Gogna mediatica e social… un problema pressante!

E’ dei giorni scorsi la notizia del suicidio di una giovane donna a causa della cosiddetta gogna mediatica dei social network. Questo triste episodio riporta alla ribalta problematiche che stanno entrando sempre più nelle nostre  esistenze sia in maniera diretta che indiretta (tramite figli, amici… ). Indubbiamente bisognerà pensare a qualche forma ulteriore di regolamentazione della rete,  in special modo per quanto riguarda la privacy degli utenti, ma una riflessione su noi stessi che usiamo la rete è doverosa farla.

Internet è probabilmente la scoperta più rivoluzionaria degli ultimi vent’anni che ha di fatto rideterminato i nostri comportamenti e stravolto modalità comunicative. Non sto qui a fare la lista (lunga) delle cose positive che ha portato nella nostra vita, non voglio discutere l’indiscutibile valore della rete, non posso però ignorare il rovescio della medaglia e la sua pericolosità.

L’accesso indiscriminato da parte di ciascuno di noi a una miriade di informazioni in ogni campo, da quello più pubblico a quello privato (per non dire intimo) delle persone ha evidenziato la necessità e la consapevolezza di dover accostarsi a queste nuove forme di comunicazione con determinate cautele e una serie di regole.

Poter accedere a piattaforme illimitate, che garantiscono l’anonimato e praticamente deresponsabilizzano da ogni ipotetico danno, hanno consegnato di fatto a certe nostre debolezze umane un palcoscenico immenso in cui poter sfogare i nostri istinti più bassi a costo zero, incuranti (nel migliore dei casi ) delle sofferenze che potrebbero arrecare.

La menzogna, l’invidia, la violenza verbale, la vendetta, la diffamazione sembrano farla da padrone in alcune aree del web e in maniera particolare sui social network che, nati esattamente per i motivi opposti (ricontattare vecchie amicizie, rinsaldarne nuove, la possibilità di scambiarsi informazioni nell’immediato in maniera collettiva abbattendo le distanze fisiche…) si trovano a dover “gestire” loro malgrado un gigantesco vaso di pandora sempre più aperto.

Ad maiora

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All’indomani dell’iniziativa del 22 settembre

All’indomani dell’iniziativa “Le ragioni del Sì”

Sono felice che il clima sia cambiato, finalmente, anche dopo alcuni confronti civili di questi giorni. Nessuno parla più di attentati alla democrazia e finalmente la discussione sta entrando nel merito.

Il referendum sarà una scelta secca tra chi voterà SI’ perché vuole cambiare il bicameralismo paritario, ridurre il numero dei parlamentari, ridurre i costi della politica, sopprimere il CNEL e cambiare il rapporto Stato-Regioni e chi voterà NO perché vuole lasciare le cose come sono adesso. Sono due posizioni ugualmente legittime ma è giusto fare chiarezza: chi vota NO non costruisce una riforma diversa, si tiene il sistema di oggi. E io penso che l’Italia per competere a livello globale, ma anche per dare risposte più incisive alle crisi di questo tempo, abbia bisogno di essere più semplice e più agile.

Ieri abbiamo provato a spiegarlo nell’iniziativa che si è tenuta all’imperatore Adriano a Villanova.

Ritengo di poter interpretare il pensiero di tutti i presenti nel ringraziare il Prof. Alessandro Sterpa per la dotta, ma nel contempo comprensibile disamina della Riforma. La cosa più bella che possa accadere in queste iniziative è che qualcuno entrato convinto del proprio NO esca dall’iniziativa sostenendo il SI. Ciò è accaduto e questo mi fa dire “missione compiuta”.

L’altro dato decisamente positivo è stata la grande affluenza. E’ certamente vero che molti sono venuti sollecitati dai membri del Comitato, tuttavia il clima era attento e positivo e in molti ci hanno ringraziato autenticamente per l’occasione di analisi e approfondimento che abbiamo fornito alla nostra Città.

