Ultimi giorni di campagna elettorale sul referendum.
Auguro a tutti di viverli con intensità e leggerezza.
Come tutti sapete, per essere colpevole di avervi stalkerato sui temi del referendum, sostengo convintamente il SI alla Riforma, tanto da essere stato fondatore e portavoce del Comitato civico per il Sì al Referendum denominato “Guidonia Montecelio per il si”.
Lo scorso 22 settembre (trovate il resoconto in queste pagine) ho avuto il piacere di fronte a moltissima gente di presentare la riforma costituzionale e di dissertare insieme al prof. Alessandro Sterpa intorno alle significative e, a mio avviso, positive novità che la riforma introduce.
Ora bisseremo con un’iniziativa analoga nello stesso luogo, a Villanova di Guidonia, presso il Park Hotel Imperatore Adriano alle ore 18.00 di martedì 29 novembre 2016. Siete tutti invitati e spero interveniate numerosi. Spero che interverranno soprattutto coloro che, scevri da pregiudizi, ancora indecisi sulla scelta di voto, sono incuriositi dalla Riforma e vogliono – senza slogan – capirne qualcosa di più.
I relatori questa volta saranno l’On.le Domenico Rossi, Sottosegretario di Governo alla Difesa ed il prof. Massimo De Meo. Ecco la locandina dell’iniziativa.
Finalmente stiamo entrando nel merito della riforma e dei cambiamenti che l’Italia potrà avere in caso di vittoria del sì. Certo, c’è sempre chi prova a cambiare argomento, a parlare di altro, dal Governo alla legge elettorale… se entriamo nel merito scopriamo che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini vuole superare il bicameralismo paritario, vuole ridurre il numero dei parlamentari, vuole ridurre i costi, vuole abolire il CNEL, vuole cambiare il rapporto Stato-Regioni.
Per chi fa Politica con la P maiuscola incontrale le persone in carne ed ossa (questo è in sintesi la campagna elettorale) è la parte più bella e più entusiasmante della propria attività.
Grazie della carica che regalate, grazie davvero! Ho incontrato molte persone in queste settimane ed è sempre nuovo e bellissimo
Miscellanee
Mentre facevo colazione ho ascoltato una trasmissione su un doloroso fatto di cronaca: la vicenda di una giovane donna di 32 anni, incinta di due gemelli che ha trovato la morte in ospedale dopo 17 ore e dopo che (pare) un medico obiettore si sia rifiutato di praticare l’aborto terapeutico che le avrebbe salvato la vita.
Non voglio entrare nel merito della vicenda, ha tutta l’aria di una brutta storia di malasanità ed attiene alla magistratura, ma vorrei fare una riflessione sullo stato della 194.
Gli italiani a suo tempo hanno votato un referendum di conferma alla legge che legalizzava l’aborto.
Con una normativa ben precisa, si garantiva finalmente la salute della donna che per vari motivi decideva di interrompere una gravidanza, dandole sostegno, togliendola dall’illegalità e dalle situazioni ad essa legate ; in primis dalle grinfie delle “mammane” e dei medici che proliferavano e si arricchivano su questi drammi.
Si, perché l’aborto è sempre un dramma per la donna e non è mai una decisione a cuor leggero.
A questo proposito il secondo obiettivo della legge rappresentava il raggiungimento di una differente presa di coscienza e responsabilizzazione da parte delle persone attraverso la promozione degli altri sistemi di contraccezione esistenti e la “promessa” di un’educazione sessuale per le giovani generazioni.
Ritornando al presente, le statistiche ci dicono che l’83% dei medici italiani si dichiara obiettore di coscienza e in alcune regioni del sud questa percentuale raggiunge il 90%.
Con queste cifre dire che la legge viene disattesa mi sembra un eufemismo.
Massimo rispetto per l’obiezione di coscienza, ma se questa impedisce di fatto l’applicazione di una legge che proprio in questo caso è stata voluta dalla maggioranza della popolazione perché si è scelto di esercitare nel pubblico invece che nel privato? E perché il Ministero della Salute non interviene su questa anomalia?
