebbe servito per “reclutare” mano d’opera per la Wehrmacht. Solo successivamente, il console tedesco Moellhausen scriverà in un suo memoriale che in realtà si trattò di un atto militare di polizia e controguerriglia, sostenuto per distruggere le frange ribelli che da tempo si annidavano al Quadraro. Le circa 2000 persone rastrellate durante la mattinata (tutti uomini tra i diciannove e i cinquanta anni), furono portate al cinema Quadraro per essere schedati. Dopo ore di attesa, ammassati e trattati come bestie, vennero caricati su dei camion e portati a Cinecittà, per la selezione. Alcuni riuscirono a fuggire e molti tra gli scartati vennero arrestati. I familiari che si accalcavano davanti ai cancelli, furono brutalmente respinti dalla polizia fascista, mentre il parroco della chiesa Santa Maria del Buon Consiglio, Gioacchino Rey, si adoperava per aiutare gli sfortunati, procurandosi viveri, abiti e raccogliendo dei biglietti di conforto e di consiglio da portare ai prigionieri, ma quando chiese di poter conferire con un ufficiale per invocare clemenza, venne colpito al volto senza ritegno da un soldato tedesco.

La deportazione

947 persone divise in quattro gruppi, furono portate il giorno stesso con dei camion a Grottarossa. Da lì, in treno fino a Terni e pochi giorni dopo di nuovo trasferite al campo di transito di Fossoli (Carpi). L’esperienza di Fossoli, fu solo l’inizio di un lungo periodo di agonie e sofferenze: il 24 giugno, i rastrellati del Quadraro furono arruolati come “operai italiani volontari per la Germania” e deportati in Germania e in Polonia, costretti a lavorare nei campi di concentramento.

Molti di loro non sopravvissero all’arrivo degli Americani. Dei 947 deportati solo la metà tornò al Quadraro.

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Figura… barbina!

Ieri, mentre facevo zapping sulle emittenti locali, mi soffermavo su una di queste e vedevo intervistati, in un improbabile  studio, due dei candidati a Sindaco del fronte del Centro Sinistra, chiaramente i meno accreditati di un risultato utile: Leonetti Sabatino e Michele Pagano.

I due, neanche piacevoli dal punto di vista estetico (ma saranno stati i riflettori puntati e non è questo che importa), si dilungavano, con una sintassi improvvisata, a enumerare l’uno le cose fatte e l’altro a parlare della spesa nei supermercati, entrambi senza proposte ed entrambi cercandosi di accreditare come il nuovo e l’opportuno per questa Città.

A parte il fatto che l’uno (Leonetti) è sulla scena politica locale da più di trent’anni ed è responsabile diretto di molti dei problemi che enumerava (cfr. L. 28/80) e l’altro (Pagano) militante delle organizzazioni giovanili di estrema destra  e capo di Gabinetto dell’ultima Giunta di Destra della Città, quella di Sassano, hanno dato, a mio avviso, una rappresentazione pessima della classe dirigente della nostra (povera!) Guidonia. Ritengo che un cittadino di questo Comune non possa che scegliere altro, sperando che altro sia meglio! Io vorrei essere fiero del mio Sindaco e non dovermi vergognare del mio Candidato specie di quello dell’improbabile coalizione UDC/PD, che si dilungava a spiegare la linea sostenuta dall’UDC, che il PD avrebbe subito e copiato.

Poi il solito armamentario, ossia le polemiche sul PRG che non esiste, che non è stato mai votato e che tanto infervora gli “uomini bassi”.

E’ una buona premessa per la vittoria di FILIPPO LIPPIELLO, almeno che non esca un candidato di livello e competitivo.

Ad maiora

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Un buon inizio!

Ieri presso l’Hotel Duca d’Este su Via Tiburtina si è aperta la Campagna elettorale del Centro Sinistra per le prossime elezioni amministrative a Guidonia. E’ stato presentato come candidato il Sindaco uscente Filippo Lippiello, che bene ha operato e che è stato vigliaccamente mandato a casa con un anno di anticipo.

La sala era piena, il popolo del centro sinistra determinato e allegro e gli interventi che si sono succeduti seri, forti e decisi. La platea li ha accolti con adesione e ha espresso calorosamente il proprio consenso al progetto e alla scelta operata nella consapevolezza che un uomo di Centro Sinistra non potrà mai votare un uomo di Destra come Pagano alla guida della CIttà.

Mi sembra, onestamente un buon inizio di un percorso difficile, in salita, ma certamente entusiasmante come tutte le cose che necessitano impegno e dedizione.

Sono convinto che gli elettori premieranno questa scelta di coerenza e di continuità con un’amministrazione che bene ha operato.

Grazie a tutti e ad maiora.

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Il Presidente Napolitano in Abruzzo!

Oggi il nostro Presidente Giorgio Napolitano si è recato in Abruzzo sui luoghi funestati dal terremoto.