Dire Sì significa scommettere sulla speranza e sulla proposta, non sulla rabbia e sulla protesta. Dire Sì è più difficile, ma più bello. Chi vota sì, cambia l’Italia. Chi vota no, lascia le cose come sono. Ce la date una mano? Vi aspettiamo sull’indirizzo mail del comitato guidoniamontecelioperilsi@gmail.com

Brevemente. Si sono concluse anche le paraolimpiadi con meno clamore. Voglio scrivere qui i nomi delle medaglie italiane. I nomi: Alberto, Alex, Alvise, Amine, Andreea, Andrea, Arjola, Assunta, Bebe, Cecilia, Efrem, Elisabetta, Fabio, Federico, Federico, Francesca, Francesco, Francesco, Giada, Giancarlo, Giovanni, Giulia, Loredana, Luca, Martina, Michele, Monica, Oney, Paolo, Roberto, Vincenzo, Vittorio.
Alex Zanardi è un mito e lo sappiamo. Ero in azione cattolica quando gli accadde il terribile incidente e ancora ricordo alcuni dibattiti con gli amici dopo che avevamo suggerito ai ragazzi di leggere il suo libro Ma tutti questi nostri connazionali hanno storie che ci rendono orgogliosi.

Per il resto c’è tempo…

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Si riparte per un lungo anno

Felice di ritrovarvi dopo la pausa agostana. Un abbraccio a chi è ancora in vacanza, un abbraccio doppio a chi è già tornato al lavoro.

 

  1. Terremoto

 

Abbiamo nel cuore ancora il dolore di questi giorni. Un dolore che per intere famiglie non passerà mai. Un dolore che, però, non deve farci perdere la capacità di reagire, così con i fatti ha detto il popolo italiano artefice e protagonista di una bellissima vicenda di solidarietà così come hanno fatto tutte le istituzioni da quelle locali a quelle sovra comunali e nazionali in uno sforzo comune e comunitario come era necessario che accadesse.

E’ opportuno lavorare con tutti senza alcuna distinzione di colore politico per la ricostruzione di quei territori e ritengo che il progetto Casa Italia sia un progetto ben ideato e, speriamo, … ben realizzato.

Purtroppo anche la nostra Città ha pagato il prezzo in termini di vite umane a questo funesto evento con la morte di un’intera famiglia di Villalba (papà, mamma e figlia) con esclusione del figlio più grande intorno al quale si è stretta tutta la comunità cittadina in occasione delle esequie officiate dal Parroco Don Marco Ilari nella chiesa parrocchiale di Santa Maria del Popolo il 30 luglio e con la morte meno “rumorosa”, ma parimente devastante, di un giovane della frazione di Marco Simone, rimasto anch’egli sotto le macerie.

 

  1. Olimpiadi

 

Che spettacolo meraviglioso sono state le Olimpiadi. E non solo perché lo sport è capace di emozioni, perché il volley ti rapisce al punto da restare incollato fino all’ultima schiacciata, fino all’ultimo muro. Non solo perché quando senti l’inno di Mameli e vedi il tricolore lassù in cima ti senti fiero di appartenere ad una comunità di donne e di uomini. E non solo perché grandi eventi cambiano il volto delle città rendendole più efficienti e più pulite come avvenuto praticamente sempre, a cominciare dalla strepitosa esperienza di Barcellona 1992.
Le Olimpiadi sono state uno spettacolo meraviglioso perché dimostrano che lo sport e i suoi valori sono elementi chiave della nostra vita, sono parte della nostra anima.
E questo – contro ogni complottismo, contro ogni dietrologia, contro anche ogni terrorismo – dovrebbe essere il nostro sentire… il nostro slancio!

E forse i greci con la loro saggezza, che interrompevano persino le guerre durante i Giochi Olimpici, lo avevano capito prima di tutti.