Perché do spazio a questa considerazione…? Perché il fatto della settimana, la notizia del periodo è certamente la lettera apostolica «Misericordia et misera» di Papa Francesco con la quale annuncia di voler mantenere anche dopo la chiusura del Giubileo la facoltà per tutti i sacerdoti del mondo di assolvere l’aborto, rendendola così definitiva. La lettera inizia con le parole di sant’Agostino dedicate alla donna adultera che Gesù salva dalla lapidazione. Al centro di quell’episodio evangelico, ricorda Francesco, «non c’è la legge e la giustizia legale, ma l’amore di Dio, che sa leggere nel cuore di ogni persona».
Il «procurato aborto» è tra quei peccati che prevedono la scomunica automatica sia per chi decide di attuarlo, sia per chi vi coopera, come medici e infermieri. Il codice di diritto canonico riserva al vescovo e ad alcuni penitenzieri la possibilità di assolverlo. Durante la presentazione della lettera, l’arcivescovo Rino Fisichella ieri ha confermato che sarà modificato il testo del codice di diritto canonico per rendere definitiva la nuova norma.
«Niente di quanto un peccatore pentito pone dinanzi alla misericordia di Dio – afferma il Papa nel documento – può rimanere senza l’abbraccio del suo perdono. È per questo motivo che nessuno di noi può porre condizioni alla misericordia».
In un altro paragrafo Bergoglio scrive: «Perché nessun ostacolo si interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio, concedo d’ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto». E aggiunge: «Vorrei ribadire con tutte le mie forze che l’aborto è un grave peccato, perché pone fine a una vita innocente». Tuttavia «devo affermare che non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito che chiede di riconciliarsi con il Padre». Ogni prete è invitato dunque a farsi «guida, sostegno e conforto nell’accompagnare i penitenti in questo cammino di speciale riconciliazione».
Più importante di queste frasi… non saprei!
Un pensiero sulla giornata odierna.
25 novembre Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Aida Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa Mirabal. Sono loro il motivo di questa ricorrenza tanto sentita e su cui ancora tanto c’è da fare.
Sono tre sorelle nate nella Repubblica Dominicana da una famiglia benestante, durante il periodo della dittatura di Rafael Trujillo. Contro la dittatura si spesero molto e combatterono con il nome di battaglia Las Mariposas (Le farfalle). La loro opera rivoluzionaria fu talmente efficace che lo stesso dittatore in una visita a Salcedo (la città originaria delle ragazze) esclamò: “Ho solo due problemi: la Chiesa cattolica e le sorelle Mirabal”.
Il 25 novembre 1960 Minerva e Maria Teresa decisero di far visita ai loro mariti detenuti in carcere come prigionieri politici.
Nonostante la pericolosità del viaggio, Patria, la sorella maggiore, decise di accompagnarle anche se suo marito fosse rinchiuso in un altro carcere. Durante il viaggio le tre donne vennero prese in un’imboscata da agenti del servizio segreto militare, torturate e uccise; la loro macchina verrà gettata in un dirupo per simulare un incidente.
L’assassinio delle sorelle Mirabal provocò una grandissima commozione in tutto il paese, che pure aveva sopportato per trent’anni la sanguinosa dittatura, e risvegliò l’indignazione popolare che portò poi all’uccisione di Trujillo e alla sua detronizzazione.
Una comunità militante…
Come già accennato in una precedente newsletter abbiamo aperto come lista civica Guidonia domani il tesseramento 2017. Per tesserarsi ci sarà tempo fino al 15 gennaio 2017.
Abbiamo deciso di organizzare per quest’importante momento della vita annuale della nostra comunità politica una serie di banchetti divulgativi ed un’iniziativa conclusiva sul valore dell’impegno politico, che sarà anche occasione per brindare insieme in occasione delle festività natalizie, ma nel contempo un momento di condivisione dell’anno di attività e di programmazione del 2017.
Siamo felici di condividere insieme la passione per l’impegno politico e per l’impegno civico a favore della nostra comunità, della nostra Guidonia Montecelio, la nostra Città, la città che amiamo e che da anni ci battiamo per migliorare in termini di servizi e di vivibilità.
Anche a queste iniziative invitiamo tutti… specie i più giovani poiché come diceva Nelson Mandela “Non c’è passione nel vivere in piccolo, nel progettare una vita che è inferiore alla vita che potresti vivere” e l’impegno pubblico è una precisa responsabilità etica.
Ad maiora
Aldo
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