In modo lucido e consapevole ha affermato che “di fronte alla tragedia del terremoto bisogna parlare il linguaggio della verità” e ha denunciato «irresponsabilità diffuse» che hanno portato a costruire edifici antisismici ugualmente crollati travolgendo vite umane. Il capo dello Stato ha citato poi la frase di «un’esponente dell’opposizione» che ha detto «nessuno è senza colpe». «Credo che abbia ragione», ha commentato.

Le Istituzioni sono giustamente vicine a chi ha bisogno ed è in difficoltà. Purtroppo i crolli aumentano, come aumenta  il numero delle vittime e dei feriti. Si profila un’immane tragedia in un Paese che è fra gli 8 più industrializzati del mondo. Forse c’è qualcosa che non va? Dobbiamo forse ripensare il nostro modello di sviluppo? o è solo questione di etica delle responsabilità?

Ai posteri l’ardua sentenza…!

Ad maiora

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Una notte difficile!

Riporto dal sito del Messaggero

ROMA (6 aprile) – Una forte e lunga scossa di terremoto ha colpito l’Abruzzo, con effetti in tutta l’Italia centrale, alle 3,32. La magnitudo viene valutata dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia a 5,8 gradi della scala Richter. Secondo fonti degli istituti statunitensi la magnitudo è pari invece a 6,3 gradi Richter. L’epicentro è stato localizzato a una profondità di 5 chilometri, tra il capoluogo, Collimento e Villagrande. 

Ottavo-nono grado Mercalli. Il terremoto ha avuto in alcune zone un effetto pari all’ottavo-nono grado della scala Mercalli sugli edifici, provocando numerosi crolli: lo ha detto il portavoce della Protezione civile, Luca Spoletini, nella sede del dipartimento dove è riunito il comitato operativo. Il quadro, ha spiegato Spoletini, «è estremamente critico, ci sono stati diversi crolli».

Dopo circa un’ora è stata avvertita un altra scossa: secondo la Protezione civile la magnitudo è stata di 4,7 ed è avvenuta alle 4.37. Già ieri sera, intorno alle 23, una scossa di magnitudo 3,9 aveva creato allarme in Abruzzo. Molte le repliche, di varia intensità, che si sono susseguite.

Sedici vittime e decine di dispersi. Panico a L’Aquila e in tutta la provincia, dove la popolazione si è riversata in strada e dove si sono verificati molti crolli. Oltre ai tanti feriti, al momento si registrano nel capoluogo quattro bambini uccisi nel crollo della loro abitazione, per i quali i medici dell’ospedale San Salvatore nulla hanno potuto. Due le vittime nel paese di Fossa, un’anziana e una bambina. Un ponte nella zona di Fossa sarebbe crollato su una autovettura, non si sa se con persone dentro. Altre cinque vittime sono state estratte dalle macerie a Castelnuovo, piccola frazione di San Pio delle Camere, devastata dal sisma. Gli altri morti si sono avuti a Tornimparte e Poggio Picenze.

Otto dispersi. Nel paese di San Demetrio dei Vestini risultano disperse otto persone, secondo quanto riferito dai carabinieri.

Crollano gli edifici a L’Aquila. E’ crollata completamente la cupola della chiesa delle Anime Sante, nel centro storico, e anche la Cattedrale ha subito danni strutturali. Crollata anche una parte della Casa dello Studente: alcuni studenti sarebbero intrappolati fra le macerie. Nel centro storico vengono segnalati altri crolli e altre persone rimaste sotto le macerie. Ci sono persone intrappolate in una casa crollata in via XX Settembre e i vigili del fuoco stanno scavando per tirarle fuori dalle macerie. La casa, totalmente rasa a suolo, è vicina al palazzo dell’Anas. A via Sallustio tutte le case sono lesionate anche se non crollate. Le suore dell’istituto religioso sono in strada e prestano aiuto ad anziani e persone con coperte e altri generi di conforto. Un centro di raccolta è stato organizzato in Piazza d’Armi. In Piazza Duomo, come in tutte le aree “aperte” della città, migliaia di persone sostano, alcune nelle macchine, sotto choc. Traffico in tilt, blocchi nelle reti telefoniche.

Evacuato l’ospedale San Salvatore. Nella prima mattinata è stata decisa l’evacuazione dell’ospedale San Salvatore, danneggiato dal sisma: i ricoverati saranno trasferiti ad Avezzano e in altre strutture. Un ospedale da campo sarà allestito in Piazza d’Armi.

Tendopoli in allestimento. Il sindaco Massimo Cialente ha annunciato l’allestimento di tendopoli per ospitare la popolazione della città, che si è riversata interamente in strada.