Ho avuto modo già di scrivere sui social alcune considerazioni che qui riporto:

Nell’antica Grecia e comunque nel mondo antico agli atleti olimpici tutti, ma specie per coloro che si erano particolarmente distinti l’intero Paese riconosceva onori e riconoscenza.
Possiamo essere orgogliosi come concittadini di avere residente a Guidonia Montecelio nello specifico a La Botte la famiglia dei due fratelli Christian e Nicholas Presciutti, atleti che portano nel mondo il nome dell’Italia e anche di Guidonia Montecelio.

Una delle principali difficoltà del nostro territorio è riconoscersi in una identità comune, siamo una città giovane e in cerca di una vocazione o forse con troppe vocazioni.

Tuttavia eventi come questo: la conquista della medaglia di bronzo alle olimpiadi ad opera di nostri concittadini, ci deve riempire di gioia e certamente ci onora e rende lustro alla nostra comunità civica e forse fa più identità di mille politiche pubbliche.

Pertanto grazie ai “nostri” ragazzi… fiero di condividere con loro la medesima Città!

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  1. Referendum costituzionale

 

Nel frattempo prosegue il mio impegno come coordinatore del comitato referendario civico “Guidonia Montecelio per il sì”

Sulle ragioni del mio sostegno a questa riforma costituzionale rimando a qualche considerazione che ho avanzato su queste pagine in un precedente post dal titolo “…le ragioni del sì”.

Invito tutti coloro che sono interessati ad impegnarsi su questo fronte a lasciare un messaggio sui profili social del comitato locale.

Questa non è la sfida del premier Renzi, ma quella di milioni di persone che vogliono ridurre gli sprechi della politica, rendere più semplici le istituzioni, evitare enti inutili e mantenere tutte le garanzie di pesi e contrappesi già presenti nella nostra Costituzione. Un’Italia più semplice e più forte sarà possibile se i cittadini lo vorranno.

Dipende da ciascuno di noi, non da uno solo, dunque, ma da un popolo.

I segnali di queste settimane sono davvero buoni.

Il comitato del Sì – a differenza di chi dice NO – ha raggiunto le firme necessarie alla presentazione in Cassazione (ne servivano mezzo milione, ne abbiamo avute quasi 600mila, circa il triplo degli altri)

Opportunamente ho evitato di scrivere di altro nei giorni dell’infausto terremoto del 24 agosto lasciando lo spazio al dolore, alla solidarietà individuale e collettiva, alla riflessione e per chi crede alla preghiera…

…oggi riprendendo l’attività consueta pubblico l’endorsement che ho fatto sul profilo ufficiale del Comitato Bastaunsì nazionale in attesa dell’ iniziativa pubblica he stiamo organizzando come comitato civico locale per spiegare, grazie ad un costituzionalista, i tratti salienti della riforma  che saremo chiamati a ratificare nel prossimo autunno.

Che sia per il si o che sia per il no abbiamo l’obbligo, come cittadini, di arrivare al referendum  consapevoli in modo tale che la democrazia diretta possa funzionare correttamente.

Endosement Aldo Cerroni Basta un sì

Per il resto… ad maiora

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…le ragioni del si!

Nello scorso mese di maggio ho deciso di costituire il Comitato per il SI al referendum costituzionale del prossimo 6 novembre dal nome “Guidonia Montecelio per il sì”.

L’ho fatto perché sono convinto della bontà di questa riforma costituzionale e ho proposto alla lista civica Guidonia Domani di cui faccio parte di lavorare sul referendum e nello studio della riforma per votare consapevoli e non con preconcetti spesso addirittura ideologici (…anche se nessuno parla più di ideologie!). Da studio e riflessioni comunitarie sono nate anche una serie di slides inserite in una presentazione che mi propongo di pubblicare su queste pagine in un successivo intervento sul tema.

Con riferimento invece alle ragioni che mi hanno determinato dopo ampia riflessione a scegliere il SI alla riforma ce ne sono alcune di cui voglio rendere partecipi anche Voi, attenti lettori di queste pagine.

La riflessione iniziale parte dalla costatazione che tutto sommato io non sono completamente digiuno di costituzionalismo: non solo per gli studi universitari e quelli connessi alla laurea (mi laureai con una tesi in diritto costituzionale comparato), ma anche e soprattutto perché la nostra Costituzione, la nostra Grundnorm è una delle mie passioni fin da quando, ancora adolescente, mi comincia ad occupare di politica e questo perché considero la Costituzione prodotto eccelso della fase più nobile della politica italiana.

Un Italia che usciva dalla seconda guerra mondiale distrutta nelle fondamenta sia reali che politco – sociali, un popolo illuso e disilluso, sofferente e psicologicamente debilitato da una contrapposizione perfino civile di cui ancora riecheggiano gli echi. Eppure nell’Assemblea costituzionale l’espressione delle forze politiche che diedero vita alla resistenza, ma anche di ceti che in buona sostanza avevano guardato le vicende belliche e partigiane alla finestra riuscirono con garbo, ma con fermezza e senza un bieco tentativo di umiliazione dell’avversario a riassumere i principi del nostro vivere civile presente e futuro in modo mirabile e garantire alle giovani generazioni di allora, ma a ben vedere a tutte quelle che seguirono un orizzonte di pace, di libertà, di progresso e di crescita: un orizzonte onirico, quasi da sogno.

E per decenni le generazioni che si sono succedute hanno creduto a quel sogno, alla possibilità di realizzare le “immani” dichiarazioni di principio che la nostra Carta Costituzionale aveva elaborato e in cui uno Stato giovane ed inesperto si prodigava per dare esecuzione.

La Costituzione è stata da sempre una per così dire “clausola di salvaguardia”… nelle difficoltà insormontabili ad essa si rimandava e ad essa ci si aggrappava quasi come ad un faro nella tempesta.

Ciò detto da decenni (per lo meno vent’anni) da quando vi fu quello che spesso ho definito lo pseudo passaggio alla pseudo seconda repubblica si discute sulla necessità o meno di riformare la seconda parte della nostra Carta costituzionale perché intanto è bene chiarirlo ci si riferisce solo ed esclusivamente a questa seconda parte ossia alle norme che concernono l'”Ordinamento della Repubblica”, l’organizzazione dello Stato.

Ritengo che le garanzie democratiche poste dalla nostra Costituzione nel testo originario siano frutto dei tempi. L’italia usciva dal ventennio fascista e quindi il tema delle garanzie democratiche era necessariamente ed opportunamente posto innanzi a tutto.

Oggi queste garanzie non devono certo essere negate, né tantomeno i meccanismi di garanzia debbono essere compressi, tuttavia questi devono essere coordinati con l’esigenza (dettata dalla contemporaneità) che uno Stato risponda rapidamente alle sfide globali di un mondo in costante e veloce modificazione e interconnessione. Non si può rischiare che l’Italia, crogiolandosi nella sua storia millenaria, non abbia la necessaria capacita di innovare e di modernizzare, in una parola sola di essere competitiva e certamente in questa ottica va quello che a mio avviso è il fulcro di questa riforma ossia il superamento del c.d. Bicameralismo perfetto e del sistema delle navette.

Anche perché questo sistema ha determinato una conseguenza nefasta ed certamente anticostituzionale (una vera e propria aporia!): l’utilizzo bulimico della decretazione d’urgenza da parte del Governo. Lo strumento del Decreto Legge ideato dai Padri costituenti come eccezionale (“in casi di necessità ed urgenza”) è divenuto ordinario, mentre il meccanismo legislativo ordinario è divenuto eccezione con buona pace di coloro che (a mio avviso in maniera preconcetta e ideologica) criticano la riforma ergendosi a paladini di una Costituzione che proprio il meccanismo che si difende ogni giorno porta a tradire.