In tutto l’Abruzzo migliaia di persone in strada. Danni anche nell’Ascolano. Seri danni alle abitazioni sono stati segnalati dalla popolazione anche in diverse località della provincia, tra cui Paganica. Tetti crollati e case lesionate anche alle porte dell’Aquila, a Prata d’Ansidonia e Torninparte. A Rovere, sull’Altopiano delle Rocche, è crollato il campanile, mentre danni e case lesionate si riscontrano anche ad Avezzano con telefoni e elettricità in tilt. Danni a case si registrano anche nel Pescarese, tra Penne e Popoli, con lesioni a infrastrutture. Gente in strada a Sulmona e Teramo, con crolli di cornicioni e crepe nei muri. Nel resto della regione migliaia sono le persone in strada, da Pescara a Sulmona, da Teramo a Chieti. La Potezione Civile parla di almeno diecimila edifici lesionati nella provincia aquilana, numero che potrebbe anche salire. Rinforzi dei Vigili de Fuoco sono partiti da Teramo e da Roma in direzione dell’Aquila, e il traforo del Gran Sasso per ora è transitabile. Danni sono stati registrati anche nell’Ascolano.

15mila utenze senza elettricità nell’Aquilano. Sono quindicimila le utenze disalimentate nella provincia de l’Aquila in seguito al terremoto. Lo ha comunicato l’Enel alla Protezione civile.

Chiuse la Roma-L’Aquila e la Tiburtina. Per verifiche e controlli sui viadotti è stato chiuso il tratto autostradale della Roma-L’Aquila (A24) tra Valle del Salto e Assergi in entrambe le direzioni. L’autostrada è chiusa anche al traffico dei mezzi superiori alle 7,5 tonnellate nel tratto Roma-Tornimparte. Chiuso a scopo precauzionale anche un tratto della Tiburtina Valeria da Corfinio verso Roma per verificare alcune strutture.

Anche a Roma i palazzi hanno tremato a lungo e la gente è scesa in strada. Il capo del Dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso ha convocato il Comitato operativo e ha informato il presidente della Repubblica, Napolitano, e il premier Berlusconi, con i quali è in costante contatto per aggiornarli sulla situazione. Bertolaso ha anche parlato con il sindaco dell’Aquila, che ha confermato i crolli verificatisi in città. Nel frattempo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, è in costante contatto con la Protezione civile.

La Protezione civile: non mettetevi in viaggio, divieto di sorvolo su tutta l’area. Non risultano al momento danni alle linee ferroviarie e alle principali strade della zona colpita dal terremoto. La Protezione civile, tuttavia, invita a non mettersi in viaggio per non intralciare i soccorsi. Sulla zona dell’Aquila, inoltre, è stato emesso un Notam, un divieto di sorvolo in tutta l’area.

Due colonne partite dal Lazio. Due colonne mobili di aiuti del Dipartimento della Protezione civile della Regione Lazio sono partite verso le zone colpite dal sisma, con tende per sfollati e quant’altro necessario per prestare soccorso alla popolazione.

Stanotte, come molti di voi, anche io sono stato svegliato dal terremoto e sono sceso in strada con la mia famiglia. Lì anche a Guidonia centinaia di persone sulle strade, nelle Piazze e nei parcheggi e qualcuno, per paura, ha anche dormito fuori casa.

Per nostra fortuna, non ci sono segnalazioni di danni sul nostro territorio, ma tanta paura per tutti.

Unica nota positiva il senso di solidarietà che si è respirato fra la nostra gente, come spesso accade in situazioni di difficoltà, quando le persone si stringono le une alle altre e fanno comunità. Questo è bello e confortante!

Ad maiora

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Il Casilino 900 non sarà spostato!

Cari lettori,

apprendo con soddisfazione che ieri il delegato del Sindaco Alemanno, Luca Panariello, ha affermato che il Casilino 900 sarà ridimensionato, ma non smantellato e trasferito.

Penso sia una vittoria di tutti coloro che si sono impegnati su questa vicenda, per scongiurare, cioè, che a Casal Bianco potesse essere insediato un campo rom. Siamo contenti e appagati da questa scelta.

Ora dobbiamo vigilare sul significato di quel ridimensionamento, mantenere alta la protesta e vigilare. Come ho più volte detto, il territorio di Guidonia Montecelio, per servizi e infrastrutture, non è adeguato ad ospitare un campo ed è illogico spostare uno stanziamento invece di migliorare la situazione nell’esistente.

Si sposta l’eventuale problema, ma non lo si risolve.

Ad maiora

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Studenti delle scuole di Tivoli ad Auschwitz

Negli scorsi giorni è partita da Tivoli una delegazione di studenti, che hanno partecipato al viaggio della memoria e visitato i campi di concentramento di Birkenau e Auschwitz. I ragazzi hanno visitato i  luoghi-museo, che evocano la terribile strategia nazista dello sterminio degli ebrei.

Penso che per loro sia stata un’esperienza toccante e spero che li abbia incuriositi in funzione di un approfondimento critico della storia del Novecento.

“Historia magistra vitae!”, dicevano i Latini. Spesso noi, indegni successori, lo dimentichiamo.

Ad maiora

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