Moltissimo vi sarebbe da dire… ma forse non in queste pagine o non solo in queste pagine.

Per intanto il Comitato Guidonia Montecelio per il sì da appuntamento a tutti il prossimo 15 settembre (data ed ora da definire) per dialogare insieme sulla Bibbia laica… la Costituzione.

Ad maiorasolo guidonia montece-01

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Scioglimento Consiglio comunale

…Molto ci sarebbe da dire e molto è stato detto a proposito del recente scioglimento del Consiglio comunale di Guidonia Montecelio.

Aggiungo solo che ritengo sia stata una scelta giusta, sensata, necessaria ed opportuna e lascio sul queste pagine traccia del mio intervento nell’ultimo Consiglio comunale del 13 di giugno 2016

…a causa del tempo non dico tutto ciò che avrei voluto, ma traccio le istanze politiche fondamentali.

Per il resto… ringrazio tutti e ciascuno per i moltissimi attestati di stima, che ho ricevuto in questi giorni e ringrazio anche per le poche critiche schiette e sincere, che mi sono arrivate.

Quando si scioglie un’amministrazione, anche quando è utile e necessario, non ci sono vinti o vincitori: è comunque una sconfitta per il sistema democratico.

Ad maiora

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Senza Rubeis non c’è coalizione di maggioranza, ma solo un’oligarchia pasticciona.

Il 29 aprile come comunicato già al prefetto nell’incontro avuto ho deciso per il bene della Mia Città, dei concittadini e anche della politica locale e con l’ambizione di determinare una seria presa di coscienza dei Consiglieri tutti e del Sindaco stesso, di dimettermi dal ruolo di Presidente del Consiglio.

Speravo che tale segno fosse sufficiente a determinare nella stessa direzione la maggioranza.

Nei mesi scorsi ho tentato in vario modo di far comprendere, sempre inascoltato, come non vi fossero le condizioni politico amministrative per andare avanti, malgrado gli sforzi, pure encomiabili, del ViceSindaco f.f..

La realtà è che la coalizione che governa la città aveva ed ha, quale condizione necessaria ed ineludibile, la presenza del Sindaco Rubeis. Tutti ne sono oggi consapevoli.

L’unica possibilità, come dissi fin da subito, affinché questo ruolo potesse essere oltre che formalmente anche politicamente sospeso era un metodo improntato alla collegialità massima su tutte le scelte con il tatto, l’attenzione ed il rispetto per le diverse sensibilità politiche di maggioranza e di opposizione.

Così non è stato. Oggi il governo della Città è malamente condotto da un’oligarchia autoreferenziale e pasticciona, che non ha neanche la capacità di ascoltare i suggerimenti e il dissenso serio di coloro che di questa maggioranza ancora fanno parte.

Io ne uscii all’indomani della battaglia persa per sciogliere il consiglio comunale in tempo utile per votare nel 2016 e ritengo oggi che sia comunque necessario ed opportuno non sostenere questo governo.

Sono convinto che sia necessario riportare la Città alle urne anche se ciò comporta un lungo commissariamento, che anzi ritengo necessario per la politica locale qualsivoglia colore politico essa abbia e sia utile anche per un movimento civico quale quello che ho l’onore di rappresentare in Consiglio.

Il Commissario saprà portare avanti i processi avviati ed eventualmente sospendere quelli pasticciati anche se, senza la spinta del Sindaco eletto, questa amministrazione ha prodotto poco e niente nell’ultimo anno (sic!).

Ritengo che il Commissario possa anche restituire serenità ad una macchina amministrativa fatta di donne e di uomini spesso validi, ma che oggi sono su una nave che  – senza timoniere – rischia di andare alla deriva come dimostra chiaramente il bilancio di previsione posto all’attenzione del consiglio.

Probabilmente il Commissario di governo avrebbe fatto meglio.

Ad una prima lettura appare privo di strategia e di anima, in definitiva di politica. Frutto di compromessi e che rischia addirittura di far impegnare erroneamente risorse che non vi sono per sostenere qualche spot elettorale e danneggiare i conti della Città, contribuire ad alimentare speranze belle, ma vane in un contesto che   per molti servizi ha addirittura istituzionalizzato l’istituto della proroga in corso di gara quasi fosse la normalità.

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Mi dimetto da Presidente del Consiglio

ALDO - White (1)Il comunicato appena trasmesso

Non sostengo un governo senza Rubeis e nell’incapacità della politica di governare gli eventi e la Città, mi dimetto da Presidente del Consiglio.

Nel maggio 2014 mi candidai a Sindaco della Città come alternativa civica alle varie forze presenti in campo e al ballottaggio sottoscrissi con il Sindaco Rubeis un patto di buon governo su una piattaforma programmatica ben precisa.

Gli eventi che si sono succeduti dal mese di luglio ad oggi e che hanno impedito al Sindaco democraticamente eletto di svolgere il suo mandato mi hanno profondamente colpito.

Nei primi mesi dopo gli eventi di luglio ho sostenuto l’azione amministrativa dando un contributo importante al superamento delle divisioni e al raggiungimento di una sintesi auspicata, nella speranza che la vicenda giudiziaria si esaurisse rapidamente. Così purtroppo non è stato!

A più riprese ho chiarito alla politica locale e alle forze politiche di maggioranza come fosse miope continuare un’attività amministrativa in assenza di stimoli, senza il Sindaco democraticamente eletto e con una maggioranza divisa e, malgrado gli sforzi, incapace di adottare scelte nella piena collegialità e condivisione.

Inizialmente ho sostenuto dall’esterno l’esecutivo, successivamente, sempre inascoltato, ho deciso che non fosse politicamente opportuno, né corretto sostenere il nuovo governo Di Palma nel quale restano solo 3/7  dell’esecutivo nominato da Rubeis e la cui forza propulsiva mi appariva e mi appare decisamente diminuita e circoscritta.

E’ evidente a tutti che si tratta di un’altra amministrazione, che nulla ha più  a che fare con quella voluta e votata dai cittadini in spregio ai più essenziali principi democratici.

Ritengo di aver fin qui svolto nel rispetto delle forze in campo e con equilibrio e sensibilità istituzionale il mio ruolo di Presidente del Consiglio, ho invitato anche chi non ritenesse che ciò fosse accaduto a sfiduciarmi. Nessuno ha ritenuto di farlo.

Oggi, così come comunicato già al Prefetto nell’incontro con Lui avuto qualche  giorno fa, ho deciso per il bene della mia Città, dei concittadini e anche della politica locale e con l’ambizione di determinare una seria presa di coscienza dei Consiglieri tutti e del Sindaco stesso, di dimettermi dal ruolo che ricopro di Presidente del Consiglio.

Nella giornata di Venerdì formalizzerò al Segretario generale le mie dimissioni.

Spero che tale segno sia sufficiente a determinare nella stessa direzione maggioranza ed opposizione presenti in seno al Consiglio comunale entrambe, mi sembra,  più interessate alle vicende interne che ad altro.

E’ necessario riportare la Città alle urne affinché i Cittadini determino democraticamente il loro futuro senza tatticismi e scelte utilitaristiche!

Avv. Aldo Cerroni

 

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Non siamo disponibili a ribaltoni e a sostenere un governo alternativo a quello votato dai concittadini

Ecco il comunicato trasmesso nella giornata di ieri

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Nel maggio 2014 mi presentai agli elettori come alternativa civica alle varie forze presenti in campo e al ballottaggio sottoscrissi con il Sindaco Rubeis un patto di buon governo su una piattaforma programmatica ben precisa.

Ormai sono otto mesi che il sindaco eletto Rubeis è agli arresti domiciliari e insieme a lui mi appare che sia agli arresti e sequestrata un’intera Città.

Sono certo che l’amico Eligio chiarirà in sede giudiziaria gli addebiti che gli vengono mossi e rispetto ai quali una detenzione domiciliare così lunga mi appare un provvedimento sproporzionato e barbaro.

Non comprendo, tuttavia, perché un amante della democrazia come Lui continui a far durare un’amministrazione paralizzata, senza stimoli ed incapace di amministrare una città importante come Guidonia Montecelio.

Ho l’impressione che i principi democratici siano anch’essi sequestrati o momentaneamente sospesi.

Oggi assistiamo all’ennesimo rimpasto di giunta. Su 7 assessori, compreso il facente funzioni, solo 3 sono stati nominati dal Sindaco Rubeis.

E’ evidente a tutti che si tratta di un’altra amministrazione…, che nulla ha più a che fare con quella voluta e votata dai concittadini.

L’attività amministrativa priva di collegialità e condivisione vive una paralisi inquietante: in Consiglio comunale non arrivano ormai da mesi provvedimenti capaci di dare un indirizzo ed una visione politica della Città.

Nei primi mesi di questa amara vicenda ho sostenuto l’azione amministrativa dando un contributo importante al superamento delle divisioni e al raggiungimento di una sintesi auspicata, nella speranza che la vicenda giudiziaria si esaurisse rapidamente. Così purtroppo non è stato!

Ho altresì cercato di convincere l’attuale maggioranza che fosse opportuno e necessario anche tatticamente riportare i cittadini alle urne già nel 2016. Rispetto a questa opzione hanno prevalso utilitarismi, diverse scelte tattiche, la paura che i cittadini non capissero. E’ stato un errore ed un inutile accanimento.

Ritengo che malgrado gli sforzi certamente encomiabili del facente funzioni, che ovviamente sotto tale pressione dimentica l’unica strategia possibile quella della condivisione delle scelte con tutto il Consiglio comunale, non ci siano più le condizioni minime e necessarie per proseguire in questa esperienza amministrativa.

Si tratta di un autentico ribaltone che mortifica le scelte democratiche. Abbiamo troppo a cuore la democrazia ed i principi a cui si ispira per accettarlo! Auspicavo che ciò non accadesse.

Ho già nelle settimane passate evidenziato come noi di Guidonia domani, rispetto a questo scenario profondamente diverso ci sentiamo liberi da qualsivoglia vincolo di maggioranza e valuteremo il nuovo governo Di Palma sulle scelte puntuali con il pregiudizio democratico desunto dalle modalità con cui tale nuovo governo è nato.

Ai tanti che in buona fede mi domandano perché, stando così le cose, non mi dimetto da Presidente del Consiglio dico che in questo scenario l’unica garanzia del principio democratico è forse solo Presidente del Consiglio, eletto dai Consiglieri.

Ritengo di essere una garanzia democratica per le diverse forze in campo di maggioranza e di opposizione e forse l’unico organo istituzionale pienamente legittimato nell’attuale momento.

Tuttavia ammetto di poter sbagliare e a tal fine ritengo opportuno che, chi non ritiene questo, si faccia portatore, dalla maggioranza o dall’opposizione, di una mozione di sfiducia al Presidente che il sottoscritto porrà all’o.d.g. del Consiglio comunale in modo tempestivo. Non si può aspettare che le dimissioni delle persone giungano a risolvere i problemi dell’incapacità politica di una classe dirigente.

Nel frattempo e nei prossimi giorni chiederò di incontrare il Prefetto di Roma per esporre a lui prima che ad altri il mio giudizio sull’attuale situazione politico – amministrativa del Comune di Guidonia Montecelio.

Rubeis è e continuerà ad essere per Guidonia Domani un interlocutore fondamentale ed imprescindibile, ma lavoriamo per determinare le condizioni che portino a nuove elezioni accettando anche un lungo commissariamento che abbia per lo meno l’obiettivo di far comprendere alle forze politiche di maggioranza e di opposizione tutte come la politica di contrapposizione non porti a governare una Città, che ha bisogno di un governo autorevole e forse svincolato da posizioni politiche preconcette.

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Non siamo disponibili a ribaltoni e a sostenere un governo alternativo

Questo il comunicato che io e l’amico Fabio abbiamo trasmesso alla stampa nella giornata di ieri

 

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Non esiste un governo Rubeis senza il Sindaco eletto Eligio Rubeis.

Non siamo disponibili a ribaltoni e a sostenere un governo alternativo

Nel maggio 2014 ci presentammo agli elettori come alternativa civica alle varie forze presenti in campo e al ballottaggio sottoscrivemmo con il Sindaco Rubeis un patto di buon governo su una piattaforma programmatica ben precisa.

Gli eventi che si sono succeduti dal mese di luglio ad oggi e che hanno impedito al Sindaco democraticamente eletto di svolgere il suo mandato ci hanno profondamente colpito.

Noi di Guidonia Domani siamo certi che il Sindaco Rubeis saprà provare nel corso del dibattimento la propria innocenza per i fatti contestatigli e siamo convinti che l’amico Eligio sia persona per bene.

In questi mesi abbiamo sostenuto l’azione amministrativa dando un contributo importante al superamento delle divisioni e al raggiungimento di una sintesi auspicata, nella speranza che la vicenda giudiziaria si esaurisse rapidamente. Così purtroppo non è stato!

Assistiamo ad uno scenario politico amministrativo alquanto differente e riteniamo che questa esperienza amministrativa non possa continuare oltre in assenza del Sindaco e non siamo disponibili a sostenere un’amministrazione Rubeis senza Eligio Rubeis.

Diversamente si tratterebbe di un autentico ribaltone che mortificherebbe le scelte democratiche. Abbiamo troppo a cuore la democrazia ed i principi a cui si ispira per accettarlo!

Le ultime vicende amministrative prive di collegialità ci avevano determinato, non senza amarezza, a sostenere dall’esterno questo esecutivo fino al ritorno nelle funzioni del Sindaco Rubeis.

Questo ritorno ci appare oggi più lontano e non siamo disponibili in alcun modo a sostenere governi alternativi.

Dal lontano 20 luglio lo stesso esecutivo è profondamente mutato. Dei sette assessori di nomina Rubeis, ad oggi almeno tre non sono più parte dell’esecutivo e, chiaramente, un assenso ad andare avanti oltre da parte di questa Maggioranza, in cui lo stesso partito di maggioranza relativa è in pieno stato confusionale, significherebbe avallare e legittimare, di fatto, una nuova giunta e un nuovo Sindaco senza il necessario ed opportuno passaggio elettorale.

Riteniamo che le forze politiche della Maggioranza e del Consiglio tutto abbiano l’onere di riportare i cittadini ad esprimersi avviando la Città a nuove elezioni al fine di evitare un lungo commissariamento e la stagnazione amministrativa.

Se così non fosse, non avendo i numeri per determinare tale scenario, ci sentiamo liberi da qualsivoglia vincolo di maggioranza e valuteremo il nuovo governo Di Palma sulle scelte puntuali con il pregiudizio democratico desunto dalle modalità con cui tale nuovo governo è nato.

Solo oggi, davanti ad un’amministrazione confusa, e decisamente poco efficace, ci si può rendere conto dell’immane lavoro di sintesi e di concretezza amministrativa che sapeva svolgere il Sindaco Rubeis.

Lo stesso è e continuerà ad essere per Guidonia Domani un interlocutore fondamentale ed imprescindibile, ma da subito cominceremo a lavorare per determinare le condizioni che portino a nuove elezioni.

Il Coordinatore della lista civica                                         Il Presidente del Consiglio comunale

Guidonia Domani                                                                          Aldo Cerroni

Fabio Proietti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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